Lo slancio di questa scelta, seppur in certi casi specifici provocando vasti dibattiti e serrate polemiche di parte - allargando il caso a livello nazionale - è stato accelerato nell'agosto del 2017 dopo l'"Unite the Right rally", un raduno accompagnato da tutta una serie di manifestazioni organizzato dall'estrema destra politica ed extraparlamentare americana a Charlottesville (nella Virginia)[1][2][3].
Un nuovo cambio d'opinione pubblica negli Stati Uniti cominciato con l'omicidio di George Floyd, uno statunitense d'origine africana, dalla polizia nel maggio 2020. Durante le proteste razziali che seguirono, molti memoriali dedicati agli Stati Confederati d'America furono abbattuti o rimossi[4].
Ulteriori dedicazioni ai presunti eroi della parte risultata irrimediabilmente sconfitta della guerra di secessione americana saranno inaugurate durante l'epoca del successivo movimento per i diritti civili degli afroamericani con l'intento - e come mezzo - dichiarato d'intimidire gli afroamericani e riaffermare il suprematismo sociobiologico della cosiddetta "razza bianca"[11][12][13].
I diversi monumenti Sudisti sono così rapidamente diventati altamente politicizzati; seguendo le considerazioni che ne ha tratte Eleanor Harvey, curatrice senior dello Smithsonian American Art Museum e studiosa dello svolgimento della guerra di secessione americana "se i fautori più fanatici del nazionalismo bianco, del neocolonialismo e finanche del neonazismo ora li rivendicano come parte del loro patrimonio, hanno essenzialmente cooptato quelle immagini e quelle statue oltre ogni capacità di neutralizzarle nuovamente in un senso il più possibile obiettivamente storico"[5].
In alcuni degli Stati Uniti meridionali la legislazione statale continua a proibire o limita fortemente la rimozione o l'alterazione dei monumenti pubblici confederati. Secondo Stan Deaton, uno degli storici anziani della "Georgia Historical Society" di Savannah (Georgia): "queste disposizioni non rappresentano altro che il Vecchio e profondo Sud il quale impone la sua morale preordinata e le proprie settarie opinioni politiche su tutti noi e per sempre. Ma questo è propriamente ciò che ha condotto direttamente alla guerra civile, ed è una cosa che ci divide ancora come paese. Abbiamo visioni in competizione non solo sul futuro, ma perfino sul passato. È ancora una volta la stessa identica storia"[14].
Excursus storico
La maggior parte dei monumenti confederati interessati dalla controversia odierna vennero costruiti in periodi di forte conflittualità interrazziale (ed in cui vigeva legalmente il razzismo negli Stati Uniti d'America, quando non anche le diverse forme criminali del linciaggio negli Stati Uniti d'America), come ad esempio quando cominciarono ad essere introdotte le prime Leggi Jim Crow tra la fine del XIX e gli inizi del XX secolo prima e nel corso dell'epoca del movimento per i diritti civili degli anni 1950-1960 poi[16].
Questi 2 particolari lassi temporali coincisero anche con il 50° (1910) e il 100° (1960) anniversario della crisi finale che condusse di lì a poco direttamente allo scoppio della guerra di secessione americana; l'"American Civil War Centennial" fu ufficialmente istituita nel 1957 per preparare adeguatamente la ricorrenza[17].
Il picco nelle commemorazioni e nella costruzione di monumenti a ricordo dei combattenti tra le file degli Stati Confederati d'America si ebbe a verificare tra la fine degli anni 1890 e il 1920, con un secondo picco - seppur di minore entità - tra la fine degli anni 1950 e la prima metà degli anni 1960[18].
Secondo la storica Jane Dailey dell'Università di Chicago in molti casi lo scopo precipuo dei monumenti non era tanto quello di celebrare il passato, il ricordo e la memoria dei caduti, ma piuttosto quello di promuovere una linea di ideologia assimilabile al suprematismo del "potere bianco" rivolto ai tempi presenti ma soprattutto al futuro[19].
Un altro storico, Karyn Cox dell'Università della Carolina del Nord a Charlotte, ha scritto con espressioni di estrema chiarezza che tali monumenti e memoriali sono "un'eredità diretta dell'era brutalmente razzista di Jim Crow"[20].
L'autore di saggi sulla guerra civile nonché direttore dello Starr Center al Washington College Adam Goodheart ha affermato in un'intervista concessa alla National Geographic Society che tali manifestazioni definite artistiche sono nella realtà della prova storica degli
«artefatti del XX secolo, nel senso che molti di essi hanno a che fare con una visione distorta dei presunti diritti degli Stati alla secessione che ha abbracciato tutti i sudisti così come un ideale di unità nazionale meridionale fino a quel momento appartenente e per lo più appannaggio della gran parte degli Yankee, ma ancora e soprattutto rappresenta una forma di esclusione implicitamente dichiarata dell'esistenza stessa degli afroamericani e della storia afroamericana[5].»
Opinioni e commenti accademici
In una dichiarazione rilasciata nell'agosto del 2017, quando il caso inerente alle controversie su memoriali e monumenti negli Stati Uniti d'America si trovava al suo primo apice ed in una fase prospettica di piena espansione polemica, l'American Historical Association (AHA) poi disse che rimuovere un monumento "non significa però conseguentemente anche cancellare la storia sotterranea relativa ad esso, ma piuttosto si tratta di una sua sottesa evoluzione o quantomeno il desiderio di richiamare l'attenzione su una precedente interpretazione dello stesso evento"[22].
L'AHA non ha mancato quindi di far notare che la maggior parte dei monumenti considerati e sottoposti a contenzioso sono stati eretti senza che vi fosse attorno nulla di simile ad un processo di accettazione democratica degli stessi ed ha quindi raccomandato che fosse "giunto infine il momento di riconsiderare a mente più fredda le decisioni allora assunte".
I memoriali filo-secessionisti eretti in questo lasso di tempo "erano quindi intesi, almeno in parte, ad occultare il terrorismo vigente della prima storia del Ku Klux Klan; un atto necessario per rovesciare i principi della Ricostruzione (dal XIII emendamento della Costituzione degli Stati Uniti d'America in poi nati grazie alla presidenza di Ulysses S. Grant), e per intimidire politicamente (e non solo) gli afroamericani con l'intento di isolarli sempre più dalla corrente principale della vita pubblica".
Una successiva ondata di monumenti ha coinciso in parallelo con l'espansione del grande movimento dei diritti civili guidato da Martin Luther King Jr. e, nella disamina fattane dall'AHA, "questi simboli di supremazia bianca vengono ancora oggi invocati per scopi del tutto simili", appaiandoli nella gran parte dei casi alle espressioni più diffuse di discriminazione, pregiudizio, razzismo, violenza e crimini d'odio contro tutte le minoranze etniche.
Seguendo Adam Goodheart le statue dovevano rappresentare dei simboli della supremazia bianca ed il raduno attorno ad esse da parte dei fautori e dei maggiori propugnatori dell'ideologia dell'estrema destra statunitense, del neonazismo ed in generale dei nemici dei diritti civili con buone probabilità non ha fatto altro alla fine che accelerarne la loro "giusta" rimozione[23].
Elijah Anderson, professore di sociologia ed etnografia all'Università Yale, ha affermato che le statue in questione "contribuiscono davvero e seriamente ad incidere negativamente sulla psiche dei cittadini afroamericani"[24].
Dell Thayer Upton, studioso della storia dell'architettura e presidente del "Department of Art History" all'Università della California, Los Angeles, ha scritto che "quei monumenti non sono mai stati intesi come una manifestazione di arte pubblica", ma piuttosto vennero installati "come un atto di affermazione del fatto che la politica americana fosse una questione riservata agli uomini bianchi (protestanti, sposati ed eterosessuali)" e che, a causa del loro palese intento suprematista, la loro rimozione dagli spazi pubblici è diventata una questione di "giustizia, equità, di valori nazionali e senso civico"[13].
In un suo libro datato 1993 Frank McKenney argomentava invece diversamente, affermando che: "questi monumenti erano il risultato degli sforzi comuni intrapresi dall'opinione pubblica sudista per dare a loro stessi un'arte della memoria e una storia sociale radicata nelle vicende passate"[26].
Gli ex militari e politici secessionisti ebbero serie difficoltà nella raccolta dei fondi necessari per erigere tali monumenti, pertanto il compito sarà principalmente assegnato e rivolto in maniera preponderante alle donne: "alle madri, alle vedove e agli orfani, alle fidanzate e alle sorelle rimaste in uno stato di lutto stretto nei riguardi dei soldati che avevano perduto la vita per una causa"[27]; una "causa" la quale si dimostrerà però alla prova del tempo completamente antistorica e in definitiva errata (intrisa com'era della colpa rappresentata dallo schiavismo).
Innumerevoli associazioni commemorative femminili si vennero a formare nei decenni immediatamente successivi alla conclusione della guerra civile, la maggior parte delle quali si riunirono nelle "United Daughters of the Confederacy" a partire dal 1894. Le donne furono avvertite altresì che stavano comprando "arte sociale schierata politicamente", non semplice metallo o pietra[28].
Arguisce ancora Upton che la storia celebrata da questi monumenti s'impegnerà tuttavia a raccontare solamente una versione degli eventi storici, quella apertamente pro-confederata e filo-secessionista; in aggiunta tali memoriali vennero eretti senza aver prima ottenuto il preventivo consenso degli afroamericani del Sud, addirittura invece grazie ai contributi dei loro più feroci avversari: la popolazione nera rammenta per lo più la guerra civile in modo molto diverso da quello disegnato idealmente da tali statue e non ebbe mai alcun interesse ad onorare coloro che combatterono per mantenerli ridotti in uno stato di schiavitù[13].
Secondo la storica della guerra civile Judith Giesberg, professoressa di storia contemporanea alla Villanova University: "il potere terroristico della supremazia bianca è ciò che davvero queste statue rappresentano"[29].
Robert Seigler, nel suo studio saggistico sui monumenti confederati presenti nella Carolina del Sud, ha scoperto che degli oltre 170 che è riuscito a documentare, ne sono stati rinvenuti solamente 5 dedicati agli afroamericani che erano stati utilizzati dalla dirigenza politico-militare confederata per i lavori forzati sulle fortificazioni o che avevano servito in qualità di musicisti, ingaggiati a tempo per svolgere particolari attività "non idonee alla razza bianca", come servi personali o per altre loro capacità: "quattro di questi erano commemorazioni di schiavi ed uno per un musicista, Henry Brown"[30].
Cheryl Benard, presidentessa dell"Alliance for the Restoration of Cultural Heritage"[31], ha però discusso schierandosi contro la rimozione dei monumenti di guerra confederati in un editoriale per la rivista specializzata in relazioni internazionaliThe National Interest, scrivendo: "dal mio punto di vista l'idea che il modo di trattare con la storia sia quello di distruggere qualsiasi reliquia che ti ricordi qualcosa che non ti piace, è altamente allarmante"[32].
Benard paragona la rimozione addirittura alla "pulizia storica effettuata in altri popoli e paesi" affermando che "la visita alle rovine archeologiche di ogni civiltà precedentemente grande ti farà invariabilmente incontrare iscrizioni che sono state scolpite ad uso e consumo del potere instaurato e la relativa cancellazione delle cause perdenti; facce che sono state cancellate, teste che sono state decapitate dalle loro statue; azioni messe in atto da qualcuno che è venuto dopo e che ha rovesciato o assassinato un suo predecessore, ordinando infine la cancellazione e la damnatio memoriae sul suo nome e la stessa immagine figurativa... Ciò che sarebbe potuto rimanere è la loro storia - differente da quella dei vincitori - e qualsiasi lezione attraverso cui gli umani del futuro avrebbero ben potuto trarne una qualche fonte d'ispirazione"[32].
Eric Foner, uno dei maggiori storici della guerra civile nonché celebrato biografo di Abraham Lincoln, ha sostenuto che avrebbero allora dovuto venire costruite ed innalzate anche altre statue di afroamericani, portando l'esempio della figura dello schiavo ribelle Nat Turner[24].
Alfred L. Brophy, professore di giurisprudenza all'Università dell'Alabama, sostiene a sua volta che la rimozione delle statue confederate avrebbe condotto ad un'estrema "facilità alla dimenticanza", sebbene fosse indubbio che queste stesse statue fossero "immagini riscritte a favore della successiva convinzione della supremazia bianca"[24].
Brophy ha anche dichiarato però che la statua di Robert Edward Lee situata a Charlottesville dovrebbe in ogni modo venire rapidamente smantellata[24].
Avvio della "guerra delle statue"
La cronaca di tali operazioni di rimozione è stata contrassegnata da eventi a catena succedutisi sia nella Louisiana che in Virginia nell'arco di due anni a partire dal 2017. Nel primo di questi Stati, a seguito del Massacro di Charleston, una strage perpetrata contro la chiesa afroamericana locale del 2015, la città di New Orleans ha deciso di far rimuovere i propri memoriali confederati due anni più tardi[34].
Solo alcuni mesi dopo, nell'agosto del 2017, venne dichiarato lo Stato di emergenza in Virginia a seguito di una manifestazione organizzato dall'associazione "Unite the Right" (il Unite the Right rally) per protestare contro la rimozione della statua di Lee si trasformò in uno scontro violento con danneggiamenti alle proprietà e finanche alle persone (3 morti, decine di feriti, veicoli dati alle fiamme e usati a mo' di ariete per sfondare vetrine e serrande dei negozi)[35].
Altri eventi simili si aggiunsero praticamente in tutti gli Stati Uniti d'America. A Baltimora ad esempio le statue confederate ospitate dalla città sono state rimosse nella notte tra il 15 e il 16 di agosto; il sindaco di Baltimora, la Democratica afroamericana Catherine E. Pugh ha dichiarato di aver ordinato gli smantellamenti notturni per preservare la sicurezza pubblica[36][37].
Allo stesso modo a Lexington (Kentucky) in quello stesso 16 agosto in una seduta del consiglio comunale il sindaco Democratico Jim Gray ha richiesto ufficialmente all'assemblea municipale di far approvare il trasferimento di due "state sudiste" dall'edificio del tribunale penale circoscrizionale[38][39].
Un altro evento si è verificato a Durham (Carolina del Nord), dove una folla di manifestanti ha rovesciato con la forza il monumento in onore dei soldati confederati posizionato all'ingresso dell'Aula giudiziaria federale della contea di Durham (Carolina del Nord) nella giornata di ferragosto: otto di questi attivisti sono stati tratti in arresto in relazione all'azione commessa[40].
ed infine anche nella Virginia (1902), le assemblee statali hanno fatto promulgare delle legislazioni ad hoc nel tentativo di impedire, o nel caso dell'Alabama per proibire esplicitamente[42], la rimozione o una qualsiasi forma di alterazione o manomissione dei monumenti pubblici confederati.
Nel caso della Carolina del Nord la rimozione richiede l'approvazione legislativa ed è consentita solo se essa si renda necessaria quale mossa per preservare l'oggetto artistico in questione o per l'eventuale costruzione di altri edifici ad uso pubblico[43].
I tentativi di abrogare queste leggi non hanno avuto alcun successo. La legge dell'Alabama, l'"Alabama Memorial Preservation Act", è stata approvata nel maggio del 2017, nella Carolina del Nord nel 2015[44]. Il Tennessee ha approvato il suo "Tennessee Heritage Protection Act" nel 2016; richiede una maggioranza dei 2/3 da parte della "Commissione Storica del Tennessee" per rinominare, rimuovere o spostare qualsiasi statua pubblica, monumento o memoriale[45].
Secondo quanto riporta il New York Times, l'atto del Tennessee mostra con chiarezza "un esplicito intento di impedire ai comuni del Tennessee di abbattere i memoriali confederati"[46].
La rimozione della bandiera degli Stati Confederati d'America dalla capitale della Carolina del Sud richiedeva un voto di 2/3 per entrambe le aule parlamentari, così come la rimozione di ogni altro monumento confederato[47].
I monumenti confederati si trovano in gran parte nelle città, che, come altri grandi centri urbani americani, nel corso del XX secolo sono diventate più "nere" e più politicamente liberali rispetto al resto degli Stati in cui si trovano.
Opinione pubblica
Un sondaggio d'opinione commissionato della Reuters del 2017 ha rilevato che il 54% degli adulti americani ha dichiarato che i monumenti dovrebbero rimanere in tutti gli spazi pubblici, mentre il 27% ha espresso l'idea che dovrebbero essere rimossi, mentre il 19% ha ammesso di non sapere[48].
I risultati sono stati suddivisi lungo linee sia razziali che politiche, con Repubblicani e bianchi americani che preferivano mantenere i monumenti sul posto, mentre i progressisti del Partito Democratico e le minoranze etniche propendevano per la loro rimozione[49]. Un altro sondaggio sempre del 2017, condotto da "HuffPost/YouGov", ha rilevato che il 33% degli intervistati ha preferito la rimozione, mentre il 48% si è opposto, con circa il 18% di dubbiosi[50][51].
Rimozioni
Forze armate
A Fort Bliss: dopo aver ricevuto vibranti reclami e indirizzi di protesta la "Forrest Road" (dal nome del cavalleggero sudista nonché co-fondatore del Ku Klux KlanNathan Bedford Forrest) è stata ribattezzata "Cassidy Road" in onore del luogotenente generale Richard T. Cassidy, comandante e sovrintendente del servizio postale militare[52].
Il procuratore generale dell'Alabama Steve Marshall ha citato in giudizio Bell e la città per aver violato una nuova legge statale (2017) che vieta il "trasferimento, la rimozione, l'alterazione o una qualsiasi altra forma di danneggiamento rivolto contro ogni tipo di monumento esistente sulla proprietà pubblica che è in esposizione da 40 anni o più"[58].
Una statua del soldato confederato vi fu eretta nel 1910 all'incrocio tra North Main Avenue e West Capital Street adiacente al parco: è stata quasi distrutta il 16 luglio del 2016 quando un poliziotto ha accidentalmente investito il monumento con la sua auto di pattuglia. La statua è precipitata dal suo piedistallo rimanendo gravemente danneggiata[59].
Nel 2017 il consiglio governativo della città di Demopolis ha votato 3-2 per spostare il monumento confederato danneggiato all'interno di in un museo locale ed installare al suo posto un nuovo memoriale a forma di obelisco che onora sia l'Unione che i soldati confederati[60].
La Southside High School: fino al 2016 il soprannome dell'istituto era "Rebels"; la sua mascotte era Johnny Reb, personificazione nazionale fittizia di un soldato confederato. La scuola ha anche interrotto l'uso di Dixie come sua "canzone di lotta"[61].
La Confederate Boulevard è stata ribattezzata Springer Boulevard nel 2015; il nuovo nome onora una famiglia afroamericana di rilievo presente nella zona sin dai tempi della guerra civile[62].
Il Confederate Monument nell'Hollywood Forever Cemetery[64]: coperto con una tela cerata e portato via nel bel mezzo della notte dopo che gli attivisti avevano chiesto la sua rimozione e verniciato con lo spray la parola "No" sul retro il 15 agosto del 2017[65][66].
La Robert E. Lee Elementary School, fondata nel 1959; rinominata Pacific View Leadership Elementary School il 22 maggio del 2016[67].
Il marcatore finale in pietra della Jefferson Davis Highway, installato ad Horton Plaza nel 1926 e trasferito sul marciapiede occidentale della piazza in seguito a una ristrutturazione avvenuta nel 2016[68]: dopo il raduno di "Unite the Right" in Virginia il consiglio comunale di San Diego ha rimosso la targa il 16 agosto del 2017[69].
La San Lorenzo High School: fino al 2017 il soprannome dell'istituto era The Rebels ("I ribelli") - un tributo al soldato confederato nella Guerra Civile. La sua mascotte, "The Rebel Guy", è stata ritirata e sostituita nel 2016; la mascotte originale della scuola, il colonnello Reb, era un uomo bianco con un bastone e un pizzetto che era "andato in pensione" nel 1997[70].
La Quartz Hill High School: fino al 1995 l'istituto aveva una mascotte chiamata "Johnny Reb", che sventolava una bandiera degli Stati Confederati d'America alle partite di football.
Johnny Reb aveva sostituito un'altra mascotte a tema confederato, Jubilation T. Cornpone (con il ritratto di Li'l Abner), che sventolava la bandiera "Stars and Bars" alle partite di football americano. Le raccolte di fondi "Slave Day" sono state ritirate gradualmente nel corso degli anni 1980[71].
Carolina del Nord
Carolina del Nord
Una legge statale, la Historic Artifact Management and Patriotism Act (2015), impedisce ai governi locali di rimuovere o spostare i monumenti senza un apposito permesso governativo.
Nel 2017 il governatore della Carolina del NordRoy Cooper ha chiesto all'Assemblea parlamentare di abrogare la legge, affermando: "non pretendo di sapere cosa possa significare per una persona di colore passare davanti ad uno di questi monumenti e considerare quello che quei commemorati in pietra e metallo hanno fatto. Non apprezzo abbastanza la mia libertà o umanità: ma a differenza di un padre afroamericano non dovrò mai spiegare alle mie figlie perché esiste un monumento opera di esaltati dedicato a coloro che desideravano tenere lei e i suoi antenati in catene"[72].
Ha anche ha chiesto al "Dipartimento delle risorse naturali e culturali" di "determinare il costo e la logistica di rimozione dei monumenti confederati dalle proprietà dello Stato"[73][74].
Un monumento del 1977 eretto dalla "Confederate Memorial Association" di Charlotte e situato sul terreno del vecchio municipio è stato danneggiato e successivamente rimosso dal luogo per la pulizia di rito nel luglio del 2015. Più tardi nello stesso mese, la "Legge sul Manufatto e il Patriottismo" entrò in vigore mentre il monumento era ancora situato in un magazzino di proprietà della città[77].
Approfittando dell'aspetto tecnico il consiglio comunale ha votato per spostare l'opera al cimitero di Elmwood, di proprietà della città, accanto a tombe confederate e ad un obelisco di granito già esistente in onore dei soldati confederati[78].
Il monumento dei soldati confederati, di fronte all'Old Courthouse della contea di Durham (Carolina del Nord) è stato abbattuto dai manifestanti il 14 agosto del 2017.
Sette presunti colpevoli sono stati successivamente arrestati e accusati di distruzione di proprietà, atti criminali e "incitamento alla rivolta"[72]. Tutte le accuse sono state ritirate[79]. Quel che ne rimane è conservato in un magazzino della contea[80].
Un monumento grande dedicato ai soldati confederati, eretto nel 1895 di fronte al Capitol (parlamento) dello stato, è stato attaccato dai manifestanti durante le proteste per la morte di George Floyd. Il 21 giugno 2020, tutto il monumento è stato rimosso dalla autorità[82].
Dal 1910 al 2011 il monumento dedicato si trovava nel centro cittadino. In quell'anno un automobilista lo investì mandando in frantumi il soldato di granito che si trovava in cima ad esso. Riportare il monumento nel centro della città ha scatenato un dibattito tra funzionari locali, vicini di casa e amici, che ha portato alla sua collocazione nel suo attuale sito: il Cimitero di Greenview[83].
La bandiera confederata fu issata nel 1962 nel Campidoglio (Columbia). Nell'anno 2000 l'assemblea legislatura votò per rimuoverla e sostituirla con una bandiera su un'asta di fronte all'edificio[84]; nel 2015 la rimozione completa è stata approvata dalla maggioranza richiesta dei 2/3 di entrambe le camere del parlamento statale[47].
La bandiera è stata consegnata al "South Carolina Confederate Relic Room & Military Museum".
Florida
Un incontro del "Florida League of Mayors" tenutosi nel mese di agosto del 2017 è stato dedicato al seguente tema: come comportarsi nei riguardi dei monumenti confederati della guerra civile e cosa sarebbe meglio farne[86].
Il 22 agosto del 2017 la Commissione della contea di Manatee ha votato 4-3 per spostare il monumento confederato posizionato proprio di fronte al tribunale distrettuale federale, eretto nel 1924 dalle "Figlie della Confederazione": messo in deposito[87].
Il giorno 24 seguente, mentre veniva spostato (alle 3 del mattino), la guglia ─ con incisi i nomi di Robert E. Lee, Jefferson Davis e Stonewall Jackson ─ crollò andando in frantumi. Il danno è stato considerato riparabile, ma la Contea raccomanda che non venga aggiustata fino a quando non sia trovata per esso una nuova e maggiormente adeguata destinazione[88].
Nell'agosto del 2017 il sindaco della città ha preso la decisione di rimuovere tre targhe da Riverfront Park che onoravano i veterani confederati[89][90].
Il monumento confederato chiamato "Old Joe", eretto sul prato del palazzo di giustizia della contea di Alachua e inaugurato il 20 gennaio del 1904[91]: rimosso dal terreno governativo e messo all'interno di in un cimitero privato, con la partecipazione delle "Figlie della Confederazione"[92].
A seguito di una petizione che ha raccolto più di 160.000 firme, la Nathan Bedford Forrest High School è stata ribattezzata Westside High School nel 2014[94][95].
Monumento confederato "Johnny Reb", al Lake Eola Park. Eretto nel 1911 su Magnolia Avenue; trasferito al Lake Eola Park nel 1917: rimosso dal parco in un sito privato nel 2017[97].
A partire dal 2007 la contea ha inoltre smesso di celebrare il "Confederate History Month (il "Mese storico della Confederazione").
Nel giugno del 2017 il consiglio scolastico della contea di Hillsborough ha iniziato una revisione generale, iniziando un sondaggio su come avrebbe dovuto essere cambiato il nome della "scuola elementare Robert E. Lee" a Est di Tampa[100].
Memoria in Aeterna, all'Old Hillsborough County Courthouse, a partire dal 2017 annesso all'attuale Courthouse. "Il monumento è composto da due soldati confederati: uno rivolto a Nord, eretto e diretto verso la battaglia, e l'altro a Sud, con i vestiti laceri mentre si dirige verso casa umiliato dalla guerra. Tra di loro c'è un obelisco alto 32 piedi con l'immagine di una bandiera confederata incisa in esso"[101]. Viene definito "uno dei simboli più controversi esistenti nella contea di Hillsborough"[102].
Fu eretto per la prima volta nel 1911 nelle vie Franklin e Lafayette e nel 1952[100] si trasferì nella sua sede attuale, di fronte all'allora nuovo tribunale della contea. Dopo aver votato a luglio 2017 per spostare la statua nel piccolo cimitero della famiglia Brandon nel sobborgo che porta il suo nome (Brandon (Florida), la County Commission ha annunciato il 16 di agosto che il monumento sarebbe stato spostato solo se i privati avessero raccolto $ 140.000, il costo del lavoro, entro 30 giorni. I fondi sono stati raccolti entro 24 ore.
La giornata successiva "Save Southern Heritage, Veterans' Monuments of America" e "United Daughters of the Confederacy" hanno intentato un processo civile per impedire il trasferimento della statua[103]. Il 5 di settembre seguente un giudice amministrativo di Hillsborough ha negato la loro richiesta di un'ingiunzione. La rimozione del monumento, che è proseguita per diversi giorni, ha iniziato l'operazione quello stesso giorno[102]. È stato tagliato in 26 pezzi per consentirne più agevolmente la rilocazione[102].
La bandiera della Confederazione è stata rimossa dal sigillo ufficiale dell'Aula senatoriale statale; veniva mostrata nelle sue stanze di lavoro ed uffici oltre che sulla carta intestata del Senato: si è deciso di depennare il simbolo a partire dal 19 agosto del 2015[104]. Il nuovo stemma a forma di scudo è in vigore dal 2016[105].
Il Sigillo del Senato dello Stato comprendeva la bandiera di battaglia confederata già dal 1972 e fino al 2016; i parlamentari hanno votato nell'ottobre del 2015 per sostituire il simbolo confederato con la bandiera della Florida sulla scia delle polemiche scaturite dal massacro di Charleston e dal dibattito da esso motivato[106].
Vandalizzato più volte. Rimosso e messo in deposito per ordine del sindaco Jeri Muoio il 22 agosto del 2017, dal momento che il suo proprietario, le Figlie Unite della Confederazione, non l'aveva rivendicato nonostante la notifica a loro indirizzata[109]. Viene ritenuto dagli storici locali l'ultimo monumento confederato esistente nella contea di Palm Beach[110][111].
Jefferson Davis Middle School: ribattezzata Palm Springs Middle School nel 2005[112].
la bandiera dello Stato comprendeva la bandiera di battaglia confederata dal 1956 fino al 2001; il governatore ed il parlamento hanno votato quest'anno per abbandonare il simbolo confederato. La bandiera attuale (senza il simbolo) fu adottato nel 2003.
L'ateneo lasciò cadere la parola "Dixie" dal nome della sua Redcoat Marching Band nel 1971 dopo che alcuni studenti ebbero a dichiarare che risultava offensivo. Il gruppo musicale smise di suonare la melodia che porta lo stesso nome - Dixie's Land - in quel lasso di tempo[118].
Confederate Memorial Day - Giornata della Confederazione:
La Georgia ha rimosso il riferimento confederato nel 2015. L'ultimo lunedì di aprile è ora noto come "State Holiday"[119].
Il 12 giugno 2020, il tribunale della contea di DeKalb ordinato la rimozione d'un monumento nella forma d'un obelisco commemorando gli soldati confederati locali di fronte del palazzo di tribunale. Il DeKalb County Confederate Monument è stato rimosso il 18 giugno, fra applauso d'una folla generalmente d'afroamericani[120][121].
Confederate Flag Bicentennial Memorial (del 1962, rimosso 2015). La bandiera di battaglia confederata era stata esposta presso il padiglione John S. Stevens al Veterans Memorial Plaza vicino al centro cittadino a partire dal 1976, quando fu collocata lì in una mostra di bandiere storiche come parte del bicentenario della nazione. La bandiera è stata rimossa il 2 luglio del 2015 per ordine diretto del sindaco Jeff Longwell[123].
Boone County High School. La mascotte della scuola era il signor Rebel, un generale confederato che si erge in uniforme azzurra, berretto di piume e baffi inglesi. È stata sostituita nel 2017[124].
Il sindaco di Lexington, Jim Gray, ha proposto la rimozione di due statue pubbliche che commemorano rispettivamente John Hunt Morgan e John C. Breckinridge. Il consiglio comunale ha approvato la rimozione il 17 agosto del 2017, dando al sindaco 30 giorni di tempo per determinare un nuovo sito ove collocarle[125][126].
Sono state rimosse il 17 ottobre del 2017 e saranno conservate in deposito in attesa del completamento di un accordo per riposizionare le statue al cimitero privato di Lexington[127].
Il Confederate Monument in Louisville fu dedicato nel 1895 e venne collocato accanto all'università di Louisville su una proprietà comunale. È stato rimosso e ri-localizzato in un parco sul lungofiume a Brandenburg (Kentucky) nel dicembre del 2016[128]. Il costo dello spostamento è stato di $ 600.000[129].
I primi monumenti confederati fatti demolire nel 2017 sono stati quelli di New Orleans, sebbene già nel 2015 il consiglio municipale ne abbia ordinato la rimozione; le varie contestazioni legali contro una tale decisione non hanno avuto successo[130].
Gli operai che hanno spostato i monumenti erano vestiti con giubbotto antiproiettile, elmetti e maschere per nascondere le loro identità a causa delle preoccupazioni riguardanti la loro sicurezza ed incolumità personale[131].
Secondo il sindaco di New Orleans Democratico Mitch Landrieu "la ditta originale che avevamo ingaggiato per rimuovere i monumenti si è ritirata dopo aver ricevuto minacce di morte e aver subito l'incendio di uno dei suoi mezzi"[132].
"I criminali ad un certo punto si sono intrufolati nell'accesso di una delle nostre macchine e hanno versato sabbia nel serbatoio del gas. Altri manifestanti hanno fatto volare dei droni presso gli appaltatori per ostacolarne il lavoro"[133].
L'amministrazione cittadina ha dichiarato che stava valutando le opzioni inerenti alla collocazione e relativa visualizzazione delle opere in modo che potessero essere "collocate nel loro contesto storico più appropriato a causa del periodo buio della Storia degli Stati Uniti d'America che rappresentano"[134].
Il 19 maggio del 2017 il Monumental Task Committee[135], un'organizzazione che mantiene monumenti e targhe in tutta la città, ha commentato la rimozione delle statue nella maniera seguente: "il sindaco Landrieu e il Consiglio comunale hanno spogliato Orleans di monumenti storici riconosciuti a livello nazionale; con la rimozione di quattro dei monumenti più antichi del secolo scorso, a 299 anni di vita, New Orleans ora entra nel suo Tricentenario più divisa che mai e assai meno storicamente riconoscibile".
Landrieu ha replicato in quella stessa giornata: "queste statue non sono solo pietra e metallo, non sono solo ricordi innocenti di una storia benevola e benvoluta. Questi monumenti celebrano intenzionalmente una Confederazione secessionista immaginaria e santificata, ignorando la morte, ignorando la schiavitù e il terrore che in verità stava per realizzare"[136].
Battle of Liberty Place Monument - Eretto nel 1891 per commemorare il tentativo di insurrezione conosciuto col nome di battaglia di Liberty Place e avvenuto nel 1874 durante l'Era della Ricostruzione; celebra la White League, un'organizzazione razzista e segregazionista. Rimosso il 24 aprile del 2017. Gli operai erano protetti a vista da ufficiali di polizia e sorvegliati da un vicino hotel[137].
Jefferson Davis Monument - Costo $ 35.000, venne inaugurato il 22 febbraio del 1911, il 50º anniversario della sua inaugurazione come Presidente degli Stati Confederati d'America, a cura della "Jefferson Davis Monument Association" costituitasi nel 1898.
Statua equestre del generale Beauregard - eretto nel 1913. Rimosso il 17 maggio del 2017.
Monumento a Robert E. Lee - Eretto nel 1884. Statua in cima ad una colonna alta 18 m e su un tumulo di terra di 3,7 m. Statua rimossa il 19 maggio del 2017.
Rinominare le scuole pubbliche: nel 1992 il consiglio scolastico annunciò dei progetti atti a ribattezzare gli istituti d'istruzione pubblica intitolati ai proprietari degli schiavi, sempre che i genitori, gli insegnanti e gli stessi alunni interessati lo avessero preventivamente approvato.
La scuola Benjamin Morgan Palmer, dal nome del pastore e teologo presbiteriano filo-schiavista il quale influenzò la decisione della Louisiana di separarsi e unirsi alla Confederazione: ribattezzata Lorraine Hansberry Elementary School in onore della drammaturga afroamericana che scrisse A Raisin in the Sun.
Taney rimase "Chief Justice" fino alla sua morte avvenuta nel 1864; tuttavia fu anche il principale autore della sentenza filo-schiavista nel caso Dred Scott contro Sandford del 1857 la quale contribuirà potentemente a condurre direttamente alla Guerra Civile.
I monumenti a lui dedicati vengono quindi rimossi allo stesso tempo, e per le stesse ragioni, dei corrispettivi monumenti confederati. Come è accaduto anche per i monumenti di Baltimora smantellati due giorni prima, essa è stata tolta nel cuore della notte sotto il controllo e la scorta armata della polizia[142][143].
Baltimora
Il "Confederate Soldiers and Sailors Monument" (Spirit of the Confederacy) a Mount Royal Avenue. Deturpato con vernice rossa il 13 agosto del 2017. Nel 2015 deturpato da una vernice gialla che recitava: "Black Lives Matter"[144]. Rimosso il 16 agosto del 2017[145].
Il "Confederate Women's Monument" posizionato tra Charles Street e University Parkway, opera dell'artista marylandese Joseph Maxwell Miller: installato nel 1917, rimosso il 16 agosto del 2017[145].
Lo "Stonewall Jackson and Robert E. Lee Monument" posizionato sul lato nord-occidentale del Wyman Park Dell, a Charles Village, di fronte al Baltimore Museum of Art e appena a sud del Homewood Campus della Università Johns Hopkins. Opera di Laura Gardin Fraser, installato nel 1948 e rimosso il 16 agosto del 2017.
La "Roger B. Taney". Una rifusione e copia della omonima statua di Annapolis, risalente al 1871. Opera di William Henry Rinehart: statua rimossa il 16 agosto del 2017.
Monumento confederato; è stato rimosso nel luglio del 2017 dalla sua posizione originale al di fuori della Rockville Court House in un terreno privato. Fu originariamente donato nel 1913[147].
la bandiera dello Stato comprendeva la bandiera di battaglia confederata dal 1894 fino al 2020. Il 30 giugno del 2020, il parlamento dello stato dichiarò il ritiro della bandiera. Una completamente nuova bandiera, senza simboli confederati, fu adottata nel novembre del 2020.
Il memoriale delle donne confederate su Ward Parkway, un dono del 1934 delle Figlie della Confederazione, è stato deturpato da graffitismo il 18 agosto del 2017 e imbragato e recintato due giorni dopo in preparazione della sua rimozione: rimosso il 25 seguente[151][152].
Memorial to the Confederate Dead, rimosso nel giugno del 2017 da Forest Park, attende una nuova ubicazione al di fuori dei confini della città e della contea di St. Louis (Missouri) (per un accordo sopravvenuto tra l'amministrazione e il museo della guerra civile del Missouri nella "Jefferson Barracks Military Post")[153].
Confederate Memorial Fountain (1916). Il consiglio comunale ha votato il 17 agosto del 2017 per rimuoverlo: è stato rimosso il giorno seguente[154][155]. Sulla sua storia, vedi il "Mito della causa persa confederata"[156].
Università del Nevada, Las Vegas (UNLV): fino agli anni 1970 la mascotte della scuola era "Beauregard", un lupo abbigliato con una giacca da campo militare grigia ed un cappello confederato[157][158].
Brooklyn
Il 16 agosto 2017 la diocesi della Chiesa episcopale degli Stati Uniti d'America a Long Island ha rimosso una targa risalente del 1912 da un albero piantato tra il 1842 e il 1847 da Robert E. Lee. Hanno anche rimosso una seconda pietra marcatrice fatta erigere dalle Figlie Unite della Confederazione nel 1935[159].
Un marcatore storico statale posizionato all'esterno della casa in cui nacque il sudista Roswell Sabine Ripley è stato rimosso il 18 agosto del 2017[166].
Willoughby South High School: nel 2017 la scuola ha lasciato depennare la propria mascotte "Ribelle" - un uomo vestito con un completo militare confederato grigio - ma ha mantenuto il soprannome di "Rebel"[167].
La South Cumberland Elementary School: una bandiera confederata dipinta su un muro è stata cancellata, mentre la bandiera confederata e un'immagine simile ad un linciaggio sono state rimosse da un murale[168].
Tre parchi cittadini "a tema" filo-confederati sono stati ribattezzati rapidamente prima del passaggio della Tennessee Heritage Protection Act del 2013[169]. Il Confederate Park (1908) è stato rinominato Memphis Park; il Jefferson Davis Park (1907) è diventato il Mississippi River Park; ed il Forrest Park (1899) cambiato in Health Sciences Park[170][171].
Il voto del consiglio comunale è stato unanime[172]. All'epoca in cui furono dedicati gli afroamericani non potevano liberamente utilizzare quegli spazi[173].
Il Jefferson Davis Monument a Memphis Park a partire dal 1904: rimosso.
Il Nathan Bedford Forrest Monument commissionato nel 1901 e dedicato a partire dal 1905, situato nello Health Sciences Park. I funzionari del consiglio cittadino erano unanimi nel cercare di rimuovere le statue, ma sono stati bloccati dalla "Tennessee Historical Commission"[174].
Dopo aver esplorato le possibili ed eventuali risoluzioni legali[175] la città di Memphis ha deciso di vendere i due parchi ad un nuovo ente non profit, il Memphis Greenspace - il cui presidente è un commissario della contea - per $ 1.000 ciascuno. La statua è stata rimossa in quello stesso giorno, il 20 dicembre del 2017[174][175][176][177].
La Forrest Hall (ROTC building) alla Middle Tennessee State University: nel 2006 il fregio raffigurante il generale Forrest a cavallo che aveva adornato il lato di questo edificio è stato rimosso tra le proteste, ma una spinta importante volta a cambiarne il nome non è andata a buon fine.
Inoltre la mascotte atletica della Blue Raiders dell'università fu trasformata in un pegaso da un cavaliere che era, al fine di evitare l'associazione con l'ufficiale confederato[179].
La Confederate Memorial Hall dell'Università Vanderbilt è stata ribattezzata Memorial Hall il 15 agosto del 2016. Poiché l'edificio è stato costruito in seguito ad una donazione di $ 50.000 effettuata dalle United Daughters of the Confederacy nel 1933 l'istituto ha restituito loro l'equivalente del 2017, $ 1,2 milioni[180].
Prima di questa soluzione concordata la Vanderbilt è stata coinvolta in una causa legale, risalente almeno al 2005, con le "Figlie della Confederazione". Michael Schoenfeld, vice cancelliere di Vanderbilt per gli affari pubblici, ha detto che lui e altri funzionari universitari hanno ricevuto minacce di morte per la decisione assunta dalla sua scuola[118].
Al Parco tematicoSix Flags Over Texas: nell'agosto 2017 ha rimosso la bandiera confederata a stelle e barre dopo averla lasciata sventolare per 56 anni insieme a quelle degli altri Stati. Nel corso degli anni 1990 il parco ha ribattezzato la sezione della Confederazione in "Sezione del Vecchio Sud" e rimosso tutte le bandiere di battaglia confederate[181].
Nel maggio 2015 la rappresentanza studentesca ha votato quasi all'unanimità per rimuovere una statua dedicata a Jefferson Davis che era stata eretta nel campus di South Mall[183][184].
Poco dopo il massacro di Charleston del giugno del 2015 la frase "le vite nere contano" (Black Lives Matter) è stata scritta ripetutamente in grosse lettere evidenziate di rosso sul suo basamento; i messaggi precedenti includevano "Davis deve cadere" e "Liberate U. T." (l'Università del Texas)[185].
I funzionari universitari hanno convocato una task force per decidere se onorare la petizione degli studenti la quale richiedeva la rapida rimozione del monumento. Seguendone le raccomandazioni il preside Gregory L. Fenves ha annunciato il 13 di agosto che la statua sarebbe stata trasferita per servire come mostra educativa nel "Dolph Briscoe Center for American History" Museum[186].
Il funzionario ha dichiarato: "non è nel migliore interesse dell'Università continuare a commemorarlo [Davis] sul nostro Main Mall"[187]. L'azione legale intrapresa dai Son Confederate Veterans non ha ottenuto alcun successo[187]. La statua è stata infine rimossa il giorno 30 seguente[188].
Esistevano tuttavia ancora tre statue confederate (opere di Pompeo Coppini) rimaste nel South Mall dell'Università del Texas, che ritraggono rispettivamente i generali Robert E. Lee, Albert Sidney Johnston ed il Segretario alle Poste del governo secessionista John Henninger Reagan. Erano state dedicate tutte nel 1933.
Tra il 20 e il 21 agosto del 2017 l'Università ha rimosso le tre statue confederate dai terreni del campus e le ha trasferite in un museo[189][190]. La decisione è stata assunta come diretta conseguenza dell'Unite the Right rally del 10-11 precedente avvenuto a Charlottesville[191].
Nel 2016 la John Bell Hood Middle School si è ribattezzata, con il concorso del Board of Trustees del District of Dallas Independent School, in Piedmont Global Academy[150].
Statua di Robert E. Lee (1936) situata nel Lee Park lungo Turtle Creek Boulevard. Dedicata nel 1936 per celebrare l'Esposizione del Centenario del Texas. Rimossa il 14 settembre del 2017 dopo che il consiglio comunale ha votato 13 contro 1 per farla togliere immediatamente[192][193][194].
Robert E. Lee Park: è stato temporaneamente ribattezzato "Oak Lawn Park" fino a quando un nome definitivo non venga approvato[195][196].
La South Garland High School ha rimosso vari simboli confederati nel 2015. Un mosaico di piastrelle per pavimento donato dalla Classe del 1968 e un segno in granito davanti alla scuola sono stati sostituiti; entrambi avevano incorporato la bandiera confederata, che faceva parte dello stemma originale della scuola. Inoltre il distretto ha lasciato cadere "Dixie" come motivo per la canzone di lotta scolastica[198].
L'istituto cambiò inoltre l'uniforme della mascotte - un colonnello - dal grigio confederato al rosso e blu nel 1991[199].
Dowling Street. Chiamata in onore del comandante confederato Richard William Dowling: rinominata Emancipation Avenue nel 2017[200].
Lee High School (1962). Originariamente conosciuta come la scuola superiore Robert E. Lee, i leader distrettuali lasciarono cadere "Robert E." dal nome dell'istituto per allontanare la scuola dal generale confederato[201]. I funzionari scolastici ne hanno cambiato definitivamente il nome in Margaret Long Wisdom High School nel 2016.
La Westbury High School ha cambiato il soprannome delle sue squadre atletiche dai "Ribelli" agli "Husky"[202].
Il Confederate Soldiers' Monument, dedicato il 28 aprile 1899 e situato al Travis Park, nei pressi del sito della battaglia di Alamo[203]: rimosso il 1º settembre del 2017[204][205][206].
Robert E. Lee High School si è ribattezzata scuola superiore LEE (Legacy of Education Excellence), secondo quanto riferito, per preservare la storia dell'istituto e ridurre al minimo le spese di ri-denominazione, nel 2017[150].
La mascotte "capitano Rebel" della South Burlington High School (1961); l'uso della bandiera confederata e la riproduzione di Dixie's Land suscitarono quasi subito controversie durante l'era del movimento per i diritti civili degli afroamericani e nei decenni successivi. Il consiglio scolastico ha votato per mantenere il nome nel 2015 ma per cambiarlo nel 2017.
"The Rebel Alliance", un gruppo di comunità contrarie al cambiamento della mascotte ha condotto due sforzi riusciti nello sconfiggere il bilancio scolastico in votazioni pubbliche come protesta[208][209]: gli studenti scelgono però la nuova denominazione "Lupi" e l'operazione di rinomina procede[210].
La J. E. B. Stuart High School (1958), dal nome del generale sudista James Ewell Brown Stuart. A seguito delle veementi proteste espresse sia dagli studenti che da un certo numero di genitori e professori - iniziate queste nel giugno 2015 - il consiglio d'istituto ha votato nel luglio del 2017 per ribattezzare la scuola con il nome di "Justice High" a partire dall'inizio dell'anno scolastico 2019[150]. Il nuovo nome diventa effettivo il 1º luglio del 2018[212].
Il "Lee Park", sede di una statua equestre anteriore raffigurante Robert Edward Lee, è stato ribattezzato "Emancipation Park" il 6 febbraio del 2017. In quello stesso giorno il consiglio comunale ha anche votato a favore della veloce rimozione del monumento; ad aprile si è scelto di porre in vendita la statua.
A maggio un'ingiunzione giudiziaria della durata di sei mesi - che ha provveduto a bloccare la rimozione - è stata emessa a seguito di un'azione legale intrapresa da parte dei Sons of Confederate Veterans e di altri. A giugno il piedistallo è stato verniciato a spruzzo con le parole "Black Lives Matter"[213] e durante la notte tra il 7 e l'8 luglio seguenti è stato nuovamente danneggiato con una vernice rossa corrosiva e soggetto ripetutamente a vandalismo[214].
Il 20 agosto 2017 il consiglio comunale ha votato all'unanimità per avvolgere la statua, assieme a quella gemella che rappresenta Thomas Jonathan Jackson, con un enorme sacchetto di plastica nero.
Si "decise anche di indirizzare il sindaco e gli assessori competenti a fare un ulteriore passo amministrativo che avrebbe reso alla fine più facile rimuovere definitivamente anche la statua di Jackson"[215]. Le due opere sono infine state coperte e legate con robuste sartie il 23 seguente[216].
Il 6 di settembre l'amministrazione cittadina ha votato la rimozione della statua di T. "Stonewall" Jackson dall'Emancipation Park[217].
Il "Jackson Park" è stato ribattezzato "Justice Park"[218].
Il "Board of Visitors" dell'Università della Virginia (l'amministrazione fiduciaria) ha votato all'unanimità per rimuovere due lapidi dalla Rotonda universitaria che onoravano studenti e alunni che combatterono e morirono per gli Stati Confederati d'America durante la guerra di secessione americana. Il rettorato ha anche concordato "di devolvere una donazione di $ 1.000 ricevuta nel 1921 dal Ku Klux Klan e con tale somma, corretta dall'inflazione, di contribuire ad una causa adeguata"[219].
Il 9 luglio 2021, la statua equestre di Robert E. Lee fu infine rimossa sulle ordine del consiglio[220]. Nell'ottobre 2023, la statua fu trasportata a una fucina non identificata e fusa[221].
Il 2 febbraio del 2018 l'amministrazione del parco ha annunciato che l'attrazione sarebbe stata ribattezzata "Racer 75" a partire dalla stagione 2018, sebbene non abbia in alcuna maniera commentato la relazione tra il cambiamento di denominazione né le radici confederate del precedente nome nel proprio comunicato stampa[222].
Nel 2011 il Consiglio comunale ha approvato un'ordinanza per vietare lo sbandieramento di vessilli differenti dalla bandiera degli Stati Uniti d'America, dalla bandiera della Virginia e da una bandiera cittadina - non ancora disegnata - e dal loro fissaggio sui pali della luce. Diverse bandiere sudiste erano state fatte sventolare in precedenza e attaccate sui lampioni della città per commemorare il Lee-Jackson Day, che è stato osservato il venerdì precedente alla festività federale del Martin Luther King Day[223].
Circa 300 sostenitori della bandiera degli Stati Confederati d'America, compresi i membri dei "Figli dei veterani confederati", radunatisi sia prima della riunione dell'assemblea cittadina[224] che dopo il voto, hanno promesso di contestare la nuova ordinanza locale in tribunale a colpi di carta bollata[223]. Le rimostranze non hanno ottenuto alcun successo e l'ordinanza rimane in vigore.
La municipalità ha cercato anche di impedire ai privati di issare bandiere confederate sulle proprie proprietà, ma un'ingiunzione federale risalente al 1993 ne ha bloccato il tentativo[224].
Nei pressi della stessa Lee Chapel esiste la più antica "Grace Episcopal Church", nella quale l'ex generale sudista partecipava assiduamente alle funzioni religiose. Nel 1903 la chiesa fu ribattezzata in suo onore "R. E. Lee Memorial Church"; nel 2017 ha cambiato nuovamente il suo nome ritornando a essere la "Grace Episcopal Church".
Statua equestre di Stonewall Jackson situata su Monument Avenue: eretta nel 1919. Rimossa il 1 luglio del 2020[230].
Statua di Matthew Fontaine Maury situata su Monument Avenue: eretta nel 1929. Rimossa il 2 luglio del 2020[231]
Statua equestre di J. E. B. Stuart situata su Monument Avenue: eretta nel 1907. Rimossa il 7 luglio del 2020[232].
Statua equestre di Robert E. Lee situata su Monument Avenue: eretta nel 1890. Rimossa il 8 di settembre del 2021, l'ultimo memoriale confederate sulla strada d'essere rimossa.[233]
Stonewall Jackson High School, aperta nel 1940 e chiusa nel 1989, quando si consolidò con la Charleston High School per diventare la Capital High School.
Pickett Bridge, che ricorda un precedente ponte di legno costruito a suo tempo da George Edward Pickett su Whatcom Creek. Il segno commemorativo eretto nel 1920 fu rimosso il 18 agosto 2017, insieme ai cartelli che guidavano alla Pickett House[234].
Un contrassegno di pietra all'estremità settentrionale dello Stato che designa la "Washington State Route 99" come "Jeff Davis Highway" venne fatto erigere negli anni 1930 dalle Figlie della Confederazione, con l'autorizzazione governativa: rimosso nel 2002 grazie agli sforzi condotti dal Rappresentante Democratico Hans M. Dunshee e dai funzionari cittadini dopo che fu scoperto che non era mai stata ufficialmente designata per commemorare Davis[235].
La pietra segnaletica fu spostata nel Jefferson Davis Park, un parco privato gestito dai Figli dei Veterani Confederati appena fuori Ridgefield (Washington), proprio accanto alla "Interstate 5 in Washington"[236].
Robert E. Lee Elementary School (1955). Il distretto scolastico ha rifiutato un cambio di nome nel 2015[237] e di nuovo nel 2017[238]. Nel 2018 ha votato per cambiare il nome in Lee Elementary School[239].
Il Robert E. Lee Tree era uno dei tanti alberi del Ravenna Park dedicato a persone considerate rilevanti. Sia l'albero che la placca furono rimossi nel 1926[240][241].
Nel 1998 i funzionari della città hanno rimosso un marcatore segnaletico stradale della Jefferson Davis Highway (Washington State Route 99) e lo hanno collocato in un cimitero in un'azione che alcuni anni dopo è diventata controversa, quando le questioni relative al Blaine stavano per essere messe in discussione dall'Assemblea legislativa nel 2002[242].
Successivamente il segnalatore è stato spostato altre due volte, per poi essere collocato accanto all'Interstate 5 su terreni privati acquistati allo scopo di dare a questo marcatore una sede permanente nel 2007[243][244].
Nel 2002 la Camera dei rappresentanti di Washington approvò all'unanimità un disegno di legge (proposto da Hans Dunshee, il quale guidò anche lo sforzo di ri-denominazione negli anni successivi[245]) che avrebbe rimosso il nome di Davis dalla strada. Tuttavia un comitato del Senato statale successivamente ha bloccato la proposta[246][247].
Nel marzo 2016 il parlamento dello Stato ha approvato all'unanimità una risoluzione congiunta che ha chiesto alla commissione per i trasporti di designare la strada come "William P. Stewart Memorial Highway", per onorare un volontario afroamericano durante la guerra civile che in seguito divenne un pioniere della città di Snohomish (Washington)[248]. A maggio del 2016 viene deciso di rinominare la strada[245][249].
Sezione confederata del Forest Hill Cemetery. Questa parte del cimitero contiene i resti di oltre 100 soldati sudisti morti in qualità di prigionieri di guerra nel vicino Camp Randall. Nel 2015 un palo portabandiera è stato rimosso dalla sezione; esso era stato utilizzato per far sventolare la bandiera confederata nella settimana del Memorial Day[250][251].
Il 17 agosto del 2017 una lapide dedicata ai soldati confederati sepolti fu rimossa per ordine del sindaco di Madison Paul Soglin. È stato anche ordinato di togliere un monumento di pietra più grande che elenca tutti i nomi dei defunti, ma ciò è stato rinviata fino a quando la logistica dell'operazione non venga risolta[250][252][253].
«In an effort to assist the efforts of local communities to re-examine these symbols, the SPLC launched a study to catalog them. For the final tally [of 1,503], the researchers excluded nearly 2,600 markers, battlefields, museums, cemeteries and other places or symbols that are largely historical in nature.»
«The second spike began in the early 1950s and lasted through the 1960s, as the civil rights movement led to a backlash among segregationists. These two periods also coincided with the 50th and 100th anniversaries of the Civil War»
^Seigler, Robert S., A Guide to Confederate Monuments in South Carolina: Passing the Cup, South Carolina Department of Archives and History, 1997 p. 10
^ Colin Campbell, Talia Richman and Luke Broadwater, Confederate monuments taken down in Baltimore overnight, su baltimoresun.com, 16 agosto 2017. URL consultato il 28 aprile 2018 (archiviato dall'url originale il 16 agosto 2017).
^ Cameron McWhirter, Colleges suffer identity crisis, in Atlanta Journal-Constitution, 12 febbraio 2005. URL consultato il 1º gennaio 2018 (archiviato dall'url originale il 28 febbraio 2006).
^Vance, Rupert Bayless, Regionalism and the South, Univ. of North Carolina Press, 1982, p. 166 "West Virginia is found to have its closest attachment to the Southeast on the basis of agriculture and population."
^ab Cameron McWhirter, Colleges suffer identity crisis, in Atlanta Journal-Constitution, 12 febbraio 2005. URL consultato il 12 dicembre 2017 (archiviato dall'url originale il 28 febbraio 2006).
«It brought sudden attention to Franklin's 90-year-old rock marker, depicting Lee astride his horse, Traveller, and situated aside the “Dixie Highway,” a roads network running from Miami to Michigan.»
«'... [The U.S. Department of Veterans Affairs] is committed to maintaining our cemeteries as national shrines, and that includes repairing this statue,' Jessica Schiefer, public affairs officer for the National Cemetery Administration, said in a statement.»
^Gearino, Dan. Confederate general's historic marker removed in Worthington. Columbus Dispatch August 19, 2017. [1] accesso August 24, 2017.
^(EN) Matthew Watkins, Mallory Busch e Annie Daniel, At Majority-Minority Schools, Confederate Names Remain, in Big Country Homepag, Nexstar Broadcasting, Inc., 1º luglio 2015. URL consultato il 31 agosto 2017 (archiviato dall'url originale il 1º settembre 2017).
«Another granite marker proclaiming the road's designation as the Jefferson Davis Highway was erected at the time in Vancouver, Wash., at the highway's southern terminus. It was quietly removed by city officials four years ago and now rests in a cemetery shed there, but publicity over the bill has brought its mothballing to light and stirred a contentious debate there about whether it should be restored.»
^(1) House Joint Memorial 4010: As Amended by the Senate (PDF), in 64th Legislature: 2016 Regular Session, Washington State Legislature, 8 marzo 2016. URL consultato il 20 settembre 2016 (archiviato dall'url originale il 20 settembre 2016). (2) History of the Bill as of Tuesday, September 20, 2016, in HJM 4010 – 2015–16: Requesting that state route number 99 be named the "William P. Stewart Memorial Highway", Washington State Legislature. URL consultato il 20 settembre 2016. (3) Stewart, William P. (1839–1907), in African American History in the American West: Online Encyclopedia of Significant People and Places, BlackPast.org, 2015. URL consultato il 20 settembre 2016 (archiviato dall'url originale il 4 aprile 2016).