Sebbene il monte appartenga a un'area naturale protetta, vi si svolgono numerose attività lecite ed illecite i cui effetti impoveriscono l'ambiente: deforestazione (autorizzata e non), estrazione del carbone, pascolo di mandrie e bracconaggio. Queste attività incidono anche sui corsi d'acqua che nascono dalle sorgenti del monte: per esempio, la portata del fiume Tana si sta progressivamente riducendo. Poiché il monte costituisce la principale riserva d'acqua e di vegetazione del Kenya, questo impoverimento potrebbe avere conseguenze anche economiche molto rilevanti per il futuro del paese.
Popolazione
L'etnia predominante attorno al monte Kenya è quella dei Kikuyu. I Kikuyu lo chiamano Kirinyaga (o Kerenyaga) e credono che esso ospiti Ngai, il loro dio.
Scalata
Ufficialmente il primo europeo ad aver avvistato il monte fu il missionario Johann Ludwig Krapf, nel 1849. La prima scalata nota fu portata a termine da Halford Mackinder, C. Ollier e J. Brocherel il 13 settembre 1899. La vetta del Nelion fu scalata la prima volta da Eric Shipton nel 1929.
Durante la seconda guerra mondiale il monte fu scalato da tre italiani, prigionieri di guerra nel campo di Nanyuki situato alla sua base: fuggiti dal luogo di detenzione, scalarono il terzo picco, punta Lenana, prima di tornare volontariamente al campo. Il capogruppo Felice Benuzzi ha raccontato la storia nel libro Fuga sul Kenya (1947), uscito anche in inglese con il titolo No Picnic on Mount Kenya.
Point Lenana, libro in cui gli autori Wu Ming 1 e Roberto Santachiara ripercorrono le tracce di Felice Benuzzi e dei suoi compagni, fino a risalire punta Lenana narrando, tra i molti argomenti, i massacri compiuti in Africa Orientale dai colonialisti italiani e britannici.