Secondo alcuni, Linneo ha scelto il nome del genere riferendosi alla parola greca oenos (vino), perché la radice veniva usata come additivo nella preparazione di alcuni vini.
Descrizione
La dimensione delle specie, che possono essere sia annuali che biennali o perenni, varia da piccole piante alpine alte 10 cm (es. O. acaulis del Cile), a specie di pianura alte 3m (es. O. stubbei). Le specie qui incluse sono dotate di robusti rizomi, che formano dense coperture vegetative.
Le foglie giovani sono disposte a rosetta, e si dispongono a spirale fino ad arrivare alle estremità fiorite; le foglie sono dentate o lobate (pinnate).
I fiori si aprono alla sera, da cui il nome inglese "evening primrose" (primula della sera) e sono per lo più gialli, ma possono essere anche bianchi, viola, rosa o rossi, a quattro petali. Una delle caratteristiche più notevoli della specie è lo stimma a quattro rami, per formare una X.
Convenzionalmente questo genere è suddiviso in 18 sezioni, alcune delle quali suddivise a loro volta in sottosezioni[4][5]. Tale complessità nella classificazione scaturisce dai vari generi che sono stati qui inclusi nel corso del tempo; tra i quali si ricorda il più recente, Gaura, con uno studio pubblicato nel 2007[6].
Le specie incluse in questo genere sono quindi così ripartite:
Sezione Anogra
Sezione Calylophus
Sottosezione Calylophus
Sottosezione Salpingia
Sezione Contortae
Sezione Eremia
Sezione Gaura
Sottosezione Campogaura
Sottosezione Gaura
Sottosezione Gauridium
Sottosezione Schizocarya
Sottosezione Stenosiphon
Sottosezione Stipogaura
Sottosezione Xenogaura
Sottosezione Xerogaura
Sezione Gauropsis
Sezione Hartmannia
Sezione Kleinia
Sezione Kneiffia
Sezione Lavauxia
Sottosezione Australis
Sottosezione Lavauxia
Sezione Leucocoryne
Sezione Megapterium
Sezione Oenothera
Sottosezione Candela
Sottosezione Emersonia
Sottosezione Munzia
Sottosezione Nutantigemma
Sottosezione Oenothera
Sottosezione Raimannia
Sezione Pachylophus
Sezione Paradoxus
Sezione Peniophyllum
Sezione Ravenia
Sezione Xanthocoryne
Uso terapeutico
Dai semi dell'enotera si estrae un olio ricco di acidi grassi essenziali omega-6, utilizzato nel trattamento della sindrome premestruale e contro la pelle secca e l'eczema, ma l'efficacia è controversa.
Controindicazioni
L’olio di enotera è stato precedentemente collegato ad una maggiore frequenza di convulsioni in alcune persone; è pertanto indicata cautela negli epilettici e in altre persone vulnerabili a questo tipo di crisi.
L'olio di enotera non è tossico, ma le persone con malattie mentali inclini a episodi di mania dovrebbero evitare l'olio di enotera poiché può aggravare la condizione.
L'olio di enotera a volte può causare leggera nausea, mal di stomaco o mal di testa, nonché feci molli. Ciò può essere facilmente evitato consumando questo olio nel mezzo di un pasto.
Per le donne incinte o durante l'allattamento è meglio consultare un medico.
Storia
Le prime piante ad arrivare in Europa giunsero a Padova dalla Virginia nel 1614 e vennero descritte dal botanico inglese John Goodyear nel 1621.
Lo studio delle specie di questo genere in rapporto alle variazioni genetiche ha appassionato botanici per buona parte del XX secolo, a partire dalle osservazioni del botanico olandese Hugo de Vries.
^(EN) Oenothera, su naturalhistory2.si.edu. URL consultato il 24 febbraio 2021.
^(EN) Oenothera information from NPGS/GRIN, su web.archive.org. URL consultato il 24 febbraio 2021 (archiviato dall'url originale il 14 settembre 2010).
^(EN) Warren L. Wagner, P.C. Hoch e Peter H. Raven, Revised classification of the Onagraceae, in Systematic Botany Monographs, vol. 83, NH-Botany, 2007, pp. 1–240. URL consultato il 24 febbraio 2021.