Rosalia era la penultima dei componenti della famiglia Maggio, i cui capostipiti erano Mimì e Antonietta: sorella di Enzo, Dante, Beniamino, Pupella e della più piccola Margherita.
Il suo debutto sulle scene avvenne, com'era frequente all'epoca, prestissimo: già a quattro anni salì sul palcoscenico con la madre nel dramma Mastu Giorgio 'o ferraro[1].
Nel corso della sua carriera ha effettuato anche delle brevi escursioni canore, incidendo per l'etichetta Phonotype Bammenella di Raffaele Viviani, per l'etichetta Nuova New York Povera mamma mia di Alberto Sciotti e Tony Iglio, per l'etichetta La Canzonetta A guardaporte di Cristofaro Letico e Aniello Langella e Lo penzo ma non lo fò di Gigi Pisano e Giuseppe Cioffi.
Nel 1970 prende parte alla compagnia di Mario Trevi nella sceneggiata Sulitario.
In teatro tornò negli anni '80 nello spettacolo di grande successo 'Na sera 'e Maggio, coi fratelli Beniamino e Pupella e la regia di Antonio Calenda.
Nel 1990 partecipa come Io ausiliario al laboratorio di psicodrammaGiocare il sogno, filmare il gioco[2] di Ottavio Rosati[3], prodotto da Plays[4] e Cinema Giovani[5] con il Teatro Stabile di Torino. L'anno dopo è protagonista di una puntata del programma di Rai3 Da Storia nasce Storia dove rivela in un suo psicodramma che, in un momento difficile della sua vita, era stata salvata dalla tentazione di prostituirsi grazie alla comparsa in tv di Papa Giovanni XXIII seguita da un'improvvisa scrittura per un film.[6][7] La storia di Rosalia suscita polemiche e un grosso impatto giornalistico.
Nel 1991 Vittorio Gassman la chiama a partecipare al programma di Rai 1 Tutto il mondo è teatro dove la Maggio rappresenta il mondo dell'avanspettacolo.