Dopo sei anni di studio ritornò a Roma cercando lavoro, ma le non agiate condizioni economiche lo costrinsero a spostarsi a Firenze da sua zia e a Genova dove viveva sua madre.
In quest'ultima città iniziò come maestro, insegnante e compositore; fu qui che rappresentò per la prima volta l'opera buffa La Bizzarria d'amore (1807). Il favore ottenuto da quest'ultima lo indusse a trattenersi a Genova, ove rimase sino al 1810, e gli valse la commissione di altre due opere: La forza dell'immaginazione (1808) ed Ero e Leandro (1809), inscenate come la precedente al Teatro Sant'Agostino.[1] La sua collaborazione con questa città è affidata anche ad una rappresentazione de L'Amor coniugale di Johann Simon Mayr, ove introdusse una nuova versione dell'aria L'oro ha un colore[2], e a una di L'Oro non compra amore di Marcos António Portugal, riguardo l'aria E' l'uomo un can barbone.[3]
Viaggiò per diversi anni l'Italia per mettere in scena le sue opere. Dal 1816 al 1820 fu maestro di cappella della città di Acireale.
Nel 1820 incontrò a Napoli Gioachino Rossini, invitato per eseguire la sua Messa di Gloria: recenti studi musicologici, basati su elementi storici e stilistici, hanno stabilito che la fuga conclusiva (Cum Sancto spiritu) sia in realtà opera di Raimondi.
Nel 1824 ebbe la nomina di direttore dei RR. teatri di Napoli e l'anno dopo successe al Tritto nel posto di maestro di composizione al R. Collegio di musica della stessa città. In questo periodo Vincenzo Bellini prese da lui alcune lezioni.
Dal 1833 al 1852 fu professore di contrappunto al Conservatorio del Buon Pastore e direttore del teatro Carolino di Palermo, ma è noto che nel 1836, in seguito alla morte di Antonín Reicha, fece domanda alla cattedra di armonia e contrappunto del Conservatorio di Parigi. Un ritardo postale, come si deduce dalla lettera del 8 agosto inviatagli da un dispiaciuto Luigi Cherubini, impedì la sua eventuale candidatura. Il mese d'Aprile dello stesso anno erano state eseguite nella Chiesa dei Gesuiti di Palermo due sue grandi Messe a due orchestre con otto parti reali, precedute da altrettante Sinfonie da eseguirsi in contemporanea: fu il primo lavoro in cui Raimondi sperimentò questa pratica, suggellata in seguito nel Triplo Oratorio.[4]
Nel 1847 l'Accademia romana di Santa Cecilia commissionò a Raimondi - insieme a Basily e Mercadante - alcune composizioni sacre: videro così luce i tre salmi Dixit, Laudate e Nisi.[4]
Il 12 dicembre 1852 succedette al Basily nel posto di maestro di cappella di S. Pietro in Roma: per tale occasione Raimondi preparò una Messa, un Dixit, un Beatus vir ed un Inno a San Pietro.[4] L'estate dello stesso anno, al Teatro Argentina, era stata eseguita la sua opera più imponente, l'oratorio Giuseppe, composta in nove mesi nel 1847-48, il quale consisteva in realtà di tre lavori separati da eseguirsi prima singolarmente, poi contemporaneamente. Sull'autografo Raimondi specifica chiaramente: "Volendosi leggere le tre Opere unite conviene mettere i tre libri l'uno in fila all'altro per il lato/lungo combinandosi tutti i numeri delle pagine".[5] Occorsero in tutto 430 esecutori, fra orchestrali e coristi. L'esecuzione di questo opus unicum ebbe una certa risonanza internazionale, tanto che nell'estate del 1853 Franz Liszt, il quale definì il Raimondi "maestro dei maestri nell'arte del contrappunto", si disse disponibile ad eseguirlo in Germania: ma la morte di Raimondi pochi mesi dopo ne impedì il progetto. Il poeta e librettista Giovanni Rufili dedicò a Raimondi, speranzoso che lo musicasse, il libretto del suo dramma semiserio La Maschera.[6]
Stilisticamente legato alla scuola napoletana, Raimondi ebbe dalla sua una preparazione musicale talmente superiore a quella di quasi tutti i suoi contemporanei, che sovente gli impedì di cadere nella sciatteria armonica e melodica di tanti autori dell'epoca. Alcune sue pagine sono indubbiamente belle, ma il troppo rispetto per i canoni musicali fino ad allora in uso finì per limitare l'interesse del pubblico e della critica nei confronti dei suoi lavori, sia teatrali che sacri.[1] Si tratta dunque di un musicista per formazione artistica erede del vecchio stile napoletano, radicato nella realtà ufficiale e accademica sia dei conservatori che dei teatri della capitale partenopea, con un percorso musicale che attraversa diversi generi e subisce molteplici influenze, tra cui quelle di Rossini e Bellini, per ciò che riguarda l'orchestrazione e l'ispirazione melodica. Raimondi, afferma infatti Florimo, "... quantunque vivesse contemporaneo di Rossini pure non restò interamente dimenticato. Sebbene la sua musica non fosse tale da sorprendere o da produrre meravigliosi effetti drammatici, perchè poco vi brilla la fantasia, pure il suo nome si aggiunse alla lista dei compositori illustri nell'arte dei suoni per la dottrina del contrappunto e per le teorie di scuola, pregi che in grado eminente egli possedeva."[7]
Opere
È autore di 62 opere teatrali, tra cui:
La Bizzarria d'amore (Genova - 1807)
La Forza dell'immaginazione, commedia lirica (1808)
Il Battuto contento, commedia lirica (1808)
Era e Leandro, monodramma (1809)
Il Fanatico deluso, libretto di Giuseppe Palomba (Napoli, Teatro dei Fiorentini, 1811);
Lo Sposo agitato, libretto di Giuseppe Palomba (Napoli, Teatro dei Fiorentini, 1812);
Amurat secondo (Roma, 1813);
La lavandara ossia il ritorno di maggio, libretto di Giovanni Schmidt (Napoli, Teatro del Fondo, autunno 1813; in realtà è una "parodia" da La Vestale di G.Spontini)[7]
I minatori scozzesi, dramma per musica (Napoli, Teatro Nuovo, Carnevale 1821)[8]
La Donna colonnello (Napoli, Teatro del Fondo, 22 maggio 1822);
La Caccia di Enrico IV (Napoli, Teatro del Fondo, 1822);
Don Anchise Campanone, commedia in 2 atti, libretto di Giovanni Battista Lorenzi (Napoli, Teatro Nuovo, estate 1826)[10]
L'infanzia accusatrice (1828)
Costanza ed Oringaldo (Napoli, Teatro di San Carlo, 30 maggio 1830), in collaborazione con Lauro Rossi;
Il Ventaglio, commedia per musica in 2 atti, libretto di Domenico Gilardoni (Napoli, Teatro Nuovo, 22 gennaio 1831) che venne rappresentato in molti teatri d'Italia e Germania;
Il Giulio Sabino (Napoli, Teatro di San Carlo, 3 aprile 1831);
A mezza-notte, melodramma comico, libretto di Andrea Leone Tottola (Napoli, Teatro del Fondo, estate 1831)[11]
La vita di un giuocatore, azione melodrammatica in 3 atti, libretto di Giuseppe Checcherini (Napoli, Teatro Nuovo, 28 dicembre 1831);
La fidanzata del parrucchiere, dramma giocoso, libretto di Andrea Passaro (Napoli, Teatro Nuovo, estate 1832)[12]
La verdummara de puorto, commedia giocosa per musica in 1 atto (Napoli, Teatro Nuovo, 4 aprile 1832);
Clato (Napoli, Teatro San Carlo, 25 dicembre 1832 con Giovanni David);
Peggio il rimedio del male, commedia per musica in 2 atti, libretto di V.T. (Napoli, Teatro Nuovo, primavera 1833)[13]
I Parenti ridicoli, libretto di Giuseppe Checcherini (Napoli, Teatro Nuovo, 1º agosto 1835);
Isabella degli Abenanti, melodramma tragico, libretto di Andrea Schmidt (Napoli, Teatro di San Carlo, 26 settembre 1836 con Giuseppina Ronzi de Begnis);
Il Tramonto del sole, opera in due atti, parole di (pseud.) Anacarsi Macedonico (Napoli, Teatro Nuovo, primavera 1837)[14]
Vinclinda, libretto di Giuseppe Sapio (Napoli, Teatro S.Carlo, 30 maggio 1837 con Paul Barroilhet);
Palmetella maritata, commedia buffa in 2 atti (Napoli, Teatro del Fondo, estate 1837; quest'opera, secondo il libretto rappresenta il seguito de Il Ventaglio del 1831, di cui Palmetella è uno dei personaggi principali)[15]
Raffaello Sanzio da Urbino, libretto di Giuseppe Checcherini (Napoli, 1838)
Il previdente disgraziato, commedia per musica in 2 atti, libretto di Andrea Passaro (Napoli, Teatro del Fondo, autunno 1838)[16]
Francesca Donato (Palermo, Teatro Carolino, 12 dicembre 1842);
Il Trionfo delle donne (Palermo, 1843);
Adelasia, melodramma tragico in tre atti da rappresentarsi simultaneamente (1853, incompiuta; libretto di Luigi Scalchi).
Rut, azione sacra, libretto di Francesco Paolo Berenga (Lanciano, 15 settembre 1833; 16 settembre 1838)
Il Giudizio universale (1838-39) - Libretto di Onofrio Abbate.
Mosè al Sinai (1846) per due cori e orchestra - Libretto di Onofrio Abbate.
Giuseppe - Un lavoro articolato che comprende la trilogia: Putifar, Giuseppe e Giacobbe, scritto nel 1848 in nove mesi e tre giorni e fu eseguito le sere del 7, 8, 10, 11 e 16 agosto 1852 al teatro Argentina di Roma - Libretto di Giuseppe Sapio; su interessamento di Gioacchino Rossini fu nuovamente eseguito alla presenza di Papa Pio IX da 730 esecutori alla Sala del Cinquecento di Firenze il 20 agosto 1857.[4]
Il fausto arrivo di Giovanna d'Inghilterra a Palermo, libretto anonimo (Palermo, Teatro Carolino 1838)
Ettore e Andromaca (sulla partitura autografa è riportato "Per uso di Antonietta Verdini")
Il dono a Partenope, per soli, coro e orchestra
Balletti:
Un'ora (Napoli, Teatro San Carlo, 12 gennaio 1820), in collaborazione con Domenico Crivelli
I due genj (Napoli, Teatro San Carlo, 4 ottobre 1821)
L'orfano (Napoli, Teatro San Carlo, 19 novembre 1821)
L'orda selvaggia (Napoli, Teatro San Carlo, primavera 1822)
La morte d'Ippolito (Napoli, Teatro San Carlo, 19 novembre 1822)
Il soggiorno delle muse, cantata con balli (Napoli, Teatrino de' RR. Appartamenti, maggio 1824); i balli attribuiti a Raimondi.
Pamile (Napoli, Teatro San Carlo, 1 gennaio 1827)
Rosmonda (Napoli, Teatro San Carlo, 4 ottobre 1830)
Giulio Sabino (Napoli, Teatro San Carlo, primavera 1831)
Issipile ovvero la vendetta delle donne di Lenno (Napoli, Teatro San Carlo, 12 gennaio 1832) Atti 1-3 composti da Placido Mandanici; Atti 4-5 da Raimondi
Delitto e punizione ovvero La donna d'Istria (Napoli, Teatro San Carlo, Carnevale 1832)[17]
Ottaviano in Egitto (Napoli, Teatro San Carlo, Pasqua 1832)
Irene di Herstall ovvero Il tragico fine di Carlo il temerario (Napoli, Teatro San Carlo, autunno 1832)
L'orfana di Ginevra (Bologna, Teatro Comunale, autunno 1833)
Merope (Napoli, Teatro San Carlo, 12 gennaio 1846). Atti 1 e 5 composti dal Conte Nicolò Gabrielli; Atti 2, 3 e 4 da Raimondi.
Altre composizioni;
1 Sinfonia (ouverture, 1805)
Danza delle baccanti, per orchestra (tratto da un balletto non identificato)
Preludio Funebre, per orchestra (1844)
2 Requiem con orchestra;
Salmi da 4 a 8 voci;
2 Messe ad otto parti reali;
2 Sinfonie religiose, da eseguirsi separatamente od unite (1836);
Vespri;
Stabat Mater, a due voci e archi (versione in lingua italiana)
Stabat Mater, a tre voci e orchestra (prima del 1838)
Stabat Mater, a quattro voci, coro e orchestra (1845)
Messa di Gloria, a quattro voci e orchestra (1829)
Messa di Santa Cecilia, per coro e orchestra (1833)
Messa di Gloria, a quattro voci e orchestra (1835)
Salmo 106, a una voce, coro e orchestra (1833, versione in lingua italiana)
Credo, a tre voci, coro e orchestra
Magnificat, a quattro voci e organo
Magnificat, a quattro voci e orchestra
Adoramus te Christe, a tre voci e organo (1838)
Gran Messa di Requiem a due Cori reali e orchestra (1844)
Gran Messa di Gloria a due cori e due orchestre
Domine Deus, a tre voci e orchestra
Cum Sancto spiritu, a quattro voci e orchestra
Libera me Domine, a quattro voci e orchestra
Domine Jesu Christe, a quattro voci e orchestra
Te Deum, a quattro voci e orchestra
Dixit Dominus, per soli, coro e orchestra d'archi
Dixit Dominus, a quattro voci e orchestra
Dixit Dominus, a cinque voci e orchestra
Nisi Dominus, a una voce, coro e orchestra (1847)
Salmodia Davidica, a quattro voci (1849)
Tu es sacerdos, 4 fughe a 16 voci
Tu es sacerdos in aeternum, a sei cori (SATB) e sei organi
Laudate pueri Dominum, Salmo 112, a quattro voci, due cori e orchestra (1847)
Nisi Dominus aedificaverit, Salmo 126, a quattro voci, coro e orchestra
Messa, a 4 voci, 2 cori e organo (1853)
Beatus Vir Qui Timet Dominum, a 8 voci e 2 organi
Lauda Sion, a quattro voci e orchestra (ed.postumo, 1863)
Miserere, a due cori reali e organo (1810)
Sicut erat, a tre cori
Tantum Ergo;
Le tre ore d'agonia di N.S.G.C. a tre voci e cinque strumenti
Canone Enigmatico, a quattro voci e organo
Fughe, a quattro voci
Due fughe in una, a quattro voci e organo (1843)
Quattro fughe in una, a quattro voci e organo
Fughe diverse, divise in tre parti, a quattro voci
Bassi imitati e fugati: composti per uso de' suoi scolari
Soggetti di Fughe semplici
Nuovo genere di Scientifica composizione musicale, a quattro voci e organo (1844)
Discografia
Il ventaglio - Interpreti: A. Baldasserini, P. Barbacini, G. Ceccarini, C. Vozza - Dir. Bruno Rigacci - (RSI Lugano 1978 2 CD 1234,01 Al wav 4001 cda810)
Il Giudizio universale - Interpreti: J. Omilian, D. Di Domenico, M, Camastra - Dir. Arturo Sacchetti (Ed. Bongiovanni - 2CD GB 2438/39-2)