Il palazzo fu una delle molte dimore signorili costruite dai Farnese nei propri domini. Inizialmente doveva avere caratteristiche difensive come era comune nelle dimore signorili del territorio laziale tra XV e XVI secolo. La realizzazione di una residenza fortificata a Caprarola venne inizialmente affidata dal cardinale Alessandro Farnese il Vecchio ad Antonio da Sangallo il Giovane che progettò una rocca pentagonale con bastioni angolari. I lavori iniziarono nel 1530, ma furono sospesi nel 1546 a causa della morte del Sangallo.
Il cardinale Alessandro il Giovane, insediatosi a sua volta a Caprarola, volle riprendere il progetto del nonno, così, nel 1547, affidò il cantiere al Vignola, ma i lavori ripresero solo nel 1559.
Vignola, venuto meno lo scopo difensivo, modificò radicalmente il progetto originale: la costruzione, pur mantenendo la pianta pentagonale dell'originaria fortificazione, venne trasformata in un imponente palazzo rinascimentale, che divenne poi la residenza estiva del cardinale e della sua corte.
Al posto dei bastioni d'angolo l'architetto inserì delle ampie terrazze aperte sulla campagna circostante, mentre al centro della residenza fu realizzato un cortile circolare a due piani, con il superiore leggermente arretrato.
Vignola fece tagliare la collina con scalinate in modo da isolare il palazzo e, allo stesso tempo, integrarlo armoniosamente con il territorio circostante; inoltre fu aperta una strada rettilinea nel centro del paesino sottostante, così da collegare visivamente il palazzo alla cittadina ed esaltarne la posizione dominante su tutto l'abitato. Diresse personalmente i lavori, almeno fino al 1564, e comunque alla sua morte, nel 1573, l'edificio era praticamente completato.[1]
Alla villa sono annessi gli "Orti farnesiani" (con lo stesso nome dei giardini della famiglia sul colle Palatino a Roma), uno splendido esempio di giardino tardo-rinascimentale, realizzato attraverso un sistema di terrazzamenti alle spalle della dimora, arroccati sul colle dal quale s'erge la costruzione e collegati dal Vignola con la residenza attraverso dei ponti. I lavori per il giardino furono iniziati nel 1565 da Giacomo Del Duca, utilizzando per i terrazzamenti la terra di scarico delle fondazioni della chiesa del Gesù a Roma, e si conclusero solo nel 1630, sotto la direzione di Girolamo Rainaldi.
La piccola costruzione che si trova all'interno dei giardini è stata scelta da Luigi Einaudi come residenza estiva nel settennio della sua presidenza della Repubblica (1948-1955)[2].
Descrizione
Esterno
Dall'alto si può ammirare la sua forma a pentagono con il cortile circolare al centro. Questo era in pendenza verso il centro, dove all'interno di esso era situata una "bocca della verità" che raccoglieva tutta l'acqua piovana che veniva usata per ogni bene di uso quotidiano.
Il palazzo viene inquadrato dalla strada che si allarga nella piazza antistante la facciata principale (dove è posto l'ingresso). Probabilmente Vignola stesso progettò la sistemazione esterna, demolendo molte preesistenze del borgo, e progettando anche le facciate di alcuni edifici che fanno da quinta alla prospettiva di accesso.[3]
Originariamente tutt'intorno era circondato da un fossato.
Interno
I vari ambienti sono suddivisi secondo uno schema preciso e moderno:
la zona estiva a nord-est situata dove non batteva il sole,
la zona invernale a sud-ovest situata dove batteva il sole.
Le zone della servitù erano separate dalla zona del cardinale e vennero addirittura ricavate dallo spessore dei muri. Annesse alle stanze della servitù erano le cucine e i magazzini. In questa zona era alloggiata la scala del cartoccio, una rampa di forma elicoidale che permetteva di far scendere, mediante una guida scolpita nel corrimano, un cartoccio di carta, con all'interno sabbia o sassolini, in modo da far giungere velocemente ai piani inferiori messaggi riservati.
Il piano rialzato viene chiamato Piano dei Prelati. Vi si accede sia dalla scalinata esterna che dall'interna.
In questo piano vi sono le stanze affrescate da Taddeo Zuccari, le stanze delle stagioni del Vignola e la stanza delle guardie.
Il cortile, raggiungibile da questi ambienti, è di forma circolare e realizzato dallo stesso Vignola. È composto da due porticati sovrapposti, con volte affrescate da Antonio Tempesta.
Il Tempesta fu pure autore degli affreschi della scala interna (la Scala Regia), che ruota intorno a 30 colonne di peperino, attraverso le quali, secondo la leggenda, il cardinale vi passava a cavallo per raggiungere il piano nobile.[4]
Sopra il piano rialzato si trova il piano nobile, la cui zona estiva fu affrescata da Taddeo Zuccari, mentre quella invernale fu dipinta da Jacopo Zanguidi (detto il Bertoja), da Raffaellino da Reggio e Giovanni de Vecchi. Qui sono collocate la camera da letto del cardinale, detta Camera dell'Aurora, e la camera delle celebrità, detta Stanza dei Fasti Farnesiani, con gli affreschi che riassumono la vita dei Farnese. Oltre, è posta l'Anticamera del Concilio, che prende il nome dall'affresco del Concilio di Trento; nella stessa stanza vi è un affresco raffigurante papa Paolo III mentre scomunica, con la candela in mano, il re d’Inghilterra Enrico VIII[5].
Successivamente si apre la Sala di Ercole, che prende anch'essa il nome dagli affreschi presenti.
Una delle stanze più rappresentative del palazzo è la Stanza delle Geografiche o del Mappamondo, la quale prende il nome dagli affreschi di Giovanni Antonio da Varese.
Il quarto e quinto piano erano assegnati agli staffieri e ai cavalieri.
Galleria d'immagini
Palazzo Farnese in un affresco dell'Ingresso dello stesso Palazzo
• Luther, 2003, diretto da Eric Till (il Palazzo Apostolico in Vaticano ai tempi di Leone X)
• Rapito, 2023, di Marco Bellocchio (residenza di papa Pio IX). Appaiono in particolare la Sala del Mappamondo (studio del papa), lo scalone, i giardini e la cappella.
Televisione
Vi sono state girate diverse scene della serie tv I Medici.[7]
Varie scene di "Leonardo", 2021, diretto da Dan Percival e Alexis Sweet.
Note
^A. M.Affanni, P. Portoghesi (a cura) Studi su Jacopo Barozzi da Vignola, Gangemi Editore, 2011, pag.39
^Paravicini Bagliani Agostino, Bonifacio VIII, la loggia di giustizia al Laterano e i processi generali di scomunica, Rivista di storia della Chiesa in Italia (Roma: [poi] Milano: Herder Editrice; Vita e Pensiero), LUG. DIC. 2005, p. 404, che prosegue così: "l’architettura della Loggia dalla quale Paolo III lancia la sua scomunica fa inevitabilmente pensare alla Loggia delle Benedizioni vaticana nel quadro di Raffaello sull’Incendio del Borgo. Anche nell’affresco dello Zuccari a Caprarola, come nel disegno di Giacomo Grimaldi raffigurante la Loggia di Bonifacio VIII al Laterano, al papa che si sporge dalla tribuna le persone che gli sottostanno si inginocchiano davanti a lui. Si noti ancora che nel disegno di Giacomo Grimaldi come nel disegno preparatorio, forse di mano dello stesso Zuccari, che si trova oggi al Louvre, il papa e i prelati di curia (cardinali, vescovi) si affacciano da due arcate della Loggia, al di sotto delle quali si nota una folla di gente assai numerosa".
(LA, IT) Giuseppe Cugnoni, Centonovantuno epigrammi latini d'autore ignoto che illustrano le opere d'arte del palazzo Farnese in Caprarola, Perugia, Unione tipografica cooperativa, 1908, SBNRLZ0007026.
G. Frezza e F. Benedetti (a cura di), Il palazzo Farnese a Caprarola, 1998, ISBN978-8880162803.