Raiperunanotte

Raiperunanotte
PaeseItalia
Anno2010
Generetalk show, politico
Durata200 min circa
Lingua originaleitaliano
Realizzazione
ConduttoreMichele Santoro
RegiaAlessandro Renna
ProduttoreFNSI, USIGRai
Rete televisivaRaiNews24 (Differita, non integrale)
Sky TG24
YouDem
Current
RED TV
Repubblica Radio TV
T-SAT
Libera
È TV
Telenova

Raiperunanotte è stato un programma televisivo ideato da Michele Santoro e trasmesso in un'unica puntata nel 2010.

Il programma

Produzione

Prodotto da FNSI e USIGRai[1] con il sostegno de "Il Fatto Quotidiano", il programma evento è andato in onda il 25 marzo 2010 dal PalaDozza di Bologna per aggirare la sospensione della messa in onda dei talk show politici della Rai Annozero, Porta a Porta, Ballarò e L'ultima parola, posta dal CdA Rai sotto il periodo delle elezioni regionali del 2010, durante il quale la Rai ha perso circa 7 milioni di euro di introiti[2]. C'è stato un contributo economico da parte di 50.000 cittadini che hanno versato € 2,50 a testa affinché questo programma andasse in onda[1].

Raiperunanotte è stato trasmesso in diretta streaming sul web, nelle piazze italiane e in collaborazione con diverse emittenti aderenti all'evento, sia digitali che analogiche. Su Rai News 24 è stato trasmesso in differita e in versione non integrale (venne tagliato l'intervento di Luttazzi)[3].

Emittenti collegate

A diffusione nazionale:

A diffusione locale:

Streaming

L'evento è trasmesso in diretta streaming sui seguenti siti[4]:

Ospiti

Michele Santoro e Vauro durante il "giuramento" conclusivo del programma

Interventi

Esito

Loris Mazzetti dietro al filo spinato (il "cilicio della Binetti").

La trasmissione è stata seguita da oltre 125.000 persone in contemporanea sul web ed ha fatto registrare uno share del 13% nelle emittenti televisive satellitari e locali[5], togliendo contemporaneamente il 10% di share alle grandi reti Rai e Mediaset[6]. Il giorno dopo l'evento Michele Santoro, in merito ai dati sugli ascolti, ha definito Raiperunanotte una "scossa tellurica nel sistema della televisione italiana"[7].

Reazioni

L'evento mediatico ha creato già durante la diretta diverse reazioni politiche. Una di queste, quella del ministro per i beni culturali Sandro Bondi ("fate pena"), è stata riportata dallo stesso Santoro al PalaDozza, suscitando i fischi del pubblico[8]. Il giorno successivo è stato lo stesso Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ad intervenire, auspicando sanzioni contro Santoro da parte dell'Agcom, definendo un "obbrobrio" la trasmissione[9]. Di tutta risposta il giornalista ha accusato il premier di aver occupato la Rai e di essere lui a doverne uscire[10].

Note

  1. ^ a b Santoro: «Con Rai per una notte romperemo il silenzio», in Il Sole 24 Ore, 22 marzo 2010. URL consultato il 27-03-2010.
  2. ^ La sospensione di Annozero, Porta a Porta, Ballarò vale 7 milioni di euro, in Il Sole 24 Ore, 25 marzo 2010. URL consultato il 26-03-2010.
  3. ^ Valerio Varesi, Santoro accende l'arena al PalaDozza la lunga notte tra web e maxischermi, in La Repubblica, 25 marzo 2010, p. 2 sezione:Bologna. URL consultato il 27-03-2010.
  4. ^ Rai per una notte stasera da Bologna: ecco chi lo trasmette, in dgmag.it. URL consultato il 25 luglio 2012 (archiviato dall'url originale il 31 maggio 2010).
  5. ^ Raiperunanotte, 13% di share e boom di ascolti sul web, in La Repubblica, 26 marzo 2010. URL consultato il 26-03-2010.
  6. ^ Santoro esulta: «Risultato straordinario» Ma è scontro tra Berlusconi e il Pd, in Corriere della Sera, 26 marzo 2010. URL consultato il 26-03-2010.
  7. ^ Santoro: "Ho dato una scossa tellurica alla TV italiana, in La Repubblica, 26 marzo 2010. URL consultato il 26-03-2010.
  8. ^ Rai per una notte, il trionfo di Michele Santoro, in La Voce, 26 marzo 2010. URL consultato il 26-03-2010 (archiviato dall'url originale il 28 marzo 2010).
  9. ^ Berlusconi contro Santoro: "L'Agcom sanzioni lui, non i Tg", in La Repubblica, 26 marzo 2010. URL consultato il 26-03-2010.
  10. ^ Santoro: "È Berlusconi a dover uscire dalla Rai, ha già tre reti", in La Repubblica, 26 marzo 2010. URL consultato il 26-03-2010.

Voci correlate

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