Quante volte/Solo noi

Quante volte/Solo noi
singolo discografico
ArtistaMia Martini
Pubblicazione18 settembre 1982
Durata8 min. : 48 sec.
Album di provenienzaQuante volte... ho contato le stelle
Tracce2
GenereFunk
Pop
New wave
EtichettaDDD, A 2819
ProduttoreShel Shapiro
ArrangiamentiShel Shapiro
RegistrazioneCoral Studio, Stone Castle Studios di Carimate, maggio/giugno/luglio 1982
NoteCanzone partecipante al concorso canoro Vela d'oro - Riva del Garda, 1982
Mia Martini - cronologia

Quante volte/Solo noi è un singolo di Mia Martini, pubblicato il 18 settembre 1982 dalla DDD e inserito nell'album Quante volte... ho contato le stelle.

Descrizione

Scritto dalla stessa Mia Martini e composto da Shel Shapiro, Quante volte fa parte dei grandi successi dell'interprete calabrese, nonché brano di punta dell'album Quante volte... ho contato le stelle.

Il disco

Quante volte

«Non potevo credere ci fosse gente in grado di cantare così, capace di trasmettere quell’emozione, quella vibrazione che tocca il cuore, dalla testa ai piedi, sessualmente, mentalmente, in tutti i sensi.»


Dopo i grandi consensi ricevuti al Festival di Sanremo, Mia Martini si affida alla produzione dell'ex Rokes Shel Shapiro, già autore di successi per Mina, Ornella Vanoni, Patty Pravo e i Dik Dik, per un'ulteriore e definitivo rilancio.

L'interprete calabrese punta, per la promozione autunnale, su un brano scritto da lei stessa, inizialmente intitolato Danza il vento[2], per poi diventare nella stesura definitiva Quante volte, brano composto da innovativi ritmi soft-funk, molto in voga all'epoca nelle produzioni discografiche estere e che cominciava a dilagarsi anche nelle produzioni musicali del Belpaese. Il testo si sposta dagli schemi tradizionali della canzone d'amore: racconta dei sottili malintesi causati dall'amicizia e dall'amore, che portano inevitabilmente a una ambiguità ben radicata.

Solo noi

Brano scritto e composto dal fido Maurizio Piccoli (già autore di grandi successi per Mia Martini negli anni '70), Solo noi narra la storia d'amore vista coi suoi alti e i suoi bassi.

Successo e classifiche

Il disco viene presentato per la prima volta durante la manifestazione canora Vela d'oro, come brano trainante dell'album che sarebbe uscito a ridosso della rassegna: Quante volte... ho contato le stelle. Quante volte diviene uno dei maggiori successi di Mia Martini[3], nonché uno dei brani più rappresentativi degli anni '80: frutto di un'abbondante promozione radio-televisiva (tra cui Discoring, Premiatissima e L'Orecchiocchio), il disco riporta la cantante calabrese ai primi posti della Hit Parade[4], bissando il riscontro commerciale ottenuto con il singolo sanremese E non finisce mica il cielo.

La DDD inizialmente distribuisce il 45 giri in poche migliaia di copie, ma dopo il suo ingresso nelle classifiche di vendita, la casa discografica si affrettò a ristampare il disco con numero di catalogo invariato e copertina rinnovata. Il vinile viene esportato anche in Germania, dove il successo conseguito induce la Martini a inciderne la relativa versione tedesca, che però rimane inedita.

Quante volte diviene inoltre un successo anche in Turchia. Nel 1983, la cantante Ajda Pekkan incide una versione turca della canzone, dal titolo Sana dogru, ottenendo un grande successo commerciale[5].

Tracce

Lato A
  1. Quante volte – 4:17 (testo: Mia Martini – musica: Shel Shapiro)
Lato B
  1. Solo noi – 4:31 (testo: Maurizio Piccoli – musica: Maurizio Piccoli)

Cover

Note

  1. ^ Shel Shapiro «Sono sempre andato contro le regole», intervista a cura di Gaspare Baglio, su Rolling Stone, 13 febbraio 2021., su rollingstone.it. URL consultato il 23 settembre 2024.
  2. ^ Liberamente Mia, DVD edito da Rai Trade e Sony BMG, pubblicato il 21 settembre 2007.
  3. ^ Menico Caroli, Il mio canto universale (TXT), Firenze, Tarab, 1999, ISBN 88-86675-99-2 (archiviato dall'url originale il 31 luglio 2014).
  4. ^ Radiocorriere Tv, Fascicolo n.2, 1983., su radiocorriere.teche.rai.it. URL consultato il 21 luglio 2024.
  5. ^ Ajda Pekkan, Superstar '83., su discogs.com. URL consultato il 23 settembre 2024.

Collegamenti esterni

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