Pabay (in gaelico scozzese: Pabaigh; 0,47 km²[1][2]) è un'isola disabitata[2] della Scozia nord-occidentale, facente parte dell'arcipelago delle isole Ebridi Interne.
L'isola è nota in tutto il mondo per la sua particolare tipologia di rocce e fossili[1] ed è una delle poche isole britanniche a cui è concessa l'emissione di propri francobolli[2][3].
Etimologia
Il nome dell'isola deriva dall'antico nordico e significa letteralmente "isola dei preti".[1][2] Sull'isola si possono infatti ammirare i resti di un'antica cappella.[1]
Geografia
Collocazione
Pabay si trova nell'Inner Sound, al largo della costa sud-orientale dell'isola di Skye [1][2]: è situata a circa 4 km a nord di Broadford (Skye) [1][2].
Territorio
L'isola raggiunge un'altitudine massima di 28 metri s.l.m.[1]
Storia
Tra gli anni cinquanta e la fine degli anni sessanta del XX secolo, l'isola era di proprietà della famiglia Whatley.[3] All'epoca, la popolazione dell'isola era di una dozzina di persone, che diventava una ventina durante il periodo estivo.[3]
A Whatley, che ritenne insufficiente il servizio postale (un solo collegamento settimanale con Broadford), si deve l'inizio della tradizione filatelica dell'isoala.[3]
Dal 1971, l'isola divenne di proprietà di Anne e Edward Gerrard.[3]
Flora e fauna
Flora
Sull'isola crecono 32 specie diverse di fiori selvatici[1] e 49 diverse specie di piante erbacee[1].
Fauna
Un tempo l'isola era abitata da una folta colonia di conigli[1][2], in seguito decimata dalla mixomatosi[2].
L'isola nella cultura di massa
Arte
Note
- ^ a b c d e f g h i j (EN) A History of Pabay, su pabay.org. URL consultato il 5 febbraio 2016 (archiviato dall'url originale il 18 settembre 2008).
- ^ a b c d e f g h (EN) Pabay, su scottish-places.info, Scottish Places Info. URL consultato il 5 febbraio 2016.
- ^ a b c d e (EN) Pabay Philatelic History, su pabay.org. URL consultato il 5 febbraio 2016 (archiviato dall'url originale il 14 gennaio 2016).
- ^ (EN) Cricket on Pabay, su elizabethedenborough.co.uk, Elzabeth Edenborugh - Sito ufficiale. URL consultato il 6 febbraio 2016 (archiviato dall'url originale il 6 febbraio 2016).
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