In greco antico, il sostantivo μαῖα (maia) significa "ostetrica": Maia allevò infatti Arcade, nato dalla relazione di Zeus e della ninfa Callisto seguace di Artemide, trasformata in un'orsa dalla dea o secondo un'altra fonte dalla gelosa Era.
Nella mitologia romana, Maia incarnava il concetto di 'crescita', in quanto il suo nome fu accostato all'aggettivo comparativo latino maius, maior, (più grande, maggiore). Originariamente era un'omonima della Maia greca; con l'ellenizzazione della letteratura e della cultura latine, i due culti vennero fusi.
In un'arcaica preghiera romana, Maia appare come attributo del dio Vulcano, in un'enumerazione di divinità maschili in coppia ad astrazioni femminili che rappresentano aspetti delle loro funzioni. Maia fu espressamente identificata con la Terra con la Bona Dea. La sua identità fu interconnessa alle dee Fauna, Cibele, Opi, Giunone e Cardea, come riportato dallo scrittore Macrobio. Macrobio fu probabilmente influenzato da Marco Terenzio Varrone, che tentò di unificare i numerosi nomi delle dee nell'unico Terra. L'accostamento a Giunone, la cui corrispondente etrusca era Uni, è suggerito nell'iscrizione Uni Mae nel Fegato di Piacenza
Si ipotizza che il mese di Maggio (in latino Maius) derivi da Maia, sebbene gli antichi etimologisti lo ricollegano ai maiores, gli antichi nuovamente dall'aggettivo maius, maior, col significato di maggiori in precedenza di generazione. Il primo giorno di Maggio, i Lari venivano onorati come protettori della città , ed il Flamine di Vulcano sacrificava una scrofa gravida a Maia come l'offerta ad una dea terrestre che rimarca il legame tra Vulcano e Maia nella preghiera arcaica. Nella mitologia romana Mercurio, figlio di Maia, era celebrato il 15 maggio, le Idi, come protettore dei mercanti, un altro possibile collegamento con la madre Maia come la dea che promuoveva la crescita.
^Secondo Esiodo, Teogonia927–929(EN) , Efesto è stato generato solamente da Era, senza padre, vedi Gantz, p. 74.
^Secondo Esiodo, Teogonia886–890(EN) , figlia di Zeus dalle sue sette mogli, Atena è stata la prima a essere concepita, ma ultima a nascere; Zeus ingravidò Meti, poi la ingerì, in seguito lui stesso fece nascere Atena "dalla sua testa", vedi Gantz, pp. 51–52, 83–84.
^Secondo Esiodo, Teogonia183–200(EN) , Afrodite è nata dai genitali recisi di Urano gettati nel mare, vedi Gantz, pp. 99–100.