Fa riferimento alla Sesta battaglia dell'Isonzo in cui persero la vita circa 21 000 soldati italiani e 9 000 soldati austroungarici. La versione originale venne raccolta da Cesare Bermani a Novara, secondo la testimonianza di un uomo che l'aveva ascoltata dai fanti durante la presa di Gorizia, il 10 agosto. Nata dalla frustrazione dei soldati italiani a seguito della sesta battaglia dell'Isonzo, che aveva portato alla conquista di Gorizia da parte delle truppe italiane, al prezzo però di un alto costo in vite umane, era considerata come immorale, disfattista e di stampo anti-bellico dai vertici militari italiani, che decretarono che chiunque fosse stato sorpreso a cantarla, fosse passato per le armi.[1]
Polemiche
La canzone, censurata e proibita all'epoca[2], suscitò forti polemiche dopo una pubblica interpretazione nel 1964: come racconta Giovanna Marini[3]:
«Nel '64, grazie a Nanni Ricordi, siamo andati a Festival di Spoleto con uno spettacolo intitolato Bella Ciao, dove abbiamo cantato per la prima volta dopo la guerra, in un'importante occasione ufficiale, i canti popolari di lotta che durante il fascismo erano vietati [...] Michele Straniero cantò una strofa di 'Gorizia' che diceva: 'Traditori signori ufficiali / voi la guerra l'avete voluta / scannatori di carne venduta / questa guerra ci insegni a punir' nella sala che era piena di allievi ufficiali perché lì c'era la scuola. Scoppiò l'inferno. Spoleto era un festival di musica classica, c'era la nipote di Toscanini, molte signore bene tra cui una che disse: 'Non ho pagato un biglietto da mille lire per sentir cantare sul palcoscenico la mia donna di servizio'. Non si era mai vista una cosa del genere. Però c'erano anche dei partigiani: c'era Bocca, c'era Mosca e nel loggione c'era la famiglia dei Piadena, numerosissimi e comunisti. Da sopra hanno iniziato a cantare Bandiera Rossa, hanno buttato giù delle sedie, da sotto hanno incominciato a cantare Faccetta Nera...»
In occasione di una replica dello spettacolo, a causa dell'esecuzione di O Gorizia tu sei maledetta, un ufficiale dei carabinieri presente in sala denunciò Straniero, Leydi, Bosio e Crivelli per vilipendio delle forze armate italiane. L'episodio diede un'involontaria notorietà al Nuovo Canzoniere Italiano[4][5][6].
«La mattina del cinque d'agosto si muovevan le truppe italiane per Gorizia, le terre lontane e dolente ognun si partì
Sotto l'acqua che cadeva al rovescio grandinavan le palle nemiche su quei monti, colline e gran valli si moriva dicendo così:
Oh Gorizia tu sei maledetta per ogni cuore che sente coscienza dolorosa ci fu la partenza e il ritorno per molti non fu
Oh vigliacchi che voi ve ne state con le mogli sui letti di lana schernitori di noi carne umana questa guerra ci insegna a punir
Voi chiamate il campo d'onore questa terra di là dei confini Qui si muore gridando assassini maledetti sarete un dì
Cara moglie che tu non mi senti raccomando ai compagni vicini di tenermi da conto i bambini che io muoio col suo nome nel cuor
O Gorizia tu sei maledetta per ogni cuore che sente coscienza dolorosa ci fu la partenza e il ritorno per molti non fu.»
Versioni alternative
Talvolta si aggiunge, prima del ritornello finale, quest'altra strofa, aggiunta in seguito. In origine proviene dal testo di "O Venezia"[7]:
«Traditori signori ufficiali Che la guerra l'avete voluta Scannatori di carne venduta E rovina della gioventù»
Al posto di «O vigliacchi o voi che restate» spesso si canta:
«Generali o voi che dormite con le mogli sui letti di lana schernitori di noi carne umana questa guerra ci insegna a punir»
versione che dà anche senso alla strofa seguente perché sono sempre i generali che parlano di «campo d'onore», difficile pensare lo facciano i «vigliacchi».