Le origini del paese sembrano risalire al I secolo a.C. ai tempi della dominazione romana, quando tutta la valle Serina fu riunita sotto il municipio di Bergamo.
A tal periodo risalgono i primi insediamenti abitativi, creatisi anche grazie alla scoperta di miniere di ferro nella zona vicina al confine con Dossena.
Anche il toponimo risalirebbe all'epoca romana, e parrebbe essere ricollegato a quello del fiume Serio, situato in valle Seriana. Questo che stava ad indicare un flusso o corrente, riconducibile al torrente, omonimo del paese, che attraversa la parte alta della valle.
Tuttavia i primi documenti scritti che attestano l'esistenza del borgo risalgono soltanto all'XI secolo, periodo in cui Serina cominciò a ritagliarsi uno spazio importante nell'ambito dei commerci. Difatti da questa conca transitava la via Mercatorum, antica via dei traffici che collegava la val Seriana con l'alta val Brembana, che aveva in Serina il borgo di maggior importanza.
A tal riguardo, alcuni documenti risalenti al risorgimento italiano, attestano che Serina aveva quasi 1 500 abitanti, addirittura il doppio del vicino centro di San Pellegrino Terme.
L'economia visse periodi di grande splendore anche grazie alle miniere romane per l'estrazione del ferro, che permisero lo sviluppo di officine atte alla lavorazione del materiale estratto, che veniva utilizzato per la costruzione di armi e utensili vari in ferro.
Anche l'industria laniera trasse benefici dalla presenza del torrente Ambria, che permetteva il funzionamento dei macchinari per la produzione del panno grosso bergamasco.
L'epoca medievale vide il centro sottoposto al potere della famiglia guelfa dei Torriani fin dall'anno 1265. Tale influenza durò fino al XV secolo quando l'arrivo della dominazione veneta portò Serina ad essere il capoluogo della Valle Brembana Superiore (con tanto di vicario della Serenissima) ruolo che ricoprì fino al 1797, quando la zona entrò a fare parte della repubblica Cisalpina.
Da ricordare che il paese diede i natali, nel 1480, al pittore Jacopo Negretti, meglio conosciuto come Palma il Vecchio.
Simboli
Lo stemma fu approvato con delibera di consiglio comunale del 9 aprile 1961 riprendendo l’antico stemma di Serina, ritrovato sul frontespizio degli atti dello Statutum Vallis Brembanae Superioris del 1468[6], ed è stato ufficialmente riconosciuto con D.P.C.M. del 26 febbraio 1962.[7]
«D’azzurro, alla sirena di due code, accompagnata in capo da due stelle d'oro di sei e in punta da una stella pur d'oro. Ornamenti esteriori da Comune.»
Lo stemma di Serina riprende, con alcune modifiche, quello della nobile famiglia Carara o Carrara[8], originaria della zona, che aveva a sua volta adottato la figura della sirena in assonanza con il toponimo, che ha un'etimologia analoga a quella del fiume Serio.[9] Le tre stelle simboleggiano le tre più importanti famiglie: Carrara, Tiraboschi e della Valle.[6]
Il gonfalone, concesso con D.P.R. del 29 marzo 1962[7], è un drappo partito di giallo e di azzurro.
Monumenti e luoghi d'interesse
Il paese è meta di villeggiatura e presenta itinerari naturalistici che permettono di compiere escursioni sul territorio con sentieri adatti anche ad alpinisti esperti.
A livello architettonico sono presenti numerosi edifici, in particolare la chiesa parrocchiale, dedicata alla Santissima Annunziata ed edificata nel 1744 in luogo di un precedente edificio di culto risalente al XIV secolo.
Sul territorio vi sono il santuario di San Rocco, risalente al XIV secolo, e il monastero della Santissima Trinità, edificato nel corso del XVII secolo, che custodiscono opere di Palma il Giovane.
Presso la frazione di Valpiana, confinante con il comune di Oltre il Colle, è visibile il Ristoro, antico luogo, situato sul lato della strada, grazie al quale i viandanti trovavano rifugio e riposo. Alcuni affreschi sono ancora osservabili al suo interno, sebbene le varie ristrutturazioni ne abbiano modificato l'aspetto, rendendolo più moderno, e la chiesa di San Michele Arcangelo e San Gottardo Vescovo.
^abSerina, su Stemmi dei comuni bergamaschi. URL consultato il 24 febbraio 2023.
^abSerina, su Archivio Centrale dello Stato. URL consultato il 24 febbraio 2023.
^Stemma della famiglia Carrara di Clusone nel Bergamasco: troncato: al primo di rosso, alla sirena bifida, al naturale; al secondo di azzurro, alla botte d'oro posta in fascia; colla fascia d'argento attraversante sulla troncatura e caricata di 3 stelle di 6, d'oro. Cfr. G.B. di Crollalanza, Dizionario storico-blasonico, vol. 1, Bologna, Arnaldo Forni Editore, 1886, p. 244.
^Serina, su araldicacivica.it. URL consultato il 24 febbraio 2023.
Edoardo Agustoni, Ivano Proserpi, Decorazioni a stucco del XVII secolo in edifici religiosi del Sottoceneri: cambiamenti, evoluzioni, ripetitività ed influenze, in Rivista Svizzera d'Arte e d'Archeologia, 46, 1989.
Edoardo Agustoni, Ivano Proserpi, Decorazioni a stucco del Settecento nel Luganese e nel Mendrisiotto, in Arte+Architettura in Svizzera, Bollettino per i membri della Società di Storia dell'Arte in Svizzera, 3, 1995, 272-273.
Luigi Pagnoni, Chiese parrocchiali bergamasche: appunti di storia e arte, Bergamo 1992, 324.
S. Langè, G. Pacciarotti, Barocco Alpino. Arte e architettura religiosa del Seicento: spazio e figuratività, Milano 1994, 220.
Paolo Mazzariol, I Camuzio di Montagnola. Stuccatori a Bergamo e nel Bergamasco, in Giorgio Mollisi (a cura di), Svizzeri a Bergamo nella storia, nell'arte, nella cultura, nell'economia dal '500 ad oggi. Campionesi a Bergamo nel Medioevo, Arte&Storia, anno 10, numero 44, settembre-ottobre 2009, 236-245 (con ampia bibliografia).
Graziella Colmuto Zanella, La trasformazione della chiesa a metà del Settecento, in G. Spinelli (a cura di), Il Monastero di S. Benedetto in Bergamo (secoli XII-XX), III, Bergamo 2009.