Metropolia di Corfù, Passo e isole Diapontie

La cattedrale della Madre di Dio Spiliotissa a Corfù.
Nektarios Dovas, metropolita di Corfù dal 13 ottobre 2002.
Il monastero di Vlacherna a Corfù.

La metropolia di Corfù, Passo e isole Diapontie (in greco Ιερά Μητρόπολις Κερκύρας, Παξών και Διαποντίων Νήσων?, Ierá Mitrópolis Kerkýras, Paxón kai Diapontíon Níson) è una diocesi della Chiesa di Grecia, con sede a Corfù, dove si trova la cattedrale della Madre di Dio Spiliotissa.

Dal 13 ottobre 2002 il metropolita è Nektarios Dovas.

Territorio

La metropolia comprende l'unità periferica di Corfù, ossia le isole di Corfù, Passo e le isole Diapontie.

Sede metropolitana è la città di Corfù, dove si trova la cattedrale della Madre di Dio Spiliotissa.

Nel territorio sorgono 22 monasteri, 11 maschili e 11 femminili.

Storia

La tradizione attribuisce la fondazione della Chiesa di Corfù a Giasone e Sosipatro, discepoli di san Paolo,[1] menzionati nel Nuovo Testamento.[2]

Nelle liste episcopali tradizionali Giasone è considerato il primo vescovo di Corfù, ma non ci sono prove storiche a sostegno di questa tradizione.[3] A Corfù viene attribuito anche il vescovo Alitoro, chiamato Apollodoro nelle fonti latine, che avrebbe preso parte al concilio di Nicea del 325;[4] questa attribuzione è tuttavia controversa[5] e il suo nome non appare nell'edizione critica delle liste episcopali di questo concilio.[6] I primi vescovi storicamente documentati risalgono all'incirca alla metà del V secolo, con Soterico, che partecipò al concilio di Calcedonia nel 451,[3][4] e Gioviano, attestato da alcuni mosaici databili a questo periodo.[7]

Inizialmente la diocesi apparteneva alla provincia ecclesiastica di Nicopoli di Epiro[3] e fino al 733 circa era sottomessa, come tutto l'Illirico, al patriarcato di Roma, prima che l'imperatore Leone III Isaurico sottrasse a Roma tutte le diocesi di questa regione per sottometterle al patriarcato di Costantinopoli.[3] In seguito, verso la fine del IX secolo, Corfù fu elevata al rango di arcidiocesi autocefala, direttamente sottomessa all'autorità patriarcale.[8] Questo nuovo status è attestato per la prima volta nella Notitia Episcopatuum databile all'inizio del X secolo.[9] All'epoca del patriarca Costantino Licude (1059-1063) Corfù fu elevata al rango di metropolia, senza suffraganee.[10]

Nella seconda metà del XIII secolo l'isola di Corfù passò sotto la dominazione angioina e contestualmente fu eretta una arcidiocesi di rito latino. I nuovi padroni dell'isola, cui seguirono in seguito i veneziani, impedirono la nomina dei prelati greci della metropolia,[10] che di fatto rimase vacante fino alla dissoluzione della Serenissima nel 1797.[11] Eventuali metropoliti nominati in questo lungo periodo non furono che titolari non residenziali.[10]

La sede greca fu restaurata nel 1800 con il metropolita Ieroteo Tsigalas.[1] Nel 1817 sull'isola di Passo fu eretta una diocesi, resa suffraganea della metropolia di Corfù.[1] La sede fu ridotta al rango di arcidiocesi nel 1870 e poi a quello di semplice diocesi nel 1900; solo nel 1922 recuperò il suo antico status di metropolia.[11] Soppressa la diocesi di Passo, la metropolia ha assunto il doppio titolo di Corfù e Passo.

Tra i metropoliti di Corfù si ricorda in particolare Atenagora Spyrou, che divenne patriarca di Costantinopoli nel 1948.

Cronotassi

Note

  1. ^ a b c (EL) Storia dal sito web della metropolia.
  2. ^ Atti 17,5-9.Rom+16,21, su laparola.net.
  3. ^ a b c d Laurent, Le Corpus des sceaux, p. 507.
  4. ^ a b (LA) Michel Le Quien, Oriens christianus in quatuor Patriarchatus digestus, Parigi, 1740, Tomo II, coll. 145-150.
  5. ^ (FR) Ernst Honigmann, La liste originale des Pères de Nicée. A propos de l'évêché de Sodoma en Arabie, in Byzantion 14 (1939), pp. 37-38.
  6. ^ (LA) Heinrich Gelzer, Heinrich Hilgenfeld, Otto Cuntz, Patrum nicaenorum nomina Latine, Graece, Coptice, Syriace, Arabice, Armeniace, Lipsia, 1898.
  7. ^ a b Giulia Marsili, Il cantiere episcopale di età tardoantica: attività edilizia ed evangelizzazione nel Mediterraneo orientale, in Quis est qui ligno pugnat? Missionari ed evangelizzazione nell’Europa tardoantica e medievale (secc. IV-XIII), a cura di Emanuele Piazza, Verona, 2016, p. 212.
  8. ^ Laurent, Le Corpus des sceaux, p. 672.
  9. ^ (ELFR) Jean Darrouzès, Notitiae episcopatuum Ecclesiae Constantinopolitanae: texte critique, introduction et notes, Paris, 1981, p. 274, nº 102.
  10. ^ a b c Laurent, Le Corpus des sceaux, pp. 618-619.
  11. ^ a b c d e f g h Janin, Dictionnaire d'histoire et de géographie ecclésiastiques, p. 830.
  12. ^ Laurent, Le Corpus des sceaux, p. 507.
  13. ^ (DE) Michael, Prosopographie der mittelbyzantinischen Zeit, nº 25101, edizione online.
  14. ^ (DE) Pachomios, Prosopographie der mittelbyzantinischen Zeit, nº 26215, edizione online.
  15. ^ (DE) Demetrios, Prosopographie der mittelbyzantinischen Zeit, nº 21459, edizione online.
  16. ^ (DE) Arsenios, Prosopographie der mittelbyzantinischen Zeit, nº 20603, edizione online.
  17. ^ Laurent, Le Corpus des sceaux, pp. 672-673.
  18. ^ Laurent, Le Corpus des sceaux, pp. 674-675.
  19. ^ a b Laurent, Le Corpus des sceaux, p. 619.
  20. ^ a b Laurent, Le Corpus des sceaux, p. 620.
  21. ^ (FR) Roger Aubert, v. Georges Bardanès, Dictionnaire d'histoire et de géographie ecclésiastiques, vol. XX, Paris, 1984, coll. 593-595.
  22. ^ Laurent, Le Corpus des sceaux, p. 621.

Bibliografia

  • (FR) Raymond Janin, Corcyre, in Dictionnaire d'histoire et de géographie ecclésiastiques, XIII, Paris, 1956, pp. 829-831
  • (FR) Vitalien Laurent, Le Corpus des sceaux de l'empire Byzantin, V/1, Paris, 1963

Voci correlate

Collegamenti esterni