La Nona riunione degli scienziati italiani fu un incontro dei principali studiosi provenienti dai diversi Stati della penisola italiana svoltosi a Venezia nel 1847.
Il nono congresso degli scienziati italiani fu tenuto a Venezia e la candidatura di questa città fu probabilmente un atto di sfida nei confronti del Governo austriaco. Nel 1847 infatti la situazione politica nei territori sottomessi all'Austria era diventata incandescente. Questo fece sì che le sale delle riunioni fossero piene di spie al servizio degli austriaci.
Carlo Luciano Bonaparte, che viaggiava in divisa da soldato semplice della Guardia civica pontificia, ricevette un decreto di espulsione dopo alcuni discorsi contenenti incitamenti all'unità d'Italia.[1][2]
Gli atti del congresso non furono mai pubblicati; in occasione dell'undicesima riunione del 1873 era indicato che gli atti erano «gelosamente custoditi dal sig. conte Pasini».[3]
Il presidente generale fu Andrea Giovanelli; il segretario generale fu Lodovico Pasini.
Furono nominati presidente Andrea Cittadella Vigodarzere e vicepresidenti Agostino Sagredo e Faustino Sanseverino.
I segretari furono Giuseppe Sacchi e Gherardo Freschi.
Furono nominati presidente Giovanni Rossi e vicepresidente Giuseppe Secondi.
I segretari furono Michelangelo Asson, Pietro Ziliotto e Adolfo Benvenuti.
Furono nominati presidente Carlo Luciano Bonaparte e vicepresidente Antonio Alessandrini.
Il segretario fu Filippo De Filippi.
Furono nominati presidente Adriano Balbi e vicepresidenti Giulio Cordero di San Quintino e Francesco Miniscalchi.
I segretari furono Cesare Cantù e Francesco Ghibellini.
Furono nominati presidente Luigi Magrini e vicepresidenti Serafino Rafaele Minich e Giovanni Minotto.
I segretari furono Vincenzo Gallo, Bernardo Zambra e Bernardo de Wullenstorf.
Furono nominati presidente Roberto de Visiani e vicepresidente Giuseppe Meneghini.
I segretari furono Giuseppe Clementi e Giovanni Zanardini.
Furono nominati presidente Gioacchino Taddei e vicepresidente Bartolomeo Bizio.
I segretari furono Francesco Selmi e Giovanni Bizio.
Furono nominati presidente Lorenzo Pareto e vicepresidente Achille De Zigno (anche segretario).
Furono nominati presidente Giacomo Andrea Giacomini e vicepresidenti L. Paolo Fario e Enrico Trois.
I segretari furono Francesco Freschi, Carlo Ampelio Calderini e Antonio Faes.
Per le giornate del congresso furono organizzati diversi intrattenimenti.[4]
In occasione della riunione venne distribuita ai partecipanti una medaglia commemorativa con un'immagine di Marco Polo.[5]
Fu distribuita l'opera Venezia e le sue lagune, in due volumi.[6]
«La Commissione deputata ad ordinare il libro pensò separare, quand'era possibile, le notizie riguardanti la Venezia di un tempo da quelle che spettano all'attuale, concedendo alle seconde più largo spazio e scendendo rispetto ad esse a più minuti particolari. Studiò inoltre che ciascheduna materia fosse trattata da chi era in quella tenuto de' meglio esperti; con che intese di presentare ad un tempo il prospetto quasi compiuto degli uomini che in fatto di scienze e di lettere più onorano al presente la città nostra.»
(dalla prefazione)
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