Macaca fascicularis

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Macaco cinomolgo
Macaca fascicularis
Stato di conservazione
Rischio minimo[1]
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
PhylumChordata
ClasseMammalia
SuperordineEuarchontoglires
(clade)Euarchonta
OrdinePrimates
SottordineHaplorrhini
InfraordineSimiiformes
ParvordineCatarrhini
SuperfamigliaCercopithecoidea
FamigliaCercopithecidae
SottofamigliaCercopithecinae
TribùPapionini
GenereMacaca
SpecieM. fascicularis
Nomenclatura binomiale
Macaca fascicularis
(Raffles, 1821)

Il macaco cinomolgo, detto anche macaco cancrivoro, macaco mangiagranchi, macaco di Buffon o macaco di Giava (Macaca fascicularis (Raffles, 1821)) è un primate della famiglia dei Cercopitecidi.[2]

Descrizione

Un esemplare di Macaca fascicularis mangia delle noccioline in un parco a Bangalore (India).

La lunghezza del corpo è tra 40 e 65 cm, mentre quella della coda è in genere uguale o maggiore. I maschi, che pesano tra 4,7 e 8,3 kg, sono nettamente più grandi delle femmine, il cui peso si assesta tra 2,5 e 5,7 kg.[3] I maschi si differenziano dalle femmine anche per i canini nettamente più sviluppati. Il colore della pelliccia sul lato dorsale è bruno rossiccio, mentre quello sul lato ventrale è più chiaro. La parte glabra del muso è marrone.

Distribuzione e habitat

La specie è diffusa in vari paesi dell'Asia sud-orientale: India (isole Nicobare), Bangladesh, Myanmar, Brunei, Cambogia, Laos, Thailandia, Vietnam, Singapore, Malaysia, Indonesia (Sumatra, Giava, Borneo e Timor), Filippine (Balabac, Basilan, Cagayan Sulu, Culion, Jolo, Leyte, Luzon, Mindanao, Mindoro, Palawan e Samar). È stata introdotta dall'uomo sull'isola di Palau, sull'isola di Mauritius e in Nuova Guinea.[1]

Popola vari tipi di foresta, purché vi sia acqua nelle vicinanze. Primate più diffuso del sud-est asiatico dopo l'uomo,[senza fonte] è inserita nell'elenco delle 100 tra le specie invasive più dannose al mondo.[4]

Biologia

L'attività è diurna e prevalentemente arboricola, ma il macaco cinomolgo cerca il cibo anche al suolo. Vive in gruppi con più maschi e femmine adulti, che possono contare fino a 60 individui. Nei gruppi vige una rigida gerarchia, sia tra i maschi sia tra le femmine; la gerarchia tra i maschi è stabilita anche mediante lotte violente, ed i gruppi difendono il proprio territorio anche con la forza.

Alimentazione

La dieta è costituita soprattutto di frutta e semi, ma comprende anche altri alimenti vegetali, insetti, uova di uccelli e piccoli vertebrati. I gruppi che vivono presso la costa si nutrono anche di crostacei e molluschi marini.

Riproduzione

La gestazione dura circa sei mesi e si conclude con la nascita di un solo piccolo. La maturità sessuale è raggiunta tra 3 e 4 anni dalle femmine e intorno ai 6 anni dai maschi. La longevità osservata in cattività arriva fino a 40 anni.

Tassonomia

Un esemplare di Macaca fascicularis presso il tempio di Don Som in Laos.

Si conoscono le seguenti sottospecie:[2]

  • Macaca fascicularis fascicularis
  • Macaca fascicularis atriceps
  • Macaca fascicularis aureus
  • Macaca fascicularis condorensis
  • Macaca fascicularis fuscus
  • Macaca fascicularis karimondjawae
  • Macaca fascicularis lasiae
  • Macaca fascicularis philippinensis
  • Macaca fascicularis tua
  • Macaca fascicularis umbrosus

Note

  1. ^ a b (EN) Ong, P. & Richardson, M. 2008, Macaca fascicularis, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020. URL consultato il 1º ottobre 2016.
  2. ^ a b (EN) D.E. Wilson e D.M. Reeder, Macaca fascicularis, in Mammal Species of the World. A Taxonomic and Geographic Reference, 3ª ed., Johns Hopkins University Press, 2005, ISBN 0-8018-8221-4.
  3. ^ (EN) Long-tailed macaque - Macaca fascicularis, su pin.primate.wisc.edu.
  4. ^ (EN) Lowe S., Browne M., Boudjelas S., De Poorter M., 100 of the World’s Worst Invasive Alien Species - A selection from the Global Invasive Species Database (PDF), su issg.org, The Invasive Species Specialist Group (ISSG), a specialist group of the Species Survival Commission (SSC) of the World Conservation Union (IUCN), dicembre 2000 (aggiornato novembre 2004). URL consultato il 21 agosto 2015 (archiviato dall'url originale il 22 dicembre 2018). Un riepilogo in forma di immagini è disponibile sul medesimo sito: View 100 of the World's Worst Invasive Alien Species (PDF), su issg.org, IUCN/SSC Invasive Species Specialist Group (ISSG), Auckland, New Zealand. URL consultato il 1º ottobre 2016 (archiviato dall'url originale il 22 dicembre 2018).

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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