Nel 1915 l'Italia entrò in guerra. Nello stesso anno Silvio Appiani, che aveva conseguito la Laurea in Farmacia, si arruolò volontario nell'esercito. Rifiutata l'offerta di aggregarsi al Corpo della Sanità Militare, chiese di combattere in fanteria, e venne assegnato il 5 ottobre 1915 al 139º Reggimento, brigata "Bari", a Bosco Lancia nei pressi di San Michele del Carso di Savogna d'Isonzo, sul Carso dove morirà il 21 ottobre 1915 a 21 anni a causa di un bombardamento austriaco.
Il Padova nel maggio 1920 creò una coppa in suo onore la Coppa Appiani che venne vinta proprio dai padovani[2].
Il comune di Padova nel 1921 inizia la costruzione di un nuovo stadio per la squadra di calcio della città. Proprio a lui viene dedicato lo stadio che porta il suo nome.
Secondo il Commissariato Generale per le Onoranze dei Caduti in Guerra, Silvio Appiani è sepolto nel Sacrario militare di Redipuglia e non al Cimitero Maggiore di Padova, dove comunque una targa con il suo nome lo ricorda.[3]
Carriera
Silvio Appiani è stato un attaccante e goleador della squadra del Padova di inizio secolo.
Fa il suo debutto con i padovani il 4 maggio 1913 nel Campionato Veneto di Promozione. In quella stagione 1913-1914 giocherà 2 partite, contro il Petrarca e contro l'Udinese[4].
Nel 1914 il Padova vince il Campionato Veneto-Emiliano di Promozione e passa al campionato di Prima Categoria dell'Italia Settentrionale che si conclude con un quarto posto dietro L.R. Vicenza, Hellas Verona e Venezia.
Trascinatore e cannoniere di quella squadra fu proprio Silvio Appiani, che mise a segno 18 reti in 14 partite[5].
Il 12 aprile 1914, il Padova è di scena a Venezia per un'amichevole. In seguito ad un dubbio calcio d'angolo concesso dall'arbitro Lanza in favore dei lagunari, Appiani ordina ai suoi compagni di abbandonare la gara in segno di protesta, facendo dunque terminare il match prematuramente, fra le proteste del pubblico di casa.