Il San Vicino (1.484 m s.l.m.[1]) è un monte dell'Appennino umbro-marchigiano situato in provincia di Macerata, non lontano dalla linea di confine con la provincia di Ancona.
La montagna era un tempo chiamata anche Monte Suavicino.[2][3]. L'origine del nome San Vicino è forse legata alla divinità romana di Giano[4], il Giano bifronte vigilante (vicilinus), a cui la montagna potrebbe essere stata dedicata perché vegliasse sul confine tra i Piceni ed i popoli Umbri.
Descrizione
Questa montagna ha una particolarità: vista da sud ha una forma a gobba di cammello, da nord assume una forma tricuspidale, e da est o ovest assomiglia a un vulcano spento. Dato il suo isolamento il monte è facilmente distinguibile anche da molto lontano, e dalla sua cima si gode di un vastissimo panorama che arriva fino alla Dalmazia.[3]
Poco lontano dalla sua vetta si trova una grande croce di ferro[5]. Il giorno di Pasquetta, come da tradizione, gli abitanti dei paesi vicini sono soliti andare a fare un picnic con pizze pasquali e salumi sulla cima del monte.
Accesso alla vetta
La salita al Monte San Vicino è di tipo escursionistico e può avvenire seguendo sentieri segnati; si può partire dai Prati di San Vicino (a sud della vetta) oppure - con un dislivello maggiore(circa 470 metri) - partendo poco sopra Pian dell'Elmo (a nord); partendo da qui il sentiero a quota circa 1200 m s.l.m. si biforca: procedendo a destra si affronta "la direttissima",molto ripida e fuori dal bosco, procedendo a sinistra si continua nel sentiero principale con una salita abbastanza graduale per poi uscire dal bosco a un centinaio di metri dalla vetta.
Tutela naturalistica
Il Monte San Vicino e l'area circostante fanno parte della ZPSMonte San Vicino e Monte Canfaito (cod. IT5330025) e del SICMonte S.Vicino (cod. IT5330015), istituiti nell'ambito della rete europea Natura 2000.[6] Ricadono inoltre nella Riserva naturale regionale del Monte San Vicino e del Monte Canfaito (1111 m s.l.m.), istituita nel 2009 dalla Regione Marche.[7]
Nella cultura popolare
Da tempo immemorabile esiste un proverbio legato al San Vicino, che aiutava nella previsione del clima durante l'inverno. Esistono due versioni del proverbio. La prima recita: Se San Vicino si mette il cappello, vendi le capre e compra il mantello; se San Vicino si mette le brache, vendi il mantello e compra le capre. Il cappello e le brache (calzoni) sono le nuvole che vanno a coprire, rispettivamente, o la cima del monte o la sua base, lasciando la cima visibile; nel primo caso si prevede che pioverà, nel secondo che sarà bel tempo. In tempi recenti la parola "mantello" è stata sostituita dal più moderno "ombrello".
La seconda versione è quella riportata dagli anziani di Frontale di Apiro, ultimo paese alle pendici del monte, ed è forse la più veritiera: Se San Vicino mette il cappello, vendi la capra e compra il mantello; se San Vicino sbraca, vendi il mantello e compra la capra. Gli anziani del paese dicono che il cappello non è riferito alle nuvole, ma alla prima nevicata dell'inverno: se questa coprirà solo la parte superiore della montagna (a mo' di cappello!) l'inverno sarà freddo e rigido (vendi la capra e compra il mantello); se, invece, la prima nevicata sbracherà, ovvero si "allargherà troppo", la neve interesserà non solo la cima della montagna, ma anche il paese (vendi il mantello e compra la capra, perché l'inverno non sarà rigido).
Era preso come riferimento e orientamento dai marinai e pescatori del Mare Adriatico nei secoli scorsi, in quanto chiaramente visibile al largo delle coste.
Note
^Il sistema fisico: geologia e geomorfologia, su riservamontesanvicino.it, Riserva naturale regionale del Monte San Vicino e del Monte Canfaito. URL consultato il 30 agosto 2020.
^ab Ettore Ricci, SAN VICINO, Monte, in Enciclopedia Italiana, Istituto Treccani, 1939. URL consultato il 30 agosto 2020.