Le monarchie possono essere divise in due grandi classi: gli stati premoderni, e quelli che hanno ottenuto l'indipendenza durante o subito dopo le guerre napoleoniche. Danimarca, Norvegia, Svezia, Regno Unito, Spagna e Andorra sono i successori delle monarchie premoderne. Liechtenstein, Paesi Bassi, Belgio e Lussemburgo furono istituiti od ottennero l'indipendenza attraverso varie vicende durante le guerre napoleoniche. Lo Stato della Città del Vaticano fu riconosciuto come Stato sovrano amministrato dalla Santa Sede nel 1929, tramite i Patti Lateranensi.
Dieci di queste monarchie sono ereditarie, e due sono elettive: la Città del Vaticano (il Papa, eletto al conclave) e Andorra (tecnicamente è una diarchia semi-elettiva, in quanto la posizione di capo di Stato è condivisa da due persone, di cui uno è il Presidente della Francia, eletto, e l'altro è il Vescovo di Urgell, nominato dal Papa).
La maggior parte delle monarchie in Europa sono parlamentari, in cui il monarca non influenza la politica dello Stato, sia che al sovrano sia impedito legalmente di farlo, sia che il monarca non utilizzi i poteri politici legati all'incarico per via di convenzioni costituzionali. Le eccezioni sono il Liechtenstein e il Principato di Monaco, che sono solitamente considerate monarchie costituzionali (o semi-costituzionali) a causa dell'ampia influenza che i principi esercitano ancora oggi sulla politica, e la Città del Vaticano, che è una monarchia assoluta. Non sono in atto grandi campagne di abolizione delle monarchie in nessuno dei dodici Stati, anche se in molti di essi vi sono gruppi repubblicani più o meno grandi (vedi ad esempio repubblicanesimo in Spagna). Sei delle dodici monarchie sono membri dell'Unione europea: Belgio, Danimarca, Lussemburgo, Paesi Bassi, Spagna e Svezia.
All'inizio del XX secolo, la Francia, la Svizzera e la Repubblica di San Marino erano le uniche nazioni europee ad avere una forma di governo repubblicana. L'avvento del repubblicanesimo nella politica europea si verificò all'inizio del XX secolo, facilitato dalla caduta di diverse monarchie europee a seguito di guerre o rivoluzioni; all'inizio del XXI secolo, la maggior parte degli Stati sovrani in Europa sono repubbliche, con capi di Stato eletti direttamente o indirettamente.
La nozione di regno in Europa ebbe origine dai capi tribù della preistoria. Le civiltà minoiche (3200-1400 avanti Cristo) e micenea (1600-1100 a.C.) mostrano i primi esempi di monarchie nella Greciaprotostorica. Grazie alla decifrazione del sistema di scrittura Lineare B nel 1952, sono stati ricavati molti dati sulla società nei regni micenei, dove i re operavano come capi locali.[1] Il ruolo dei re cambiò nei successivi anni del Medioevo ellenico (1100-750 a.C.) evolvendo verso figure di proprietari terrieri con potere militare.[1]
Antichità arcaica e classica
Sin dall'inizio dell'antichità, la monarchia si oppose a diverse forme repubblicane di governo, in cui il potere esecutivo era nelle mani di alcune persone che eleggevano i capi secondo regole prestabilite, anziché nominarli per successione ereditaria. Durante il periodo arcaico (750-500 a.C.) i capi tribù scomparvero in quasi tutte le polis greche,[2] e anche a Roma, che allora era una città quasi insignificante. Dopo la scomparsa dei capi tribù, le città-stato greche furono spesso inizialmente guidate dalla nobiltà (aristocrazia), dopo che la loro base economica e militare era crollata. In seguito, in quasi tutte le poleis, i tiranni usurparono il potere per due generazioni (nel VII e specialmente nel VI secolo a.C.), dopodiché le forme di governo nella Grecia classica evolvettero verso il governo dei ricchi (oligarchia) o assemblee di cittadini maschi liberi (democrazia), principalmente dopo il 500 a.C.).[3]
La democrazia ateniese (VI secolo-32 a.C.) è l'esempio più famoso di quest'ultima; Sparta (550-371 a.C.) fu una polis militaristica, con una commistione di monarchia (diarchia), aristocrazia (Gherusia) e democrazia (Apella);[4] la Repubblica romana (509-27 a.C.) ebbe un misto di oligarchia, democrazia e in maniera più pronunciata aristocrazia.[5] Le città-stato della civiltà etrusca (che nacquero durante il periodo villanoviano, 900-700 a.C.) sembrano aver seguito un simile percorso, con le monarchie originali che vennero rovesciate e sostituite da repubbliche oligarchiche nei V e VI secoli a.C.[6]
Le polis dominanti di Atene e Sparta si indebolirono nel combattersi a vicenda, specialmente durante la guerra del Peloponneso (431-404 a.C.), vinta da Sparta. Furono sconfitte e governate da Tebe per alcuni anni (371-360 a.C.), e in seguito il ruolo di Sparta si esaurì del tutto. Alla fine, tutta la Grecia fu soggiogata dalla monarchia macedone nel 338 a.C., che pose fine all'era dell'autonomia libera delle città stato, come anche della democrazia ateniese nel 322 a.C.[7] Nel seguente periodo ellenistico (334-30 a.C.)[8] diversi diadochi (successori di Alessandro Magno) si combatterono l'un l'altro per il dominio sulla Macedonia, ottenuto alla fine dagli antigoni nel 277 a.C.[9] Nel frattempo, la città-stato fenicia di Cartagine, situata nell'attuale Tunisia, oltre all'insediamento in grandi aree della costa del Nordafrica, istituì anche diverse colonie in Sicilia, Sardegna, Corsica, nelle Baleari e nella penisola iberica.[10]
L'impero cartaginese, secondo la tradizione istituita nel 814 a.C., iniziò come monarchia, ma nel IV secolo evolvette in repubblica in cui governavano i suffeti (giudici). Alla fine, Roma conquistò gradualmente tutta l'Italia (principalmente dopo il 350 a.C.), e sconfisse Cartagine nelle guerre puniche (246-146 a.C.). Nel 168 i macedoni furono sottomessi ai romani e furono spartiti in quattro repubbliche clientelari. Queste furono annesse come province romane nel 148, come anche la Grecia nel 146,[9] il che vide Roma governare quasi tutta l'Europa alfabetizzata. La parte restante della penisola iberica, la costa illirica e la Gallia di Giulio Cesare furono annesse alla repubblica romana, che stava andando incontro tuttavia ad una crisi istituzionale. Dopo la sconfitta del rivale Pompeo, Cesare fu nominato dittatore per riportare l'ordine; egli riuscì quasi a fondare una dinastia, ma fu ucciso da un complotto repubblicano di Bruto nel 44 a.C.
Impero romano e caduta
Il figlio adottivo di Cesare, Ottaviano, prevalse nella guerra civile, e convertì la repubblica romana nell'Impero romano nel 27 a.C. Prese poi il nome di Augusto con il titolo di princeps ("primo cittadino"), inteso come un primus inter pares ("primo tra pari"), mentre in effetti si inseriva in un quadro di monarchia. Questo impero limitato (principato) fu rafforzato nel 284 da Diocleziano, che instaurò un regno assoluto (Dominato).[11] L'impero riconobbe diversi regni clienti sotto la sovranità imperiale: gran parte di questi erano in Asia, ma anche re clienti tribali furono riconosciuti dalle autorità romane nella Britannia. Molti regni cosiddetti barbari fondati nel V secolo (i regni dei suebi, burgundi, vandali, franchi, visigoti e ostrogoti) riconobbero l'imperatore romano almeno di nome, e i regni germanici continuarono a coniare monete ritraenti l'imperatore romano almeno fino al VI secolo.[12]Questa derivazione dell'autorità dei re dall'Impero romano cristiano definì l'istituzione medievale della monarchia in Europa e la sua nozione di diritto divino dei re, oltre a definire la posizione del Papa nella Chiesa latina, la restaurazione dell'Impero romano con Carlo Magno e il concetto derivato di Sacro Romano Impero nell'Europa centrale e occidentale.
Monarchie medievali
Le monarchie nell'Europa cristiana medievale derivavano dalla cristianizzazione e del diritto divino dei re, in parte influenzate dalla nozione della sacralità del monarca ereditata dall'antichità germanica. Le grandi potenze europee della prima età moderna furono il risultato di un processo graduale di centralizzazione del potere che aveva avuto corso per tutto il Medioevo.
Con la nascita degli stati-nazione e la riforma protestante, la teoria del diritto divino giustificò l'autorità assoluta del re sia in campo politico che spirituale. La teoria venne enunciata in Inghilterra durante il regno di Giacomo I d'Inghilterra (1603-1625, anche conosciuto come Giacomo VI di Scozia, 1567-1625) e venne promossa fortemente durante il regno di Luigi XIV di Francia (1643-1715). La prima età moderna fu dominata dalle guerre di religione, principalmente dalla guerra dei trent'anni, durante le quali le principali monarchie europee evolvettero in grandi potenze centralizzate sostenute dai loro imperi coloniali. Le principali potenze europee all'inizio dell'età moderna erano:
La Casa d'Asburgo divenne la dinastia reale più influente dell'Europa continentale dal XVII secolo, divisa tra i rami spagnolo e austriaco.
Europa moderna
La rinascita moderna del parlamentarismo e anti-monarchismo iniziò con il temporaneo rovesciamento della monarchia inglese da parte del Parlamento d'Inghilterra nel 1649, seguito dalla rivoluzione americana (1775-83) e in maniera particolare dalla rivoluzione francese (1789-99). Il Regno di Francia assolutista fu prima trasformato in monarchia costituzionale (1791-92), per poi essere completamente abolito il 21 settembre 1792, e alla fine l'ex re fu giustiziato, un grave colpo per le altre corti europee. Durante le seguenti guerre rivoluzionarie francesi (1792-99), le grandi monarchie europee non furono in grado di restaurare la monarchia in Francia, anzi, la Prima Repubblica francese si espanse e iniziò ad annettere territori adiacenti, o li convertì in leali repubbliche sorelle. Nel frattempo, la mediatizzazione della Germania del 1803 aggiustò la struttura politica del Sacro Romano Impero, con i piccoli principati e tutte le terre ecclesiastiche che furono annesse alle monarchie maggiori. Dopo il colpo di Stato del 18 brumaio, con cui Napoleone prese il potere, egli costruì un nuovo ordine imperiale nell'Europa controllata dalla Francia, prima incoronandosi imperatore dei francesi nel 1804, e poi convertendo le repubbliche sorelle in monarchie governate dai suoi parenti. Nel luglio 1806, a causa delle campagne napoleoniche, un grande numero di stati nella parte occidentale della Germania si separò dal Sacro Romano Impero e questo portò nell'agosto 1806 l'imperatore Francesco II a decidere la dissoluzione dell'intero impero, mettendo fine a 1833 anni di storia degli imperatori romani in Europa.
Le guerre napoleoniche trasformarono il panorama politico europeo, e diversi regni moderni furono costituiti con atti di rinascita del monarchismo dopo la sconfitta del Primo Impero francese:
^ Leo Stone, Ilkin Gambar, Officially Devin, Nolan Karimov, András Szente-Dzsida, Etruscans: Italian Civilization Before Ancient Rome, in Kings and Generals, YouTube, 20 febbraio 2020. URL consultato il 2 gennaio 2021.