È stato a lungo ritenuto una sottospecie dell'elefante africano (Loxodonta africana). Recentemente, l'analisi del DNA ha mostrato che si tratta di due specie separatesi circa 2-7 milioni di anni fa.[3][4] Nel 2016, le analisi delle sequenze del DNA hanno mostrato che L. cyclotis è più vicino alla specie europea estinta Palaeoloxodon antiquus, di quanto lo sia rispetto all'elefante africano.[5]
Descrizione
L'elefante africano di foresta si distingue morfologicamente dall'elefante africano comune per le seguenti caratteristiche: la mandibola è lunga e stretta anziché corta e larga; le orecchie sono più arrotondate; le zanne sono più dritte, più dure, e di un colore vagamente rosato; le dimensioni sono inferiori. Alcuni maschi posseggono zanne così lunghe da toccare il terreno proprio come alcuni antichi mastodonti. L'elefante delle foreste maschio raramente supera i 2,5 metri di altezza, contro i 3 metri (qualche volta 4) del L. africana.
L'elefante delle foreste a differenza dell'elefante africano è addomesticabile e può essere utilizzato dall'uomo come animale da lavoro. Come esso invece è privo da adulto di predatori naturali; i cuccioli isolati, invece, possono essere uccisi dai leopardi[6].
Distribuzione e habitat
La specie è presente nelle foreste dell'Africa centrale. La zona delle foreste pluviali è molto definita, possiamo tranquillamente stabilire che gli elefanti di foresta si trovino in Repubblica del Congo, Gabon, Repubblica Democratica del Congo e nel sud della Repubblica Centrafricana. In alcune classificazioni più o meno discutibili gli elefanti del Ghana fanno parte della sottospecie Elefante africano occidentale (Loxodonta africana oxyotis), in realtà hanno dei tratti molto simili a quelli dei vicini elefanti di foresta come ad esempio la proboscide stretta. Precisiamo che l'attribuzione di tale sottospecie è molto rara e che le classificazioni tradizionali tendono a non soffermarsi sulle varie sottospecie di Loxodonta africana.[2]
Tassonomia
È stato a lungo ritenuto una sottospecie dell'elefante africano (Loxodonta africana). Recentemente, l'analisi del DNA ha mostrato che si tratta di due specie diverse. È possibile che l'elefante nordafricano, oggi estinto, fosse una sottospecie dell'elefante delle foreste; anche l'elefante pigmeo (che è oggetto di controversie presso i paleontologi) viene talvolta considerato una variante dell'elefante delle foreste la cui crescita ridotta potrebbe essere stata dovuta a condizioni ambientali e non a differenze genetiche.
La scoperta delle differenze genetiche fra le due specie di elefanti africani si deve a una serie di test del DNA che avevano originariamente lo scopo di rintracciare l'origine di avorio sequestrato ai bracconieri. Queste analisi dimostrarono che la diversità genetica fra L. africana e L. cyclotis corrisponde a circa 2/3 di quella fra l'elefante africano e quello indiano.
^ab(EN) D.E. Wilson e D.M. Reeder, Loxodonta cyclotis, in Mammal Species of the World. A Taxonomic and Geographic Reference, 3ª ed., Johns Hopkins University Press, 2005, ISBN0-8018-8221-4.
^Rohland, Nadin; Reich, David; Mallick, Swapan; Meyer, Matthias; Green, Richard E.; Georgiadis, Nicholas J.; Roca, Alfred L.; Hofreiter, Michael (2010). Penny, David, ed. Genomic DNA Sequences from Mastodon and Woolly Mammoth Reveal Deep Speciation of Forest and Savanna Elephants. PLoS Biology, 8 (12) (published December 2010). p. e1000564. doi:10.1371/journal.pbio.1000564.