Studiò al ginnasio di Amburgo e poi all'Università di Leida, dove fece conoscenza con alcuni dei principali studiosi della sua epoca, tra cui Giovanni Meursio, Daniele Einsio e Filippo Cluverio, che accompagnò nel 1618 in Italia, occasione in cui fu iniziato agli studi di geografia. Al suo ritorno ad Amburgo non ottenne un posto al ginnasio: deluso, lasciò la Germania, e, a partire dal 1622, visse due anni in Inghilterra (a Londra e Oxford), dove raccolse materiale per i suoi Geographi Minores; infine si recò a Parigi.
Malgrado i suoi incarichi ufficiali, Olstenio fu soprattutto uno studioso alacre e dalla cultura vastissima, ma non abbastanza costante per portare a termine i propri ambiziosi progetti, tra cui quello di correggere e completare i lavori di Cluverio, di collazionare, tradurre e commentare i lavori dei neoplatonici, di raccogliere le omelie inedite dei padri della Chiesa greci, di collezionare iscrizioni, di scrivere un critico del testo greco della Bibbia, di raccogliere tutti i monumenti e gli atti della storia dei papi. Tutte queste differenti imprese consumarono le sue energie e riempirono i suoi quaderni di appunti, ma senza conclusioni.
Opere
Tra le opere di Olstenio effettivamente pubblicate sono le sue note sull'Italia antiqua di Filippo Cluverio (1624); un'edizione dei frammenti di Porfirio con una dissertazione sulla sua vita e le sue opere (1630); alcune note su Eusebio contro Ierocle (1628), sui Detti di pitagorici tardi (1638), e sul De diis et mundo del neoplatonico Saturnino Secondo Salustio (1638); un'edizione del Trattato sulla caccia di Arriano (1644) e del Codex regularum monasticarum, una raccolta di regole monastiche (1661). Riscoprì e pubblicò per la prima volta il Liber Diurnus Romanorum Pontificum, una raccolta di atti pontifici redatti nella Cancelleria della Curia romana dal V all'XI secolo, ma la sua pubblicazione fu immediatamente bloccata da papa Alessandro VII (1660).
Dopo la sua morte, tra le sue carte furono trovate e pubblicate le collezioni di sinodi e monumenti ecclesiastici, la Collectio romana bipartita (1662), oltre agli Atti di Perpetua e Felicita, di Bonifacio, di Taraco, Probo e Andronico (1663) e le Notae et castigationes in Stephani Byzantini ethnica (1684).
Luc Holstenius, dans Louis Ellies Dupin, Nouvelle bibliothèque des auteurs ecclésiastiques, chez Pierre Humbert, Amsterdam, 1711, tome XVIII, pp. 1-2 (online)
Luc Holstenius, dans Jean-Pierre Niceron, Mémoires pour servir à l'histoire des hommes illustres dans la république des lettres avec un catalogue raisonné, chez Briasson, Paris, 1735, tome 31 pp. 236-247 (online)
(FR) René Pintard, Le libertinage érudit dans la première moitié du XVIIe siècle, a cura di Slatkine, Genève, Paris, 1983.
(EN) Peter J.A.N. Rietbergen, Lucas Holstenius (1596-1661), seventeenth-century scholar, librarian and book-collector. A preliminary note, in Quaerendo, vol. 17, n. 3-4, 1987, pp. 205-230.