Il nome del genere (Pilosella) deriva dal latino"pilosus" (significa "peloso") e si riferisce all'aspetto piuttosto pubescente di queste piante.[4] Il nome della sezione Lactucellina deriva (è un diminutivo) da lactuca (= lattice) e fa riferimento all'abbondanza di sacchi latticinosi contenuti in queste piante.[5][6]
Habitus. Le specie di questa sezione, con cicli biologici perenni, sono piante erbacee non molto alte. La forma biologica prevalente è emicriptofita rosulata (H ros). Tutte le specie del gruppo sono provviste di latice e possono essere presenti peli ramificati.[7][8][9][10][11][2][12]
Fusto. I fusti, in genere eretti e ascendenti, sono di solito solitari e mediamente ramificati e/o fillopodi. Le radici in genere sono di tipo fittonante; possono essere presenti anche delle parti stolonifere (sottili stoloni epigei). Altezza delle piante: 10 – 25 cm.
Foglie. Sono presenti sia foglie delle rosette basali che cauline con disposizione alterna. Le foglie basali (da 4 a 6) hanno delle lamine da lanceolate a spatolate e consistenza molle. Le lamine cauline (una o due) in genere sono intere spesso oblunghe, lanceolate o subulate. La superficie può essere ricoperta da peli semplici o ramificati.
Infiorescenza. Le sinflorerescenze, composte da alcuni capolini (da 2 a 4) terminali, sono densamente panicolate o densamente racemose. L'acladio è di 5 – 10 mm. L'infiorescenza è formata da un singolo capolino, solamente di tipo ligulifloro (ossia composto da diversi fiori ligulati), peduncolato e sotteso da alcune brattee squamiformi con margini biancastri. I capolini sono formati da un involucro composto da diverse brattee (o squame) all'interno delle quali un ricettacolo fa da base ai fiori ligulati. L'involucro ha una forma più o meno cilindrica-ellissoide fino a turbinata ed è formato da 2 - 4 serie di brattee verde scuro, lanceolate-lineari e apice acuto. Il ricettacolo, alla base dei fiori, è nudo (senza pagliette) e con alveoli brevemente dentati. Dimensione dell'involucro: 6 – 8 mm.
Fiori. I fiori, tutti ligulati (i fiori tubulosi in genere sono mancanti), sono tetra-ciclici (ossia sono presenti 4 verticilli: calice – corolla – androceo – gineceo) e pentameri (ogni verticillo ha in genere 5 elementi). I fiori sono ermafroditi, fertili e zigomorfi.
Corolla: le corolle sono formate da un tubo (alla base) e da una ligula terminante con 5 denti; il colore è giallo limone (le ligule non sono striate - oppure sono striate di rosso solamente quelle esterne).
Gineceo: lo stilo è lungo, filiforme e peloso sul lato inferiore. Gli stigmi dello stilo sono due divergenti e ricurvi con la superficie stigmatica posizionata internamente (vicino alla base).[16] L'ovario è inferouniloculare formato da 2 carpelli.
Frutti. I frutti sono degli acheni con pappo. Gli acheni, colorati di bruno nerastro, hanno una forma cilindrica ristretta alla base (ma non all'apice) e privi di becco (non sono compressi); sono inoltre provvisti di 10 coste longitudinali terminanti con un dentello. Il pappo si compone di fragili setole semplici color bianco-sporco su una sola serie. Dimensione degli acheni: 1 - 1,3 mm.
Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
Dispersione: i semi (gli acheni) cadendo a terra sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria). In questo tipo di piante avviene anche un altro tipo di dispersione: zoocoria. Infatti gli uncini delle brattee dell'involucro (se presenti) si agganciano ai peli degli animali di passaggio disperdendo così anche su lunghe distanze i semi della pianta.
Distribuzione e habitat
Le piante di questa sezione si trovano nelle Alpi e negli Appennini fino all'Abruzzo. L'habitat è tipico dei pascoli subalpini e alpini. Una specie è endemica della Sardegna con habitat su creste ventose.
Tassonomia
La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[17], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[18] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[19]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie.[1][10][11]
Filogenesi
Il genere di questa voce appartiene alla sottotribù Hieraciinae della tribù Cichorieae (unica tribù della sottofamiglia Cichorioideae). In base ai dati filogenetici la sottofamiglia Cichorioideae è il terz'ultimo gruppo che si è separato dal nucleo delle Asteraceae (gli ultimi due sono Corymbioideae e Asteroideae).[1] La sottotribù Hieraciinae fa parte del "quinto" clade della tribù; in questo clade è posizionata alla base ed è "sorella" al resto del gruppo comprendente, tra le altre, le sottotribù Microseridinae e Cichoriinae.[11] Il nucleo della sottotribù Hieraciinae è l'alleanza Hieracium - Pilosella (comprendenti la quasi totalità delle specie della sottotribù - oltre 3000 specie) e formano (insieme ad altri generi minori) un "gruppo fratello". Alcuni Autori includono in questo gruppo anche i generi Hispidella e Andryala.[20]
I caratteri distintivi per il genere Pilosella sono:[2][10]
tutta la piante è densamente pelosa;
gli acheni hanno 10 coste longitudinali.
Classificazione del genere. Il genere Pilosella è un genere di difficile classificazione in quanto molte specie tendono ad ibridarsi e molto spesso tra una specie e un'altra è presente un "continuam" di caratteri e quindi sono difficilmente separabili. Qui in particolare viene seguita la suddivisione in sezioni del materiale botanico così come sono elencate nell'ultima versione della "Flora d'Italia".[2]
La sezione VI Lactucellina comprende, relativamente alla flora spontanee a italiana, 2 specie principali e una specie secondaria. I caratteri distintivi per le specie di questa sezione sono:[2]
lo scapo è ramificato ed è alto al massimo 25 cm;
le foglie (poche) sono verdi su entrambe le facce;
la pagina inferiore delle foglie basali è priva di peli stellati (i peli ghiandolari sono presenti solamente sui margini);
le sinflorescenze hanno pochi capolini;
i peli semplici sull'involucro sono assenti, oppure da sparsi a densi.
Nella flora spontanea italiana, per la sezione di questa voce, sono presenti le seguenti specie (principali e secondarie o derivate):[2][3]
Specie principale. Pilosella lactucella (Wallr.) P.D.Sell & C.West, 1967 [21] - Pelosella orecchia: l'altezza massima della pianta è di 10 – 25 cm; il ciclo biologico è perenne; la forma biologica è emicriptofita rosulata (H ros); il tipo corologico è Euro-Siberiano; l'habitat tipico sono i pascoli subalpini, alpini e prati su terreno acido; in Italia è una specie comune e si trova ovunque sui rilievi fino ad una quota compresa tra 250 e 2.600 ms.l.m.. Per questa specie sono riconosciute 2 sottospecie (la subsp. nana è presente in Italia).
Caratteri principali: il fusto è ramificato verso l'apice (i rami sono brevi e privi di peli semplici); diametro degli stoloni: 0,7 - 1,2 mm, con foglie progressivamente maggiori verso l'apice; la lamina delle foglie basali varia da spatolata fino a lanceolata-obovata; le sinflorescenze contengono in tutto 2 - 4 capolini; il colore delle ligule è giallo limone.
Specie secondarie collegate a Pilosella lactucella:
Specie principale. Pilosella kralikii (Rouy) J.-M.Tison, 2013 - Pelosella di Kralik: l'altezza massima della pianta è di 8 – 15 cm; il ciclo biologico è perenne; la forma biologica è emicriptofita rosulata (H ros); il tipo corologico è Endemico; l'habitat tipico sono le creste ventose; in Italia è una specie molto rara e si trova in Sardegna fino ad una quota compresa tra 1.000 e 2.500 ms.l.m.. Alcune checklist considerano questa specie sinonimo della specie Pilosella lactucella subsp. nana (Scheele) M.Laínz.[23]
Caratteri principali: i fusto ha dei peli semplici biancastri lunghi 1 mm; diametro degli stoloni: 1 - 2 mm; le foglie degli stoloni sono progressivamente ridotte verso l'apice, ed hanno delle forme strettamente lanceolate; le sinflorescenze sono di tipo forcato e in tutto hanno al massimo 2 - 3 capolini; il colore delle ligule è giallo.
Specie italiane alpine
Alcune specie di questa sezione vivono sull'arco alpino. La tabella seguente mette in evidenza i dati relativi all'habitat, al substrato e alla distribuzione di alcune di queste specie alpine[24].
Substrato: con “Ca/Si” si intendono rocce di carattere intermedio (calcari silicei e simili).
Zona alpina: vengono prese in considerazione solo le zone alpine del territorio italiano (sono indicate le sigle delle province). Comunità vegetali: 10 = comunità delle praterie rase dei piani subalpino e alpino con dominanza di emicriptofite. Ambienti: F2 = praterie rase, prati e pascoli dal piano collinare al subalpino; F3 = prati e pascoli mesofili e igrofili; F4 = prati e praterie magre rase; F5 = praterie rase subalpine e alpine.
Kadereit J.W. & Jeffrey C., The Families and Genera of Vascular Plants, Volume VIII. Asterales., Berlin, Heidelberg, 2007.
V.A. Funk, A. Susanna, T.F. Steussy & R.J. Bayer, Systematics, Evolution, and Biogeography of Compositae, Vienna, International Association for Plant Taxonomy (IAPT), 2009.
Judd S.W. et al, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, ISBN978-88-299-1824-9.