Dalla corrispondenza epistolare di Stevenson risulta che l'idea per il personaggio di Silver gli venne dall'amico William Henley, scrittore a sua volta ed editore. Il figlioccio di Stevenson, Lloyd Osbourne, descrisse Henley come "un grosso, sanguigno individuo dalle spalle larghe con una gran barba rossa e una stampella [Henley era invalido]; gioviale, sorprendentemente arguto e con una risata che scrosciava come musica; aveva una vitalità e una passione inimmaginabili; era assolutamente travolgente". In una lettera a Henley dopo la pubblicazione de L'isola del tesoro Stevenson scrisse "Devo farti una confessione: è stata la vista della tua pur menomata possanza e del tuo carisma che ha generato Long John Silver… L'idea dell'uomo sciancato che persuade e terrorizza al solo suono della voce, è stata interamente presa da te" (An intimate portrait of R. L. Stevenson, 1924).
Descrizione del personaggio
Ne L'isola del tesoro, Long John Silver è un pirata astuto e opportunista che era quartiermastro del famigerato capitano Flint e timoniere della Tricheco, dopo aver perso una gamba. Silver afferma di aver prestato servizio nella Marina Reale e di aver subito l'amputazione della gamba sotto "l'immortale Hawk". Sotto la spalla sinistra porta sempre una stampella, che gestisce "con meravigliosa destrezza, saltandoci sopra come un uccello". È un uomo molto alto e robusto con una faccia grande, semplice e pallida, ma sorridente. Indossa spesso giacche da ufficiale della marina britannica, che di solito sono pulite solo la prima volta che le indossa.
Silver ha un pappagallo, chiamato Capitano Flint, in memoria del suo ex capitano, che solitamente se ne sta appollaiato sulla spalla del suo proprietario, e noto per chiacchierare con frasi piratesche o marinaresche.
Afferma di essere stato l'unico uomo di cui Flint avesse paura.[1] Come molti altri personaggi di Stevenson, c'è in lui più di un semplice accenno di ambiguità: apparentemente Silver è un gran lavoratore e un marinaio alla mano ed è solo nel procedere della trama che la doppiezza della sua natura si svela appieno. A questo proposito il suo rapporto con Jim Hawkins, il protagonista del romanzo, è emblematico: Silver funge da mentore del ragazzo nonché da suo padre putativo, creando in lui un forte trauma quando questi scoprirà che è il vero responsabile dell'ammutinamento e soprattutto quando, in virtù di ciò, Jim dovrà affrontarlo e combatterlo.[2]
Silver è soprannominato "Barbecue" e un altro nome che gli si può attribuire nel romanzo di Stevenson è "Cuoco di Mare".[3] Ha un terribile senso dell'umorismo, spesso mascherando questo tratto con risate strazianti seguite da citazioni che ritiene divertenti. Silver è intelligente e ha la particolarità di essere un bugiardo estremamente convincente, capace di persuadere chiunque solo attraverso il suo modo di parlare manipolatore ed eccentrico, dimostrando di avere un'eloquenza ineguagliabile. Ha anche l'abitudine di fumare la pipa.
Sebbene sia disposto a cambiare schieramento in qualsiasi momento per garantirsi la sopravvivenza, Silver ha delle virtù compensative: è abbastanza saggio da prestare attenzione alla gestione del suo denaro, in contrasto con i modi spendaccioni della maggior parte dei pirati, ed è coraggioso nonostante la sua disabilità; ad esempio, quando il forziere di Flint viene trovato vuoto, dimostra il sangue freddo di fronteggiare cinque uomini furiosi pur potendo contare sul solo aiuto del giovane Jim.
Gli storici hanno osservato che il resoconto che Silver fa delle proprie imprese durante la prima metà del XVIII secolo è in contrasto con la storia nota della figure storiche che egli cita, e che il pirata abbia anche esagerato la gamma e la portata dei suoi sforzi a beneficio di Jim Hawkins o dei potenziali fuorilegge che via via cercava di reclutare, o in alternativa che la sua memoria è difettosa (vedasi L'isola del tesoro).
Quando Silver alla fine del romanzo riesce a fuggire, porta con sé "tre o quattrocento ghinee" dal contenuto del forziere, divenendo così uno dei due soli vecchi membri dell'equipaggio di Flint ad essere riusciti a mettere le mani su una porzione del ritrovato tesoro; una piccola scorta di lingotti d'argento viene apparentemente lasciata nell'isola (il maroon redento Ben Gunn è l'altro, ma egli spende tutte le sue 1.000 sterline in diciannove giorni). La stessa ambivalenza di Jim nei confronti di Silver si riflette nell'ultimo capitolo, quando egli auspica che il vecchio pirata sia tutto sommato riuscito a ritirarsi in un agiato esilio: «O perlomeno è da sperarsi, suppongo, giacché le sue possibilità di agio in un altro mondo sono piuttosto scarse».
È sposato a una donna di discendenza africana, cui affida la gestione della sua taverna Il Cannocchiale in sua assenza e che conduce gli affari quando le sue azioni ne rendono improbabile un ritorno a terra.[4]
La BBC1 ha proposto la storia tre volte, con Peter Vaughn, Bernard Miles e Alfred Burke rispettivamente interpreti di Long John Silver. Ivor Dean interpretò a sua volta il personaggio in un'acclamata trasposizione televisiva nel 1966. Dopo la fine di quella fortunata mini-serie in quattro puntate, decise di riprendere il ruolo per nuove avventure di Silver. Cominciò a lavorare a un soggetto col regista Robert S. Baker, ma la sua morte improvvisa stroncò sul nascere il progetto.
Nel 1985 il copione venne utilizzato per una serie TV in dieci puntate prodotta dalla Disney, dal titolo Ritorno all'Isola del Tesoro (Return to Treasure Island), con Brian Blessed nel ruolo principale di Long John Silver.
John Silver è stato anche protagonista di una ricostruzione autobiografica di fantasia, nel romanzo di Björn Larsson La vera storia del pirata Long John Silver (Long John Silver: the True and Eventful History of My Life of Liberty and Adventure As a Gentleman of Fortune and Enemy to Mankind).
Dal 2014 in poi, l'attore Luke Arnold interpreta un giovanissimo John Silver nella serie TV Black Sails, fungendo da antefatto a L'isola del tesoro, in quanto ambientata per l'appunto 20 anni prima delle vicende narrate sul libro.
L'isola del tesoro, film (GB, 1985), diretto da Raoul Ruiz[17] - Trasposizione della vicenda in epoca moderna, liberamente ispirata al racconto di Stevenson.
L'isola del tesoro, miniserie televisiva in 5 puntate (Italia, 1987), diretta da Antonio Margheriti - Secondo sceneggiato prodotto dalla RAI, stavolta di ambientazione fantascientifica, distribuito anche in riduzione cinematografica.
L'isola del tesoro, serie TV d'animazione in 26 episodi (UK, 1993), prodotta da Dino Athannassiou e Film Fair - Liberamente ispirata al romanzo, con l'aggiunta di elementi fantastici.
Black Sails, serie TV (USA, 2014-2017), diretta da Steve Boyum et al. - Un prequel degli eventi narrati nel romanzo di Stevenson con alcuni dei suoi personaggi 20 anni più giovani.
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L'ultimo album prodotto in studio della formazione originale dei Jefferson Airplane si chiama Long John Silver, e comincia con una traccia dallo stesso titolo.
La canzone Long John il Pirata di The Neon Philharmonic è il racconto dettagliato della storia della famiglia di Long John (presumibilmente Silver), nonché la cattura della principessa Matilde, il ritiro e la morte a Kingston, in Giamaica mentre difendeva il suo bottino.
Il film d'animazionefantascientificoIl pianeta del tesoro (Treasure Planet) della Disney, del 2002, rappresenta John Silver come un cyborg. A un certo punto, Jim danneggia il sistema idraulico di una gamba di Silver, costringendolo a servirsi di una stampella per il resto del film. Anche qui, Silver è rappresentato più come un antieroe che come un semplice malvivente, e funge da figura paterna per il giovane Jim.
L'autore inglese John Drake ha pubblicato nel 2008 un altro romanzo in cui compare Long John Silver, ambientato in un'epoca precedente agli eventi narrati da Stevenson: Flint and Silver[22].
Il personaggio di Tobias Beckett, mentore di Ian Solo nel film Solo: A Star Wars Story, è stato ispirato proprio da Long John Silver, come dichiarato dallo sceneggiatore Lawrence Kasdan.