Frequenta durante il liceo la scuola di teatro di Savona, dove incontra Pepe Robledo, attore argentino proveniente dal Libre Teatro Libre, scappato dalla dittatura del suo Paese. All'inizio degli anni ottanta si trasferisce insieme a lui in Danimarca, dove si uniscono al gruppo Farfa, diretto da Iben Nagel Rasmussen, attrice storica dell'Odin Teatret. Prendendo parte ai viaggi e alle opere del gruppo apprende le tecniche dell'attore danzatore dell'Oriente, in seguito approfondite nei soggiorni in India, Cina e a Bali[1].
Ritornato in Italia, inizia a lavorare al suo primo spettacolo, Il tempo degli assassini, che debutta sui palcoscenici italiani nel 1987, dopo una lunga tournée che tocca anche carceri e villaggi popolari sudamericani. Sempre nel 1987 incontra Pina Bausch e viene invitato a partecipare alla creazione dello spettacolo Ahnen al Wüppertal Tanztheater: una tappa fondamentale nel percorso artistico del regista, in cui danza e teatro si fondono[2].
Due anni dopo scrive Morire di musica, una creazione poetica minimale e silenziosa, ambientata in una stanza piena di barchette di carta. Segue nel 1990, Il Muro, primo suo allestimento corale con attori e danzatori. Nel 1992 è la volta di Enrico V, tratto da Shakespeare, unica sua opera ispirata ad un testo teatrale[3] e unica produzione italiana ad essere ospitata alla Royal Shakespeare Company[4].
L’incontro con persone provenienti da situazioni sociali di emarginazione determina una svolta nella sua ricerca poetica: nasce così Barboni nel 1997, spettacolo vincitore del premio speciale Ubu "per una ricerca condotta tra arte e vita"[5] e del premio della critica nel 1998. Alcuni attori di questo lavoro - tra cui Bobò, sordomuto incontrato e fatto uscire dal manicomio di Aversa dopo un internamento durato 45 anni - hanno consolidato il loro lavoro all’interno della compagnia e sono tuttora parte centrale dell’esperienza.
Nel 1998 all'interno degli spazi del Cantiere Navale di Pietra Ligure nasce lo spettacolo Itaca, che vede in scena sessanta tra attori e operai. Nello stesso anno Delbono crea Guerra, che debutta a Milano al CRT Teatro dell’Arte, attuale Triennale di Milano.
Dopo una prima fase di elaborazione presentata alla Biennale di Venezia[6] con il titolo Her Bijit, debutta Esodo al Teatro Storchi di Modena il 30 dicembre 1999, segnando altresì l'inizio della collaborazione stabile con Emilia Romagna Teatro Fondazione, tuttora principale produttore dei suoi spettacoli.
Nel 2002 è la volta di Gente di plastica[8], un universo visivo esuberante che si fonde con la musica rock di Frank Zappa ed il testamento poetico di Sarah Kane.
Nell'agosto 2006 Delbono partecipa in veste di insegnante al Progetto Thierry Salmon, con giovani attori provenienti da 5 stati europei sotto la direzione artistica di Franco Quadri[10]. Nello stesso anno crea Questo buio feroce[11] mutuato dal titolo del libro autobiografico che racconta gli ultimi giorni dello scrittore americano Harold Brodkey, ucciso dall’AIDS. Lo spettacolo è stato presentato anche a Wrocław, Polonia, nel 2009, in occasione del Premio Europa per il Teatro, dove Delbono è stato insignito del XI Premio Europa Realtà Teatrali.[12]
Segue nel 2008 La menzogna[14] uno spettacolo che risponde a un doppio appello. La crescita di un clima d’intolleranza in Italia nei confronti degli immigrati e la tragedia della morte di sette operai negli stabilimenti della Thyssen Krupp di Torino.
Nel 2011 presenta al Teatro Verdi di Padova lo spettacolo Dopo la battaglia[15], con la partecipazione, oltre alla sua compagnia, del violinista Alexander Bălănescu e dell'étoile dell’Opéra di Parigi Marie-Agnès Gillot. Lo spettacolo vince il Premio Ubu 2011 come miglior spettacolo.
Nel 2011 il Residenztheater di Monaco di Baviera gli commissiona un lavoro come regista ospite: nasce così Erpressung (Il ricatto), la sua prima creazione con attori non appartenenti alla sua compagnia. Lo spettacolo debutta a Monaco il 14 gennaio 2012 ed entra a far parte del repertorio del teatro. Nello stesso periodo con il violinista Alexander Balanescu realizza e porta in tournée il concerto Amore e carne.
Nel 2013 viene presentato Orchidee[16] al Teatro Luciano Pavarotti di Modena nell’ambito della 9ª edizione di Vie Festival.
Lo spettacolo Vangelo[18], coprodotto con il Teatro Nazionale Croato di Zagabria[19] vede in scena gli attori della sua compagnia insieme ad attori, danzatori, musicisti e coro dell’istituzione croata, oltre ad alcuni rifugiati del centro profughi PIAM (Progetto Integrazione Accoglienza Migranti) di Asti. Lo spettacolo ha due versioni: una operistica, con orchestra e coro, che ha debuttato a Zagabria nel 2015 e una versione di prosa che ha debuttato al Théâtre Vidy di Losanna nel 2016. Le musiche dello spettacolo sono di Enzo Avitabile che per le stesse ha vinto il premio Ubu[20] nel 2017.
La sua ultima opera teatrale, Amore[23], ha debuttato il 28/10/2021 nel Teatro Storchi Modena ed è attualmente in tournée nei Teatri Italiani.
I suoi spettacoli sono stati presentati in più di cinquanta paesi nel mondo, in teatri e festival come quello di Avignone, che ha ospitato molte creazioni della compagnia, il Grec di Barcellona, il Theater Spektakel di Zurigo, il Festwochen di Vienna, il Festival TransAmériques di Montréal, la Biennale di Venezia per citarne alcuni.
Poeta della marginalità e della differenza, Pippo Delbono, oggi alla vigilia dei cinquant’anni, da sempre fa dell’incontro con l’arte un’esperienza fondamentale per sopravvivere alla disperazione. È arrivato alle scene frequentando varie scuole specializzate, inseguendo il modello inquieto di un girovago come Rimbaud, e nella fase di studio ha incontrato l’argentino Pepe Robledo, destinato a diventare un suo doppio nella lunga avventura teatrale, iniziata con un viaggio insieme a Holstebro ad apprendere il training con Iben Nagel Rasmussen, mentre nell’87 maturava il loro primo spettacolo a due, Il tempo degli assassini, sempre rimasto in repertorio, visionato in fase di prova da Pina Bausch a Wuppertal. Quindi Delbono propone l’Enrico V di Shakespeare in un adattamento destinato a essere ripreso nei decenni in vari paesi con innesti di giovani del posto e, spinto da Laura Betti, monta La rabbia di Pasolini. Artista dell’estremo, capace di una vitalità strabordante, Pippo resta contagiato dall’AIDS che combatte pure con l’aiuto del buddismo, mentre non smette di raccogliere i suoi compagni di lavoro tra i disagiati, per le strade, e scopre in un manicomio la sua star, alias Bobò, rinchiuso da 45 anni, sordomuto, microcefalo, analfabeta, quindi di fatto isolato, esprimendosi con suoni acuti da gabbiano, ma in grado di imporre sulla scena la sua fisicità recitando anche scene di Beckett in Barboni, opera-manifesto del gruppo che esplode nell’estate ’97, esibendo una accolita di casi umani intenti a scoprire la loro capacità di comunicare dando luce al mistero della vita. La rottura degli schemi evolve un anno dopo con Guerra, esprimendo il bisogno di rappresentare la vita che può nascere dalla diversità con nuovi adepti presi dalla strada in uno spettacolo che parte da una frase del Che e avvicina brani di Budda all’Ecclesiaste, mentre diversi e normali si scontrano nel segno del mistero di una vita che nasce dalla marginalità e dalla malattia ma sa esprimersi anche con la danza e il canto: e non a caso compirà una tournée emozionante in Palestina e nel teatro arabo di Gerusalemme con visita ad Arafat a Ramallah. Da allora le tournée della Compagnia Delbono si moltiplicano in tutto il mondo da Il silenzio su Oscar Wilde a L’urlo, da Gente di plastica con brani di Sarah Kane, dal bianco assoluto di Questo buio feroce sul problema dell’AIDS da Harold Brodkey, alla denuncia quasi senza parole della morte sul lavoro de La Menzogna, continuando con mezzi espressivi sempre più avanzati un viaggio nel dolore dell’esistenza condotto dagli esclusi.[24]
In quell'occasione mette in scena al "Wrocławski Teatr Lalek" Storia di un viaggio teatrale (Story of a Theatre Journey), una creazione apposita per il Premio Europa, e al "Teatr Muzyczny Capitol" Il tempo degli assassini (The Time of the Assassins) e Questo buio feroce (This Wild Darkness).[25]
^ Sara De Carli, Delbono saluta Pina Bausch, su Vita, la voce del no-profit, 1º luglio 2009. URL consultato il 22 luglio 2021 (archiviato dall'url originale il 18 settembre 2012).
^ Simona Marini, L'“Urlo” di Pippo Delbono, su Musicultura On Line. URL consultato il 22 luglio 2021 (archiviato dall'url originale il 1º agosto 2012).