La Partizione delle Alpi è una classificazione della catena alpina adottata nel 1924 in occasione del IX Congresso Geografico Italiano ed ufficializzata nel 1926 ed è stata una delle prime tra le suddivisioni europee a prendere in considerazione l'intero territorio alpino e non solo quello compreso all'interno dei confini di un singolo stato[1].
È tuttora utilizzata in molti testi didattici[2] e studi[3], a volte con alcuni aggiornamenti. La suddivisione didattica tradizionale delle Alpi italiane è basata in larga parte sulla Partizione delle Alpi, e in particolare sul documento "Nomi e limiti delle grandi parti del Sistema Alpino".
Per facilitare la memorizzazione della sequenza delle sezioni che formano lo spartiacque principale, si utilizza nelle scuole la frase MA COn GRAn PENa LE RE-CA GIÙ (Alpi Marittime, Cozie, Graie, Pennine, Lepontine, Retiche, Carniche, Giulie)[4].
Alpi Occidentali
Secondo la Partizione delle Alpi, le Alpi Occidentali vanno dal colle di Cadibona al col Ferret e la loro cima più elevata è il Monte Bianco (4810 m). Seguendo il criterio della Partizione, le Alpi Occidentali sono suddivise nelle sezioni e nei gruppi elencati nella tabella sottostante[5][6]
Secondo la Partizione delle Alpi, le Alpi Centrali vanno dal Col Ferret al Passo del Brennero e la loro cima più elevata è il Monte Rosa (4634 m). Seguendo il criterio della Partizione, le Alpi Centrali sono suddivise nelle sezioni e nei gruppi elencati nella tabella sottostante[5][6].
Secondo la Partizione delle Alpi, le Alpi Orientali vanno dal Passo del Brennero al Passo di Vrata e la loro cima più elevata è il Großglockner (3798 m). Seguendo il criterio della Partizione, le Alpi Orientali sono suddivise nelle sezioni e nei gruppi elencati nella tabella sottostante[5][6].
Confronto con la Suddivisione Orografica Internazionale Unificata del Sistema Alpino
La Partizione delle Alpi fu una delle prime a considerare tutta la catena alpina e per questo si diffuse a livello internazionale[1] ed è alla base anche di recenti testi italiani e francesi dedicati al sistema alpino[3].
Secondo l'autore della Suddivisione Orografica Internazionale Unificata del Sistema Alpino[17], tuttavia, tale classificazione è italo-centrica, perché non condivide la bipartizione (individuando tre "grandi parti" e non due) ed in generale le classificazioni del sistema alpino in uso in altri Stati, come l'Austria; secondo lo studioso[17], inoltre, è basata su presupposti errati, perché include nella catena alpina territori che, secondo alcuni studiosi, non ne farebbero parte.
Anche la SOIUSA, d'altra parte, ha ricevuto delle critiche; ad esempio Werner Bätzing la considera "una miscela di punti di vista molto diversi, definiti in modo pragmatico e non sistematico", cosa che, secondo lo studioso, porta ad una mancanza di chiarezza sui criteri adottati per la suddivisione[18].
denominazione non usata, in quanto assente nella letteratura geografica austriaca più recente, che l'ha abbandonata perché comprende un'area considerata troppo vasta; la zona considerata "Alpi Noriche" dalla Partizione delle Alpi è suddivisa nella SOIUSA in Alpi dei Tauri occidentali (sez. 17), Alpi dei Tauri orientali (sez. 18), Alpi di Stiria e Carinzia (sez. 19) ed Alpi scistose tirolesi (sez. 23)
non presente; la zona corrispettiva è considerata parte delle Alpi Giulie (la parte occidentale), oppure non facente parte del sistema alpino (zona orientale)
denominazione utilizzata per indicare una sezione alpina, secondo il criterio seguito nella letteratura geografica slovena
L'inclusione o l'esclusione del Carso nel sistema alpino è da tempo oggetto di dibattito. L'inclusione è stata sostenuta in tempi recenti anche dallo studioso italiano di fenomeni carsici Fabio Forti[20]; egli ha affermato che, secondo la letteratura alpina la regione è sì una cerniera tra sistema alpino e sistema dinarico, ma è da attribuirsi al primo per questioni storiche[21], geografiche, geomorfologiche[22] e geologiche[23]. La SOIUSA esclude invece il Carso dal sistema alpino, in quanto secondo la letteratura geografica slovena, la zona del Carso appartiene alle Alpi Dinariche, suddiviso nel seguente modo: Montagne dell'Istria e del Carso (sigla A1); Gruppo della Selva di Tarnova (sigla B1); Gruppo del Monte Nevoso-Risnjak (sigla B2); Largo altopiano della Carniola-interna e della Bassa Carniola (sigla B3).
Note
^abSergio Marazzi, Atlante orografico delle Alpi, edizioni Priuli & Verlucca, 2005; cap. Slovenske Predalpe, pagina 317 Vedi Sergio Marazzi, La Suddivisione orografica internazionale unificata del Sistema Alpino, a pagina 1-2Archiviato il 22 luglio 2011 in Internet Archive..
^Essendo numerosissimi i testi didattici basati sulla Partizione delle Alpi, se ne riportano solo alcuni, a mero titolo di esempio, tra quelli più diffusi delle principali case editrici.
Carlo Griguolo, Chiara Forgieri, Daniela Romagnoli, Il nuovo giramondo, edizioni Paravia, 2014 (pagina 16), ISBN 9788839507532;
Grande Atlante Geografico e Storico, edizioni UTET, 1991, tavole 42/43, 92, 101, 184, 202, 236, 246, ISBN 8802044465;
F. Cassone, D. Volpi, M. Ramponi, F. Dobrowolni, L'Argonauta, edizioni Lattes, 1996 (pagina 59);
Eduardo Garzanti ed altri, Il libro Garzanti della Geografia, edizioni Garzanti, 1995 (pagina 50);
G. Pittella (a cura di), Itinerari attraverso l'Italia, edizioni Giunti Marzocco, 1990 (pagina 94);
Guide rosse del TCI, volumi Liguria, Piemonte, Torino e Valle d'Aosta, Lombardia, Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli - Venezia Giulia, 'Touring editore;
Valerio Lugani (a cura di), Meravigliosa Italia, enciclopedia delle regioni, volumi Liguria, Piemonte, Valle d'Aosta, Lombardia, Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia, edizioni Aristea (capitoli Il suo aspetto);
M. Carazzi, F. Lebrun, V. Prevot, S. Torresani, Spazi e civiltà, edizioni Giunti-Marzocco, 1981 (tavola 20);
Ricciarda Simoncelli, Conoscere l'Italia, edizioni Le Monnier, 1984 (pagina 22);
Lorenzo Bersezio, I territori dell'uomo, Edizioni De Agostini, 1999 (pagina 143);
^ab* Enrico Camanni (a cura di), Il Grande Dizionario Enciclopedico delle Alpi, in collaborazione con Club Alpino Italiano, edizioni Priuli & Verlucca, 2007, ISBN 9788880683926;
Sylvain Jouty, Pascal Kober, Dominique Vulliamy, Dictionnaire encyclopédique des Alpes, volume 1, edizioni Glénat, 2006, ISBN 9782723435277.
^Alternativamente è studiata una frase più lunghe, sempre di richiamo mnemonico: MA COn GRAn PENa LE RETI Antonio CAla GIÙ ossia: Marittime, Cozie, Graie, Pennine, Lepontine, Retiche, Atesine, Carniche, Giulie. Altre frasi alternative sono: MA COn GRAn PENa LE RETI A TE CAlo GIÙ, MA COn GRAn PENa LE RETI ATtilio CAlo GIÙ. In questi casi, però, non si fa riferimento alla "Partizione delle Alpi", ma alla suddivisione didattica tradizionale italiana. Si veda:
Junior enciclopedia - enciclopedia universale per i giovani studenti, edizioni SAIE (pagina 31);
Torelli Giorgio, I baffi di Guareschi, Àncora Editrice, (pagina 29), ISBN 9788851415211;
Adriana Cantisani, Tata, help!, Rizzoli 2011 (capitolo Poco ma buono...), ISBN 9788858616734;
Edoardo Giusti, Barbara Giordani, Il formatore di successo. Tutte le tecniche segrete, Sovera Edizioni, 2002 (pagina 56), ISBN 9788881242146.
La Partizione delle Alpi è descritta anche nell'Atlante Orografico di Sergio Marazzi, in una terza versione (i nomi corrispondono a quelli dell'enciclopedia Treccani del 1929 e la numerazione segue quella originale tranne che in alcune sezioni delle Alpi centrali e orientali)
^Secondo la mappa originale della Partizione delle Alpi, del 1926 e secondo i dati da essa desunti, la sezione è denominata "Prealpi Bavaresi"; secondo invece la versione dell'Enciclopedia Treccani e la mappa dell'Atlante orografico delle Alpi di Sergio Marazzi che illustra la partizione delle Alpi, il settore è denominato "Alpi Bavaresi"
^Secondo la mappa originale della Partizione delle Alpi, del 1926 e secondo i dati da essa desunti, la sezione corrisponde al numero 21; secondo invece la mappa dell'Atlante orografico delle Alpi di Sergio Marazzi che illustra la partizione delle Alpi, il settore corrisponderebbe al numero 25. Le due mappe e le notizie da esse dedotte sono riportate nel sito "Homo alpinus"; vedi Division des Alpes selon le Comitato Geografico Nazionale Italiano.
^Secondo la mappa originale della Partizione delle Alpi, del 1926 e secondo i dati da essa desunti, la sezione corrisponde al numero 22; secondo invece la mappa dell'Atlante orografico delle Alpi di Sergio Marazzi che illustra la partizione delle Alpi, il settore corrisponderebbe al numero 26. Le due mappe e le notizie da esse dedotte sono riportate nel sito "Homo alpinus"; vedi Division des Alpes selon le Comitato Geografico Nazionale Italiano.
^Secondo la mappa originale della Partizione delle Alpi, del 1926 e secondo i dati da essa desunti, la sezione corrisponde al numero 23; secondo invece la mappa dell'Atlante orografico delle Alpi di Sergio Marazzi che illustra la partizione delle Alpi, il settore corrisponderebbe al numero 22. Le due mappe e le notizie da esse dedotte sono riportate nel sito "Homo alpinus"; vedi Division des Alpes selon le Comitato Geografico Nazionale Italiano.
^Secondo la mappa originale della Partizione delle Alpi, del 1926 e secondo i dati da essa desunti, la sezione è denominata "Prealpi di Salisburgo"; secondo invece la versione dell'Enciclopedia Treccani e la mappa dell'Atlante orografico delle Alpi di Sergio Marazzi che illustra la partizione delle Alpi, il settore è denominato "Alpi di Salisburgo"
^Secondo la mappa originale della Partizione delle Alpi, del 1926 e secondo i dati da essa desunti, la sezione corrisponde al numero 24; secondo invece la mappa dell'Atlante orografico delle Alpi di Sergio Marazzi che illustra la partizione delle Alpi, il settore corrisponderebbe al numero 23. Le due mappe e le notizie da esse dedotte sono riportate nel sito "Homo alpinus"; vedi Division des Alpes selon le Comitato Geografico Nazionale Italiano.
^Secondo la mappa originale della Partizione delle Alpi, del 1926 e secondo i dati da essa desunti, la sezione è denominata "Prealpi Austriache"; secondo invece la versione dell'Enciclopedia Treccani e la mappa dell'Atlante orografico delle Alpi di Sergio Marazzi che illustra la partizione delle Alpi, il settore è denominato "Alpi Austriache"
^Secondo la mappa originale della Partizione delle Alpi, del 1926 e secondo i dati da essa desunti, la sezione corrisponde al numero 25; secondo invece la mappa dell'Atlante orografico delle Alpi di Sergio Marazzi che illustra la partizione delle Alpi, il settore corrisponderebbe al numero 24. Le due mappe e le notizie da esse dedotte sono riportate nel sito "Homo alpinus"; vedi Division des Alpes selon le Comitato Geografico Nazionale Italiano.
^Secondo la mappa originale del 1926 e i dati da essa desunti, le Caravanche hanno nella Partizione delle Alpi la denominazione "Prealpi delle Caravanche - Bacher" e corrispondono al numero 26; secondo invece la mappa dell'Atlante orografico delle Alpi di Sergio Marazzi che illustra la partizione delle Alpi, le Caravanche corrisponderebbero al numero 21 e sarebbero denominate semplicemente "Caravanche". Le due mappe e le notizie da esse dedotte sono riportate nel sito "Homo alpinus"; vedi Division des Alpes selon le Comitato Geografico Nazionale Italiano.
^abSergio Marazzi, Atlante orografico delle Alpi, edizioni Priuli & Verlucca, 2005 (pagina 20), vedi SOIUSAArchiviato il 22 luglio 2011 in Internet Archive.
^Le critiche alla SOIUSA sono elencate al secondo paragrafo del capitolo 1 della seguente pagina: "Bilan et critiques"
^Vardabasso 1945: La questione del confine politico italo-jugoslavo dal punto di vista fisico. La Venezia Giulia Terra d'Italia. Soc. Istr. Archeol. Sto. Patria 1-24.
^Piccoli 1975. Studio aerogeologico strutturale del Carso goriziano-triestino della Slovenia occidentale e dell'Istria. Mem Ist geol Mineral Univ Padova, 31:1-38.
^Carulli, Carobene, 1980. Evoluzione strutturale Plio-quaternaria del Friuli e della Venezia Giulia. CNR 489-545.