Un oggetto celeste (dal latinocaelum: cielo) o oggetto astronomico è un'entità fisica naturale, un'associazione o una struttura la cui esistenza nell'universo osservabile è stata appurata scientificamente.[1]
A volte per lo stesso concetto si utilizza anche la dizione "corpo celeste", anche se in genere si preferisce il termine "corpo" quando ci si riferisce a una struttura unitaria e coesiva tenuta insieme dalla forza di gravità (o talvolta dalla forza elettromagnetica) come nel caso di asteroidi, satelliti naturali, pianeti e stelle.
Gli oggetti celesti sono strutture legate gravitazionalmente che sono associate a una posizione nello spazio, ma possono consistere di singoli oggetti o corpi. Questi oggetti vanno da singoli pianeti ad ammassi stellari, nebulose o intere galassie. Le galassie a loro volta sono ordinate in una struttura gerarchica dell'universo,[2] che include ammassi e superammassi di galassie ulteriormente organizzati in grandi filamenti, le strutture più estese attualmente note.[3][4]
Una cometa[5] può essere descritta come un corpo celeste se ci si riferisce solo al suo nucleo ghiacciato e alle polveri, mentre è preferibile la definizione di "oggetto" quando la si considera nel suo insieme, includendo il nucleo, la chioma e la coda.
Alcuni oggetti celesti, come Temi e Neith,[6] sono considerati, alla luce di più recenti scoperte, completamente inesistenti. In altri casi, come per Plutone e Cerere, è stata stabilita una classificazione diversa da quella adottata precedentemente.
Storia
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Classificazione degli oggetti celesti
Segue una classificazione schematica delle principali categorie di oggetti celesti note. Vengono inoltre riportati i principali corpi del sistema solare.
^ Task Group on Astronomical Designations from IAU Commission 5, Naming Astronomical Objects, su iau.org, International Astronomical Union (IAU), aprile 2008. URL consultato il 4 luglio 2010 (archiviato dall'url originale il 2 agosto 2010).
^(EN) Donald K. Yeomans, Comet, su World Book Online Reference Center, World Book, Inc., 2005. URL consultato il 23 marzo 2009 (archiviato dall'url originale il 28 marzo 2009).