Figlio di François Cacault, un ingegnere che aveva disegnato il piano urbanistico di Nantes ed era proprietario di una fabbrica di ceramiche, e della moglie Catherine Homo[1], fu fratello minore di François Cacault (Nantes, 17 febbraio 1743 – Clisson, 10 ottobre 1805) che diverrà diplomatico francese in Italia e uomo politico[2]. Studiò pittura a Parigi, dove fu allievo del pittore neoclassicoJoseph-Marie Vien. Il 3 maggio 1772 fu nominato soprintendente al paesaggio e all'architettura della città di Nantes[3].
Nel 1775 lasciò Nantes per recarsi a Roma, dove Vien era stato nominato direttore dell'Académie de France à Rome[4]. Pierre Cacault rimase fino al 1793 quando, in seguito all'assassinio di Ugo di Basseville, si verificarono a Roma disordini antifrancesi che misero a repentaglio l'incolumità stessa degli artisti francesi, il cui esodo venne gestito brillantemente dal fratello François, plenipotenziario francese a Firenze[5]. Nel suo ventennale soggiorno a Roma Cacault si dedicò alla pittura di soggetti del mondo classico greco e romano con il linguaggio formale neoclassico. A Roma strinse amicizia con numerosi artisti, per esempio Antonio Canova, ma soprattutto con i francesi vincitori del Prix de Rome (Mathurin e Louis Crucy, Coste, David, Lemot).
Nel 1796 Pierre Cacault acquistò alcune aziende a Clisson e nelle zone circostanti; Clisson era una piccola località distrutta nel corso delle guerre di Vandea. Due anni dopo Pierre Cacault si stabilì a Clisson riadattando ad abitazione l'ex église de la Madeleine. Pierre e François Clisson commissionarono all'architetto Mathurin Crucy piano regolatore affinché Clisson venne ricostruita secondo lo stile architettonico degli edifici costruiti in Italia centrale nel XIV e XV secolo. In assenza del fratello, che rimase in Italia fino al 1803, Pierre si impegnò a sovrintendere all'esecuzione dei lavori[6][7]. L'imponente collezione d'arte raccolta da François e Pierre fu ospitata a Clisson in un museo-scuola che tuttavia ebbe vita effimera. Dal 1805, anno della morte del fratello François, Pierre Cacault tentò invano di far acquistare dal governo francese il museo e le collezioni, che voleva peraltro affidare alla gestione di Lemot. Il 27 gennaio 1810 Bertrand Geslin, sindaco di Nantes, acquistò la collezione custodita da allora nel Musée des Beaux-Arts cittadino[8]. Due giorni dopo, Pierre Cacault morì.
Note
^Henri de Saint-Georges, Notice historique sur le musée de peinture de Nantes d'après des documents officiels et inédits, Nantes: Guéraud, 1858, p. 34-35 note (Google libri)
^«Cacault (Francesco)». In: Dizionario delle date, dei fatti, luoghi ed uomini storici o repertorio alfabetico di cronologia universale contenente, pubblicato a Parigi da una Società di dotti e letterati sotto la direzione di A.-L. d'Harmonville, Vol. II Bel-Die, Venezia: G. Antonelli, 1844, pp. 254-255 (Google libri)
^Congrès archéologique de France, Vol. 126, Op. cit.
^Thomas W. Gaehtgens rt Jacques Lugand, Joseph-Marie Vien, Peintre du roi, 1716-1809, Paris: Arthena, 1988, ad indicem, ISBN 2903239096
^Pasquale Villari, «François Cacault decano dei diplomatici francesi in Italia durante la rivoluzione», Studi Storici anno 42, No. 2(aprile-giugno), pp. 461-501, 2001 (jstor, anteprima)
^Jeaninne Guérin Dalle Mese (a cura di), Les paysages de la mémoire, autres Italies, Paris: Licorne Eds, 1998, ad indicem, ISBN 2911044215 (Google libri parziale)