Il santuario della Consolata[1] (o cappella della Consolata[2]) è un edificio religioso situato in comune di Levone (TO).
Storia
Il santuario venne costruito nel 1774[1] in una località dove preesisteva un pilone votivo, anch'esso dedicato alla Consolata e che è tuttora conservato all'interno dell'attuale edificio religioso. La costruzione del santuario venne chiesta dalla popolazione locale a seguito di un fatto miracoloso avvenuto sul posto.[2] La progettazione della chiesa è attribuita da Goffredo Casalis all'architetto realeGiuseppe Ogliani[3], mentre secondo altre fonti fu progettato dall'ingegnere Francesco Mollo di Busano.[2] Nel 1821 vennero realizzati alcuni dipinti sul pilone votivo, e nel 1861 si costruì una sacrestia. Tra il 1884 e il 1891 fu invece edificato il portico che oggi circonda l'edificio. Nei primi dieci anni del XX secolo il pittore Antonio Vincenzo decorò le pareti esterne con vari dipinti ex-voto, mentre nella seconda metà del Novecento vennero effettuati alcuni lavori di manutenzione e di messa in sicurezza, come il rifacimento del tetto.[2]
Il santuario è tuttora frequentato e oggetto di devozione, e vi si celebra annualmente una festa che prevede, oltre ad una novena, a varie celebrazioni religiose e a una processione, anche alcuni eventi collaterali.[4]
Nella mattinata del 3 giugno 2023 una vettura, uscendo dalla vicina Strada Provinciale, si è schiantata contro il porticato del Santuario, causandone un parziale crollo.[5]
Descrizione
L'edificio si trova in un'area prativa isolata rispetto all'abitato di Levone, nei pressi del cimitero e della strada di collegamento tra Levone e Barbania. La chiesa ha pianta rettangolare ed è circondata da un porticato affrescato con immagini votive. La sua facciata principale è rivolta ad occidente; il campanile è di piccole dimensioni ed ha pianta triangolare. È sormontato da una cuspide in rame. L'interno è caratterizzato dal presbiterio che coincide con la porzione absidale della chiesa.[2] Gli stucchi sono stati realizzati dal Bollina[3], artista luganese, mentre gli affreschi sono attribuiti ai pittori Chiabodo da Corio, Cubito da San Maurizio e Antonio Bogetto[1]. L'altare ha un rivestimento in marmo policromo e un ripiano ligneo. La sacrestia si trova dietro all'altare maggiore.[2] Numerosi dipinti ex-voto sono presenti per ricordare le grazie che la devozione popolare ha nel tempo attribuito alla Madonna.[6]