Michel Poncet de La Rivière nacque nel 1671 da Vincent-Matthias[1] e da Marie Betauld. Fu gran vicario dello zio[2] nelle Cevenne, dove si trovò ad affrontare la rivolta dei Camisardi, per i quali redasse una proposta di espulsione. Fu nominato vescovo di Angers il 7 giugno 1706. In gioventù si dedicò con discreto successo alla poesia[3] prima di diventare un celebre oratore, forse tra i migliori del suo tempo insieme a Massillon e Bossuet. Venne particolarmente lodato per due discorsi tenuti a corte nel 1715 in occasione della quaresima e nel 1722 per l'incoronazione di Luigi XV, tuttavia la sua fortuna conobbe un improvviso arresto. Infatti nel 1723 morì il duca d'Orléans e sembra che tra i possibili letterati adatti a scriverne l'orazione funebre serpeggiasse l'agitazione[4] a causa della vita dissoluta del duca[5] e la necessità di scrivere un discorso che piacesse a corte. Fu scelto de La Rivière che durante la cerimonia si fece scappare, a proposito della salvezza dell'anima del duca, le parole: «Temo, ma spero»[6], ciò bastò per esiliarlo da corte. L'orazione rimane tuttavia una delle migliori mai scritte, tanto che d'Alembert[7] disse a suo proposito: «Se il vescovo d'Angers non avesse scritto queste poche parole, avrebbe dovuto essere annoverato solo tra gli oratori di livello ordinario.» Rimane tra tutti memorabile il seguente passaggio:
(FR)
«Du pied du plus beau trône du monde il tombe... dans l'éternité. Mais pourquoi, mon Dieu, après en avoir fait un prodige de talents, n'en feriez-vous pas un prodige de miséricorde?»
(IT)
«Dal piede del più bel trono del mondo cade... nell'eternità. Ma perché, mio Dio, dopo averne fatto un prodigio di talento, non ne avete fatto un prodigio di misericordia?»
Nel suo ritiro, de La Rivière portò con sé la stima degli uomini di lettere, tanto da essere eletto membro dell'Académie française nel 1728. Venne ricevuto all'Accademia il 10 gennaio 1729, ma poté godere per poco tempo di tale onore, morì infatti il 2 agosto 1730 nel castello d'Éventard a Écouflant.
Opere
Oggi di de La Rivière non rimane che qualche discorso, sermone, predica e lettera parrocchiale, oltre alle orazioni già citate si ricorda l'Oraison funèbre de très-haut, très-puissant et très-excellent prince Mgr Louis, Dauphin, prononcée dans l'église de l'abbaye royale de Saint-Denys, le dix-huitième juin 1711 (Orazione funebre dell'altissimo potentissimo ed eccellentissimo principe Monsignor Luigi, pronunciato nella chiesa dell'abbazia reale di Sant-Denis, il 18 giugno 1711).
Un'altra opera, compilata da lui stesso, o almeno da un suo segretario, comparve nel 1721.
La traduzione letterale del titolo è Raccolta delle Lezioni, dal breviario d'Angers, del Reverendissimo ed Illustrissimo Padre in Gesù Cristo Signore Poncet de la Rivière, Vescovo di Angers; con l'autorizzazione e l'approvazione del venerabile capitolo riconosciuto, per i tipi dello stampatore Joseph Gentil di Château-Gontier[8].
Elenco delle opere
Oraison funèbre du cardinal de Bonzi, archêveque de Narbonne (1704)
Oraison funèbre de Monseigneur Louis Dauphin par Michel Poncet de La Rivière (1711)
Harangue faite au Roy (le 30 octobre 1715) par Mgr l'Eveque d'Auxerre (Michel Poncet) pour la cloture de l'assemblée generale du clergé. (1715)
Harangue faite a Son Altesse Royale Monseigneur le duc d'Orleans, sur sa qualité de Regent du Royaume. Par Monseigneur l'Evêque d'Angers Poncet de La Riviere, accompagné des autres Députez de l'Assemblée generale du Clergé. À Versailles le Mardy 3 Septembre 1715. (1715)
Reflexions consolantes fondées sur la première instruction pastorale de Mgr le Cardinal de Noailles archevêque de Paris, du 14 janv., 1719 et adressées par Mgr Poncet de la Rivière Evêque d'Angers aux fidèles de son diocèse pour les confirmer dans leur foi. (1716)
Avis instructif aux curés (1717)
Réponse de Mgr Poncet de la Rivière, Evêque d'Angers, à M. Dublinean, doc. en théologie, sur l'appel au futur concile. Communiquée au clergé d'Anjou pour servir d'instruction au sujet dudit appel. (1718)
Mandement de l'Evêque d'Angers (Mic. Poncet), portant condamnation d'une thèse soutenue dans la maison de Nôtre-Dame des Ardilliers de Saumur, le 23 et 29 aoust 1718. (1718)
Lettre de l'évêque d'Angers (Mich.-Ponc. de La Rivière) à M. le Marquis de **** (au sujet des intrigues des appelans). Angers 30 oct. 1720. (1720)
Lettre de l'évêque d'Angers (Mic. P. de la Rivière) à l'Abbé de Claye, (au sujet d'un libelle calommieux). À Eventard ce 7 aoust 1721. (1721)
Harangue faite a la Reine, à Fontainebleau le 10 Septembre 1725. Par Monseigneur l'evêque d'Angers Poncet de La Riviere. (1725)
^Magistrato francese morto verso la fine del XVII secolo. Figlio di Pierre Poncet de La Rivière, che morì decano dei consiglieri di stato, fu conte di Ablis e signore de La Rivière, nella regione di Boulogne. Fu prima consigliere del Parlamento, poi maître des requêtes (1665) un'alta carica giudiziaria, e successivamente intendente in Alsazia (1671), Metz (1673) e Bourges (1676) e dal 1676 presidente del gran consiglio di stato. Gli viene tradizionalmente attribuita l'opera Considérations sur la régale et autres droits de souveraineté à l'ègard des coadjuteurs (1654).
^Michel Poncet de La Rivière, fratello di Vincent-Matthias, morì a Parigi nel 1728. Fu nominato vescovo di Uzès nel 1677, su richiesta del duca d'Uzès dovette rinunciare al titolo di vescovo-conte, che si era attribuito su esempio dei suoi predecessori.
^Resta poco delle sue composizioni di gioventù, tuttavia viene citata una sestina come esempio d'eleganza, scritta in risposta ad un mazzo di fiori inviati da una parente che si ricordò del suo onomastico grazie ad un mendicante che chiedeva l'elemosina in nome di San Michele, festeggiato quel giorno:
(FR)
«Un aveugle, en passant, vous remet en mémoire Qu'aujourd'hui de mon saint on célèbre la gloire En me fait recevoir les présents les plus doux. Que mon bonheur serait extrême, Si cet aveugle était le même Qui me fait tout penser à vous!»
(IT)
«Un cieco, passando, vi ricorda Che oggi si celebra la gloria del mio santo E mi fa ricevere i doni più delicati. Come sarebbe estrema la mia felicità, Se quel cieco fosse lo stesso Che mi fa pensare a voi!»
^Sembra che de La Rivière, alla notizia della morte del duca e poco prima di ricevere l'incarico, abbia detto: «Ho compassione per colui che sarà incaricato della sua orazione funebre».
^Sebbene dotato di grandi qualità, il duca d'Orléans era ateo e favorì il giansenismo per avversare l'autorità papale
^All'epoca non era concesso avere dei dubbi: era ancora opinione diffusa che i grandi avessero diritto alla salvezza indipendentemente dal peso dei loro peccati. Sembra che la moglie del duca di La Meilleraye, venendo a conoscenza della morte di un nobiluomo di corte dalla vita dissoluta, sentì che qualcuno temeva per la sua salvezza, e allora rispose: «Vi assicuro che per persone di tale importanza, Dio ci pensa due volte prima di condannarli».
^Questo Lezionario rappresenta molto probabilmente il volume più importante che sia uscito dalle presse di Joseph Gentil. È in un grande formato in folio; il titolo, impresso in rosso e nero, è ornato con l'arme del Monsignore de la Rivière; il corpo dell'opera, in bei caratteri elzeviri, con intestazione dei capitoli, capilettera e culs-de-lampe (finalini di capitolo), conta 594 pagine per il tempo festivo e 328 altre pagine per la liturgia dei Santi.
La produzione di un libro di questo formato e di questa importanza prova che la stamperia di Joseph Gentil possedeva allora un'attrezzatura considerevole.
Bibliografia
Nouvelle biographie générale depuis les temps les plus reculés jusqu'à nos jours: avec les renseignements bibliographiques et l'indication des sources à consulter di Jean Chrétien Ferdinand Hoefer (1862), p. 739-740, disponibile in linea su Google books
Recherches historiques sur l'Anjou di Jean François Bodin (1847), p. 436-441, disponibile in linea su Google books