Fino al XVI secolo sulla maggioranza dei territori di quella che sarebbe divenuta la Prussia Orientale si trovava lo stato dei Cavalieri dell'Ordine Teutonico. Dopo la sconfitta nella guerra dei tredici anni contro la Polonia nel 1466, i territori occidentali di questo stato (la futura Prussia Occidentale) divennero una provincia polacca con il nome di Prussia Reale. Rimasero sotto il dominio dei cavalieri teutonici i territori della Prussia Ducale (la futura Prussia Orientale), sotto forma di feudo polacco. Nel 1618 la Prussia Ducale passò al Brandeburgo, che nel 1657 dichiarò l'autonomia dello stato dalla Polonia. La Prussia Orientale nacque nel 1772 dall'unione della Prussia Ducale con le regioni polacche della Varmia e della Masuria. Nel 1813, con il trattato di Kalisz, la Russia zarista riconosceva alla Prussia il diritto di espansione nella Prussia Orientale.
Nel 1871 la Prussia Orientale divenne parte dell'Impero tedesco, costituendo poi una delle province della Repubblica di Weimar, nata nel 1918. Dopo la prima guerra mondiale venne separata dal resto del Paese dal cosiddetto corridoio di Danzica (o "corridoio polacco"). Nel 1920, nella parte meridionale della Prussia Orientale, venne indetto un plebiscito per decidere se passare alla Polonia o rimanere alla Germania. Oltre il 96% della popolazione scelse la seconda opzione. Dal gennaio 1945 venne progressivamente occupata dalle truppe sovietiche, che nella loro avanzata espulsero e, in molti casi deportarono, la totalità della popolazione tedesca che, costretta a fuggire in massa verso ovest, lasciò così la propria terra. I sovietici trattennero il personale specializzato fino al 1948, quando tutti i tedeschi rimasti furono reinsediati nel territorio della Repubblica Democratica Tedesca.