Secondo molte fonti, Berchem viaggiò in Italia in un periodo precedente al 1642, assieme al pittore olandese Hendrick Mommers e a Jan Baptist Weenix, che era suo cugino e coetaneo e con il quale condivise anche l'esperienza nella bottega del Moeyaert.[1]
Intorno al 1642, infatti, è documentata la sua presenza nella gilda di San Luca di Haarlem.
L'influenza del Moeyaert si evidenziò soprattutto negli anni giovanili, come è attestato dal Labano del 1643.
Il 2 ottobre del 1646 si sposò con la figlia di Jan Wils, Catrijne Claesdr. De Groot. Attorno al 1650 si trasferì in Vestfalia assieme a Jacob van Ruisdael, e, dopo un secondo soggiorno italiano (1653-1656), ritornò in patria, ad Amsterdam dove lavorò per conto di Jan de Visscher.
Nel periodo centrale della sua carriera la sua vasta produzione fu per lo più incentrata su panorami portuali, cacce, rovine in paesaggi latini e romani, battaglie e ovviamente paesaggi pastorali.
Nel periodo maturo, oltre a propendere per colori più vistosi si avvicinò ad Adriaen van de Velde.
La sua produzione artistica fu notevole, dato che le sue opere ammonterebbero a 850 pezzi, tra cui una sessantina di acqueforti e numerosi importanti disegni a sanguigna.
^abcdle muse, II, Novara, De Agostini, 1964, p. 195.
Bibliografia
(ES) Biesboer Pieter y Luna, La pintura holandesa del Siglo de Oro. Frans Hals y la escuela de Haarlem, Madrid, 1994.
(DE) Cornelis Hofstede de Groot, Beschreibendes und kritisches Verzeichnis der Werke der hervorragendsten holländischen Maler des XVII. Jahrhunderts, Parigi, 1926.
(NL) Arnold Houbraken, De Groote Schouburgh der Nederlantsche Kunstschilders en Schilderessen, Amsterdam, 1719.
(NL) Johannes Immerzeel jr., De Levens en Werken der Hollandsche en Vlaamsche kunstschilders, beeldhouwers, graveurs en bouwmeesters, van het begin der vijftiende eeuw tot heden, Amsterdam, 1842.