In quel periodo il Buddha Śākyamuni emise un raggio dalla uṣṇīṣa posta alla sommità del suo capo, e un altro raggio dalla ūrṇā, posta tra le sopracciglia, questi due dei trentadue segni maggiori di un Buddha, illuminando in questo modo la parte orientale dell'universo, con i suoi campi buddhici. I raggi luminosi raggiunsero il mondo Vairocanaraśmipratimaṇḍita (Ornato dei Raggi del Sole), dove viveva il buddhaKamaladalavimalanakṣatrarājasaṃkusumitâbhijña (Saggezza del Re delle Costellazioni Puro Fiore) il quale, circondato da miriadi di bodhisattva, lì predicava la dottrina. In questo mondo viveva anche il bodhisattva-mahāsattvaGadgadasvara (Voce Balbuziente) che aveva realizzato profondamente numerosi samādhi.
Illuminato dai raggi del Buddha Śākyamuni, buddha del mondo di sahā, il nostro mondo, Gadgadasvara
si recò dal buddhaKamaladalavimalanakṣatrarājasaṃkusumitâbhijña comunicandogli l'intenzione di recarsi in quel mondo per omaggiare lo Śākyamuni e visitare i bodhisattva che li vivevano. Kamaladalavimalanakṣatrarājasaṃkusumitâbhijña spiegò a Gadgadasvara che non doveva, tuttavia, disprezzare il mondo di sahā, né i suoi bodhisattva, né il buddha che lì predicava la dottrina anche se il mondo di sahā era irregolare e pieno di sporcizia, i suoi bodhisattva, e il buddha che lì predicava la dottrina, erano di bassa statura in confronto a lui.
Ascoltati gli avvertimenti del buddhaKamaladalavimalanakṣatrarājasaṃkusumitâbhijña, Gadgadasvara entrò nel profondo samadhi e, grazie a questo, sul monte Gṛdhrakūṭa piovvero innumerevoli tipi di fiori di loto dagli steli d'oro. Mañjuśrī chiese quindi al Buddha Śākyamuni a cosa si dovesse quel portento, il Buddha gli rispose che il bodhisattva-mahāsattva Gadgadasvara, accompagnato da miriadi di altri bodhisattva stava per manifestarsi per rendergli omaggio e per ascoltare i suoi insegnamenti sul Sutra del Loto.
«s'informa se sei privo di malattie, senza malanni, in buona forma (chiede) della tua forza e se vivi in uno stato felice. Il Beato chiede anche se le cose sono sopportabili, se sono gestibili, se i tuoi elementi ti sono contrari, se i tuoi esseri hanno un'apparenza decente, se sono facili da guidare e da guarire, se sono puliti nel corpo, se non sono troppo preda dell'attaccamento, dell'avversione, dell'ignoranza; se gli esseri non sono troppo invidiosi, gelosi, irriconoscenti verso le loro madri, irriconoscenti verso i loro padri, se sono senza austerità senza castità, se non hanno false dottrine, se le loro menti sono tranquille, se sono casti. Se i tuoi esseri, Beato hanno sconfitto Māra, il nemico.»
(Sutra del Loto, cap. XXIII della versione sanscrita; traduzione di Luciana Meazza. Milano, Rizzoli, 2006, pp. 364-5)
«desidera avere notizie dell'Onorato dal Mondo. Sono poche le malattie, poche le tue preoccupazioni? Puoi vivere comodamente a tuo piacimento? Puoi muoverti a tuo agio? I quattro elementi sono in te armoniosamente equilibrati? Puoi affrontare le vicende del mondo? È facile salvare gli esseri viventi? Non sono eccessivamente avidi, collerici, stupidi, invidiosi, avari e arroganti? Non mancano di pietà filiale? Non sono irriguardosi verso gli shramana, e non hanno credenze distorte e altri mali? Riescono a controllare le loro cinque emozioni? Onorato dal Mondo, gli esseri viventi sono in grado di affrontare e sconfiggere le ostilità dei demoni?»
(Sutra del Loto, cap. XXIV della versione cinese; traduzione di Burton Watson. Milano, Esperia, 1997, p. 393)
Assistendo ai portenti provocati dall'arrivo del bodhisattva Gadgadasvara, il bodhisattvaPadmaśrī (Glorioso Fiore di Loto) chiese al Buddha Śākyamuni quali meriti avesse realizzato quel bodhisattva, il Buddha rispose che molti eoni prima viveva, nel mondo di Sarvarūpapasaṃdarśana (Apparizione di Tutte le Forme) durante il kalpa Priyadarśana (Apparizione felice), il buddhaMeghadundubhisvarāja (Re del Suono delle Nuvole Tonanti), a quel tempo Gadgadasvara rese omaggio a tale buddha facendo risuonare per dodicimila anni innumerevoli strumenti musicali e offrendogli ottantaquattromila vasi. Successivamente il bodhisattva Gadgadasvara insegnò il Sutra del Loto assumendo molteplici forme come quella di un dio come Śiva/Rudra, Īśvara o Śakra, ma anche in qualità di generale, re, brahmano o semplice cittadino, moglie di un mercante, ragazzo, fanciulla, donna rinchiusa in un gineceo, misurando la sua apparizione in base alle necessità di comprensione dei suoi uditori.