Il museo della ceramica di Savona è un'esposizione permanente dedicata alla ceramica ligure, in particolare savonese e albissolese, con un migliaio di opere, che vanno dal XV secolo al contemporaneo.[1] Ha sede nel cinquecentesco Palazzo Monte di Pietà, nel cuore del centro storico di Savona, ed è collegato al seicentesco Palazzo Gavotti, un tempo sede del municipio, situato nella vicina piazza Chabrol.
Storia
Il museo viene ufficialmente inaugurato il 16 dicembre 2014 con lo scopo di raccogliere un migliaio di opere ceramiche della città di Savona e di Albissola Marina.[2] Inizialmente le opere erano proprietà di privati, tra cui la Pinacoteca Civica di Savona, la Fondazione de Mari, ecc.[1][2]
Come sede del museo fu scelto l'edificio quattrocentesco del Monte di Pietà fondato nel 1479 dal papa di origini savonesi Sisto IV e successivamente restaurato, con un intervento progettuale mirato da un lato a conservare e valorizzare le parti storiche preesistenti e, dall'altro, a fornire una nuova fruibilità pubblica.
Allestimento e restauro degli spazi
Gli spazi del Monte di Pietà sono stati restaurati e allestiti su quattro piani, collegati direttamente all'adiacente pinacoteca civica ospitata nell'edificio di Palazzo Gavotti di proprietà del comune, a sua volta in stretto collegamento con le chiese e i palazzi del centro storico cittadino..
Obiettivi del restauro
Il progetto di restauro nasce dall'intento di realizzare un centro espositivo specificatamente destinato alla ceramica, che rappresenta un significativo prodotto artistico manifatturiero sviluppato dal tardo medioevo ad oggi nell'area savonese e albisolese.
Il principale obiettivo del restauro è la creazione di un "polo della ceramica savonese" con l'intento di valorizzazione il territorio e di riunire in un'unica sede le numerose collezioni formatesi nel tempo, attualmente dislocate in più sedi, realizzando un racconto permanente della storia della ceramica ligure, non limitato alla sola produzione savonese.
Il percorso scelto è un racconto di un'antica cultura e tradizione di lavorazione della ceramica, che ripercorre circa sei secoli di attività nei centri liguri, rappresentati principalmente da Savona e Albisola.
Argomenti
Il museo illustra un aspetto dell'attività umana che identifica la storia artistica e produttiva della collettività ligure.
Viene esposto un panorama di manufatti che esemplificano una tradizione, i cui frutti si sono manifestati ininterrottamente per più di sei secoli, ponendo Savona ed Albisola tra i più importanti centri produttivi ceramici del mediterraneo.
La ceramica nella storia savonese e albisolese
La lavorazione della ceramica ligure ha origini antiche: nasce per la presenza nel territorio ligure di bacini argillosi, materia prima grazie alla quale si sviluppa l'arte figulina a partire dalla seconda metà del XII secolo a Savona, per poi raggiungere nel XIV secolo Albissola ed anche Genova.
In cinque secoli di storia la ceramica ligure mantiene e rafforza la sua immagine anche grazie alla sua collocazione geografica ed ai suoi collegamenti con le regioni limitrofe, che consentono scambi via mare con Italia e Francia e via terra con il Piemonte.
Stili e motivi
Durante il XVI secolo la ceramica ligure vive un momento importante, grazie alla diffusione dell'arte della maiolica, con un'ornamentazione inizialmente blu cobalto e poi in policromia con vari motivi sia orientali (piante palustri, insetti, uccelli, pagode, animali da cortile) che occidentali (castelli con torri, soggetti sovrannaturali religiosi o mitologici). I decori più famosi diffusisi allora e prodotti ancora oggi sono ad esempio:
Il decoro Antica Savona o Bianco Blu: introdotto dalla famiglia Guidobono, al cui capostipite, Giovanni Antonio (1651, 1685) si fa risalire la definizione a chiaroscuro del monocromo turchino. La figura è costituita fondamentalmente dalla rappresentazione di una figura umana collocata in un paesaggio costituito quasi sempre da un primo piano con cespi vegetali e con piccole rocce, da un secondo piano con prati, alberi, qualche casa o castello e da un piano di fondo con montagne e nuvole. La scena rappresenta in genere un qualche episodio biblico, mitologico o letterario preso da stampe, illustrazioni di libri, oppure rappresenta un qualche putto o paesaggio.
Il Calligrafico Naturalistico: Introdotto nella prima metà del XVII secolo nelle fabbriche di Albisola e Savona, il decoro riprende i motivi delle porcellane cinesi in uso durante il regno Wanli della dinastia Ming. Presumibilmente i ceramisti ebbero a loro disposizione modelli originali cinesi o prodotti persiani di imitazione. La sua denominazione è dovuta alla tecnica di pittura, cioè al segno quasi calligrafico che delinea il disegno ed i soggetti prevalentemente naturalistici, in particolare si notano soggetti orientali: lepri, cerbiatti, cani, uccelli tra erbe e foglie lanceolate, fiori e palmette. Furono sovrapposti anche motivi occidentali quali castelli, campanili, chiese e figure umane, con contorni di cipressi. La realizzazione è su maiolica bianca o azzurrina in monocromia blu nella fase iniziale e poi in policromia con i colori verde, arancione, blu e giallo successivamente.
Il Levantino: questo decoro, eseguito a più colori o soltanto in manganese, è costituito dal disegno schizzato di minuscoli personaggi e animaletti, ma anche di elementi paesaggistici come casolari, alberelli, ecc.
Il Boselli: decorazione floreale in cui la decorazione di un oggetto fa perno su un mazzetto di fiori dominato da un tulipano oppure una rosa a cui fanno da contorno alcuni altri fiori di piccole dimensioni (miosotis, botton d'oro, margheritine), completano il tutto opportune foglie. La restante superficie è cosparsa di un qualche piccolo gruppo di fiorellini o da foglioline. La realizzazione è su maiolica bianca: In monocromia verde oppure in policromia rosa, giallo, arancione, viola, azzurro e verde.
Altri decori minori quali il Valente, Uccelli e Prezzemolo e la Ceramica nera e gialla.
Questa produzione è presente in musei e raccolte a livello internazionale.
Opere
L'intera esposizione è composta da più di mille opere, a testimonianza del legame che da sei secoli unisce il territorio di Savona e Albisola alla produzione della ceramica.
Nel museo trovano spazio le raccolte di proprietà della pinacoteca civica di Savona:
La visita al museo della ceramica inizia in piazza Chabrol, all'ingresso della pinacoteca civica e termina nel Palazzo del Monte di Pietà, con lo scalone aperto su via Ponzo, in prossimità del complesso monumentale della cattedrale. Il percorso si articola su quattro livelli ed è organizzato per singole raccolte, cui si alternano sezioni ordinate secondo una disposizione cronologica e tipologica.
La visita incomincia dal secondo piano e prosegue fino al quarto, dopodiché un ascensore porta i visitatori alle ultime sale e infine all'uscita al primo piano.
Secondo piano
Sala 1: "Tra pittura e ceramica"
Sala 2: "Bartolomeo Guidobono e lo stile istoriato barocco"
Sala 3: "Gli stili orientalizzanti"
Sala 4: "Il palazzo del monte di pietà" e "Rivestimenti parietali e pavimentali. I laggioni"
Sala 5: "Istoriato rinascimentale"
Sala 6: "Il Settecento"
Sala 7: "Taches noires e terracotta nera"
Sala 8 e 9: "Collezione Principe Boncompagni Ludovisi"
Terzo piano
Sala 10: "Farmacia dell'antico ospedale San Paolo"
Sala 11: "Primo novecento: Déco e futurismo"
Sala 12: "Secondo novecento"
Quarto piano
Sala 13: "Ceramica fra arte e design"
Sala 14: "Sculture di Arturo Martini e di Agenore Fabbri"
Primo piano
Sala 15: "L'immagine di Nostra Signora di Misericordia"
Sala 16: "L'arredo della casa borghese dell'800, la donazione di Flavia Folco" e "La ceramica popolare dell'800: La terracotta gialla"