Quando conquistò la Siria per la prima volta nel 1516, Selim I mantenne immutate le suddivisioni amministrative del periodo mamelucco. Dopo essere tornato dall'Egitto nel luglio 1517, riorganizzò la Siria in una grande provincia od eyalet chiamata Şam (arabo/turco per "Siria"). L'eyalet era suddiviso in diversi distretti o sangiaccati (sanjak).
1549-1663
Nel 1549, la Siria fu riorganizzata in due eyalet. Il sanjak settentrionale di Aleppo divenne il centro del nuovo eyalet di Aleppo. In quel momento, i due eyalet siriani erano suddivisi come segue:
Nel 1579, l'eyalet di Tripoli fu fondato con il nome di Tripoli di Siria (in turcoTrablusşam; in araboطرابلس الشام?). In quel momento gli eyalet divennero i seguenti:
Nel 1833, le province siriane furono cedute a Muhammed Ali d'Egitto nella Pace di Kütahya. Il firmano (decreto) dichiarò quanto segue: "I governi di Candia ed Egitto sono proseguiti con Mahomet Ali. E in riferimento alla sua speciale pretesa, gli ho concesso le province di Damasco, Tripoli-in-Siria, Sidone, Saphet, Aleppo, i distretti di Gerusalemme e Nablous, con la condotta dei pellegrini e il comandamento del Tcherde (l'annuale offerta alla tomba del Profeta). Suo figlio, Ibrāhīm Pascià, ha di nuovo il titolo di Sheikh e Harem di Mekka e il distretto di Jedda; e inoltre ho acconsentito alla sua richiesta di far governare il distretto di Adana dal Tesoro di Tarso[non chiaro], con il titolo di Mohassil."[3]
In questo periodo, i firmani della Sublime Porta del 1839 e, più decisamente, del 1856 -eguagliarono lo status dei sudditi musulmani e non musulmani.
1861
In seguito al massacro di migliaia di civili cristiani durante il conflitto in Libano del 1860, e sotto la crescente pressione europea, principalmente dalla Francia, un editto ottomano emesso nel 1861 trasformò l'ex regime basato sul dominio religioso che portò alla guerra civile all'interno del Mutasarrifato di Monte Libano, governato da un mutasarrıf che, secondo la legge, doveva essere un cristiano non libanese.
1864
Come parte delle riforme del Tanzimat, una legge ottomana approvata nel 1864 stabilì un'amministrazione provinciale comune in tutto l'impero con gli eyalet che diventavano vilayet più piccoli, governati da un vali (governatore) sempre nominato dalla Porta imperiale ma con nuove assemblee provinciali che partecipavano all'amministrazione.
Il sangiaccato di Zor e la maggior parte del vilayet di Aleppo possono o non possono essere inclusi nella Siria ottomana. Il Dizionario geografico del mondo, pubblicato nel 1906, descrive la Siria come:
"un paese nella parte [sud-occidentale] dell'Asia, che fa parte dell'Impero turco. Si estende a est dal Mar Mediterraneo al fiume Eufrate e al Deserto Siriano (il prolungamento a nord del Deserto Arabico), ed a sud dall'Alma-Dagh (l'antica Amanus), una delle catene del Tauro, fino alle frontiere dell'Egitto (istmo di Suez). Si trova tra i paralleli di 31° e 37° [latitudine nord]. Comprende il vilayet di Siria (Suria) o di Damasco, il vilayet di Beirut, la parte [sud-ovest] del vilayet di Aleppo ed i mutasarrifati di Gerusalemme e del Libano.
La designazione Siria è talvolta usata in senso più ampio in modo da includere l'intero vilayet di Aleppo ed il Sangiaccato di Zor, essendo così aggiunta gran parte della Mesopotamia."[4]
Sulla Siria nel 1915, un rapporto britannico dice:
"Il termine Siria a quei tempi era generalmente usato per denotare l'intera Siria geografica e storica, vale a dire tutto il paese compreso tra i monti del Tauro e la penisola del Sinai, che era costituito da una parte del Vilayet di Aleppo, il Vilayet di Bairut, il Vilayet di Siria, il Sanjaq del Libano e il Sanjaq di Gerusalemme. Comprendeva quella parte del paese che in seguito ne fu distaccata per formare il territorio mandatario della Palestina."[5]
Mappe dell'Iraq ottomano contemporaneo che mostrano gli Eyalet