Nel territorio sorgono 22 monasteri, 11 maschili e 11 femminili.
Storia
La tradizione attribuisce la fondazione della Chiesa di Corfù a Giasone e Sosipatro, discepoli di san Paolo,[1] menzionati nel Nuovo Testamento.[2]
Nelle liste episcopali tradizionali Giasone è considerato il primo vescovo di Corfù, ma non ci sono prove storiche a sostegno di questa tradizione.[3] A Corfù viene attribuito anche il vescovo Alitoro, chiamato Apollodoro nelle fonti latine, che avrebbe preso parte al concilio di Nicea del 325;[4] questa attribuzione è tuttavia controversa[5] e il suo nome non appare nell'edizione critica delle liste episcopali di questo concilio.[6] I primi vescovi storicamente documentati risalgono all'incirca alla metà del V secolo, con Soterico, che partecipò al concilio di Calcedonia nel 451,[3][4] e Gioviano, attestato da alcuni mosaici databili a questo periodo.[7]
Nella seconda metà del XIII secolo l'isola di Corfù passò sotto la dominazione angioina e contestualmente fu eretta una arcidiocesi di rito latino. I nuovi padroni dell'isola, cui seguirono in seguito i veneziani, impedirono la nomina dei prelati greci della metropolia,[10] che di fatto rimase vacante fino alla dissoluzione della Serenissima nel 1797.[11] Eventuali metropoliti nominati in questo lungo periodo non furono che titolari non residenziali.[10]
La sede greca fu restaurata nel 1800 con il metropolita Ieroteo Tsigalas.[1] Nel 1817 sull'isola di Passo fu eretta una diocesi, resa suffraganea della metropolia di Corfù.[1] La sede fu ridotta al rango di arcidiocesi nel 1870 e poi a quello di semplice diocesi nel 1900; solo nel 1922 recuperò il suo antico status di metropolia.[11] Soppressa la diocesi di Passo, la metropolia ha assunto il doppio titolo di Corfù e Passo.
Tra i metropoliti di Corfù si ricorda in particolare Atenagora Spyrou, che divenne patriarca di Costantinopoli nel 1948.