O Gorizia tu sei maledetta

O Gorizia tu sei maledetta
ArtistaAA.VV.
Autore/ianonimo
GenereCanzone popolare
Data1916

O Gorizia tu sei maledetta, nota anche come Gorizia, è una canzone di guerra antimilitarista composta in seguito della Sesta battaglia dell'Isonzo durante la prima guerra mondiale, battaglia che portò l'esercito italiano alla conquista della città.

Descrizione

Fa riferimento alla Sesta battaglia dell'Isonzo in cui persero la vita circa 21 000 soldati italiani e 9 000 soldati austroungarici. La versione originale venne raccolta da Cesare Bermani a Novara, secondo la testimonianza di un uomo che l'aveva ascoltata dai fanti durante la presa di Gorizia, il 10 agosto. Nata dalla frustrazione dei soldati italiani a seguito della sesta battaglia dell'Isonzo, che aveva portato alla conquista di Gorizia da parte delle truppe italiane, al prezzo però di un alto costo in vite umane, era considerata come immorale, disfattista e di stampo anti-bellico dai vertici militari italiani, che decretarono che chiunque fosse stato sorpreso a cantarla, fosse passato per le armi.[1]

Polemiche

La canzone, censurata e proibita all'epoca[2], suscitò forti polemiche dopo una pubblica interpretazione nel 1964: come racconta Giovanna Marini[3]:

«Nel '64, grazie a Nanni Ricordi, siamo andati a Festival di Spoleto con uno spettacolo intitolato Bella Ciao, dove abbiamo cantato per la prima volta dopo la guerra, in un'importante occasione ufficiale, i canti popolari di lotta che durante il fascismo erano vietati [...] Michele Straniero cantò una strofa di 'Gorizia' che diceva: 'Traditori signori ufficiali / voi la guerra l'avete voluta / scannatori di carne venduta / questa guerra ci insegni a punir' nella sala che era piena di allievi ufficiali perché lì c'era la scuola. Scoppiò l'inferno. Spoleto era un festival di musica classica, c'era la nipote di Toscanini, molte signore bene tra cui una che disse: 'Non ho pagato un biglietto da mille lire per sentir cantare sul palcoscenico la mia donna di servizio'. Non si era mai vista una cosa del genere. Però c'erano anche dei partigiani: c'era Bocca, c'era Mosca e nel loggione c'era la famiglia dei Piadena, numerosissimi e comunisti. Da sopra hanno iniziato a cantare Bandiera Rossa, hanno buttato giù delle sedie, da sotto hanno incominciato a cantare Faccetta Nera...»

Lo spettacolo s'intitolava Bella ciao. Un programma di canzoni popolari italiane ed era interpretato dal Nuovo Canzoniere Italiano. Si trattava di un recital organizzato da Filippo Crivelli, Franco Fortini e Roberto Leydi, su invito di Nanni Ricordi per il Festival dei Due Mondi di Spoleto. Gli interpreti erano Sandra Mantovani, Giovanna Daffini, Giovanna Marini, Maria Teresa Bulciolu, Caterina Bueno, Silvia Malagugini, Cati Mattea, Michele Straniero, il Gruppo di Piadena, accompagnati dalla chitarra di Gaspare De Lama.

In occasione di una replica dello spettacolo, a causa dell'esecuzione di O Gorizia tu sei maledetta, un ufficiale dei carabinieri presente in sala denunciò Straniero, Leydi, Bosio e Crivelli per vilipendio delle forze armate italiane. L'episodio diede un'involontaria notorietà al Nuovo Canzoniere Italiano[4][5][6].

Interpretazioni

La canzone ha avuto molti interpreti[1]:

Testo

«La mattina del cinque d'agosto
si muovevan le truppe italiane
per Gorizia, le terre lontane
e dolente ognun si partì

Sotto l'acqua che cadeva al rovescio
grandinavan le palle nemiche
su quei monti, colline e gran valli
si moriva dicendo così:

Oh Gorizia tu sei maledetta
per ogni cuore che sente coscienza
dolorosa ci fu la partenza
e il ritorno per molti non fu

Oh vigliacchi che voi ve ne state
con le mogli sui letti di lana
schernitori di noi carne umana
questa guerra ci insegna a punir

Voi chiamate il campo d'onore
questa terra di là dei confini
Qui si muore gridando assassini
maledetti sarete un dì

Cara moglie che tu non mi senti
raccomando ai compagni vicini
di tenermi da conto i bambini
che io muoio col suo nome nel cuor

O Gorizia tu sei maledetta
per ogni cuore che sente coscienza
dolorosa ci fu la partenza
e il ritorno per molti non fu.»

Versioni alternative

Talvolta si aggiunge, prima del ritornello finale, quest'altra strofa, aggiunta in seguito. In origine proviene dal testo di "O Venezia"[7]:

«Traditori signori ufficiali
Che la guerra l'avete voluta
Scannatori di carne venduta
E rovina della gioventù»

Al posto di «O vigliacchi o voi che restate» spesso si canta:

«Generali o voi che dormite
con le mogli sui letti di lana
schernitori di noi carne umana
questa guerra ci insegna a punir»

versione che dà anche senso alla strofa seguente perché sono sempre i generali che parlano di «campo d'onore», difficile pensare lo facciano i «vigliacchi».

Note

  1. ^ a b O Gorizia, tu sei maledetta, su antiwarsongs.org.
  2. ^ Francesca Gatta, Militari, ciclisti ed eroi: «Lo Sport illustrato», su treccani.it.
  3. ^ Giovanna Marini, Vi racconto il mio '68, in Spettacoli - La Repubblica, 6 febbraio 2018. URL consultato il 5 ottobre 2018.
  4. ^ Cesare Bermani, Per una storia del Nuovo Canzoniere Italiano. Alcune date, in InOltre, vol. 11.
  5. ^ L. Colombati (a cura di), La canzone italiana. 1861-2011, Mondadori, 2011.
  6. ^ Jacopo Tomatis, Che cosa succederebbe se scrivessi una canzone contro la guerra e la cantassero tutti?, su treccani.it.
  7. ^ O Venezia, su antiwarsongs.org.

Bibliografia