Anche qua come in altre magistrature superiori la Repubblica impose delle restrizioni sui requisiti all'ammissibilità alla carica per i savi. In particolare i membri dovevano venire eletti dal Senato veneziano e dovevano servire un mandato di sei mesi con l'impossibilità di venire rieletti nello stesso ufficio per i tre o sei mesi successivi[1].
Il Pien Collegio si riuniva tutti i giorni, sotto la presidenza del doge.
I Savi del Consiglio avevano il compito di redigere l'agenda, leggere i rapporti e le missive da inviare all'estero, dare udizione alle ambasciate estere e preparare gli atti da votare da presentare in Senato. Inoltre a propria discrezione, su questioni urgenti in materia di finanza o affari esteri il Collegio poteva preparare degli atti da mettere al voto al Consiglio dei Dieci[2].
Note
^ Chambers, Fletcher & Pullan, Venice a documentary history, p. 43.
^ Lane Frederic Chapin, Venice a Maritime Republic, p. 256.