Potito 'Tito' Salatto (Bari, 22 gennaio 1942 – Roma, 13 giugno 2016[2]) è stato un politico italiano.
Biografia
Salatto ottiene la maturità classica nel 1961.[3]
Dal 1973 al 1995 Salatto lavora come funzionario Enasarco, di cui per due anni è segretario nazionale CISL (1973-1975).[3] Inizia quindi la sua carriera politica a Roma con la Democrazia Cristiana [4], per la quale è consigliere comunale dal 1976 al 1985 e quindi consigliere regionale per il Lazio dal 1985 al 1995. Nell'ultimo anno della Giunta del Presidente socialista Bruno Landi (1989-1990) è nominato assessore regionale ICA e Formazione Professionale, oltre che vicepresidente della giunta. Mantiene lo stesso assessorato nel 1990-92, è quindi assessore regionale al bilancio (1992-93) e vicepresidente della Regione Lazio (1993-1994).[3]
Negli anni 2000 si è dedicato all'associazionismo, come vicepresidente vicario Associazione 11 settembre onlus (2001-2009) e Presidente Assoforum 2007 (2007-2009).[3]
. Nel 2008 ha contribuito con una lista civica all'elezione a sindaco di Gianni Alemanno. Nell'occasione, si è scontrato col Commissario UE Antonio Tajani.
Ha lavorato come Project manager UNDP in Kosovo (2000-2004) e Albania (2004-2005).[3]
Eletto deputato europeo dal 7 giugno 2009 ne Il Popolo della Libertà. È vicepresidente dell'intergruppo parlamentare "Sky & Space".[3] Ha presentato all'Europarlamento un'interrogazione sulle caraffe filtranti e una relativa al «Maltrattamento di un bambino da parte di agenti di polizia»[4]. Si è dichiarato contrario alle coppie gay: «San Giuseppe era con Maria, non era con Giovanni quando ha procreato nostro Signore»[4].
Nel settembre 2010 aderisce a Futuro e Libertà per l'Italia ed è stato coordinatore romano di Generazione Italia.
Nel 2014 aderisce al nuovo partito Popolari per l'Italia.
Controversie
Il 27 marzo 2013 a Ferrara Salatto partecipa ad una manifestazione del sindacato di polizia COISP in sostegno dei poliziotti coinvolti nel caso Aldrovandi, durante la quale discute animatamente col sindaco Tiziano Tagliani[5] opponendosi allo spostamento dei manifestanti nonostante si trovassero proprio in prossimità del luogo di lavoro della madre di Federico, allontanando il sindaco e affermando durante la diatriba "è la mia Europa, io sono un europarlamentare eletto"[6][7][8].
In seguito Salatto invia scuse alla madre[9] e decide di procedere legalmente contro chi lo accusa di attaccarla[10].
Note
Voci correlate
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