Progettista dell'edificio originario, realizzato in stile neoclassico, fu l'ingegnere milanese Giulio Sarti. Nel novembre del 1839 l'imperatore Ferdinando I d'Austria concesse a Giovanni Putzer, rappresentante della ditta "Holzhammer" di Bolzano il privilegio di realizzare la strada ferrata da Milano a Monza[1].
Il 17 agosto 1840 la vecchia stazione fu inaugurata: la locomotiva Lombarda e il suo convoglio di cinque vagoni su cui viaggiavano le autorità e la banda militare percorse i 12,8 km in soli 19 minuti. La costruzione della linea ferroviaria fu un vero avvenimento e nei primi mesi i passeggeri giornalieri, che si spostavano anche per gite domenicali, furono in media 1750.[2]
Gli edifici delle due stazioni erano molto simili e differivano essenzialmente nelle dimensioni: a tre piani quello di Milano (ancora esistente), a un piano quello di Monza. Entrambi erano realizzati in stile neoclassico, con un pronao centrale sormontato da un frontone triangolare; l'interno aveva una grande sala a volta sostenuta da colonne corinzie[3].
A seguito di uno spostamento degli impianti originari il primo fabbricato viaggiatori fu sostituito dall'attuale, inaugurato nel 1884[4] e successivamente demolito nel 1901. Di quella struttura rimane oggi solo la torre dell'acqua ancora visibile accanto alla stazione attuale.
Il nuovo edificio fu appaltato nel 1879 e realizzato in stile eclettico fra il 1882 e il 1884. Si tratta di un corpo centrale avanzato, composto di due piani e sovrastato da un grande orologio. Le ali laterali, a un solo piano, terminano anch'esse con due corpi aggettanti. I binari erano coperti con una tettoia lunga 103 metri, sorretta da pilasti in ghisa, che fu distrutta durante la seconda guerra mondiale. Prospicienti la stazione sono dei giardini, un tempo chiusi da una cancellata[5].
La Saletta Reale
All'interno della stazione si può visitare la Saletta Reale. Si tratta di un ambiente disegnato per i viaggi della famiglia reale dagli architetti Luigi Tarantola e Achille Majnoni d'Intignano, che si erano occupati anche della ristrutturazione degli appartamenti privati di Umberto e di Margherita nella Villa Reale.
L'ambiente, di forma rettangolare (8 m x 9,6 m), ha le pareti rivestite da boiserie neorinascimentali mentre il soffitto, nella parte centrale, reca Il Genio dei Savoia, pannello ellittico dipinto da Mosè Bianchi (1883-84).
Nella parete nord è inserito un caminetto in marmo mentre in quella sud è collocata una ricca consolle con un'imponente specchiera. La cornice della specchiera, intagliata e decorata a foglia d'oro, è caratterizzata da quattro tondi con busti di uomini illustri, fra cui si riconosce facilmente Dante Alighieri.
La consolle è affiancata da due porte riccamente decorate mentre altre due porte si trovano sul lato ovest[6].
Proprio dalla stazione di Monza partì il convoglio funebre speciale alla volta del Pantheon di Roma con la salma di re Umberto I, assassinato presso la Villa reale il 29 luglio del 1900.
Alla Stazione di Monza si può accedere sia da piazza Stazione come da piazza Castello, tramite sottopassaggio; l'accesso da piazza Castello è stato realizzato utilizzando in parte l'edificio e l'area dello scalo merci.
La ferrovia Monza-Chiasso risulta fondamentale per il corridoio attraverso la Svizzera e per l'Europa Centrale. Per tale motivo è stata attrezzata dal 20 Giu. 2022 con i sistemi ACCM[7] e ERTMS-ETCS di livello 2, adottato sulle linee AV con un investimento di 6 milioni di Euro.
Questo si sovrappone al sistema SCMT finché poi sarà sostituito da questo.[8][9]
La stazione è servita prevalentemente da servizi regionali operati da Trenord nell'ambito del contratto di servizio stipulato con la Regione Lombardia, costituiti da treni suburbani, regionali e regionali veloci.
Fino al cambio orario 2022, hanno fermato a Monza anche i vari treni Eurocity operati da Trenitalia che collegano Milano, Venezia, Genova e Bologna con Zurigo, Basilea e Francoforte Sul Meno.
^Paolo Zanin, Monza e i suoi tram - Storia dei collegamenti tranviari da Monza a Milano e alla Brianza, 2^ ed, Firenze, Phasar edizioni, 2009. p. 24 e p. 34.
^Amici dei musei di Monza, "La saletta reale della stazione di Monza" pag.13
^Amici dei musei di Monza, "La saletta reale della stazione di Monza" pag.29
^ Paolo Zanin, Monza e i suoi tram. Storia dei collegamenti tranviari da Monza a Milano e alla Brianza, 2ª ed., Firenze, Phasar, 2009. ISBN 978-88-6358-028-0.