Lingua gallese antica

Voce principale: Lingua gallese.
Antico gallese
Hen Gymraeg
Parlato inGalles (bandiera) Galles (Regno Unito)
PeriodoVI-XII secolo. Evolutasi nel gallese medio.
Locutori
Classificaestinta
Altre informazioni
ScritturaAlfabeto latino
TipoVSO
Tassonomia
FilogenesiLingue indoeuropee
 Lingue celtiche
  Lingue celtiche insulari
   Lingue brittoniche
    Antico gallese
Codici di classificazione
ISO 639-3owl (EN)
Linguist Listowl (EN)
Glottologoldw1241 (EN)

L'antico gallese (Hen Gymraeg) è il nome dato alla lingua gallese da quando si sviluppò dalla lingua brittonica, cioè nel periodo tra la metà del VI secolo e la metà del VII secolo fino al XII secolo quando si sviluppò nel medio gallese.[1][2]

Storia

In questo periodo furono eseguite molte opere della letteratura gallese, come ad es. il Gododdin[3], ma la grande maggioranza ci è pervenuta in manoscritti successivi trascritti in medio gallese.

Il più antico testo conservato interamente in antico gallese risulta quello in una lapide funeraria, chiamata "Pietra di Cadfan", che si trova ora nella chiesa di San Cadfan, a Tywyn (Gwynedd), che si pensa risalga all'VIII secolo. Un testo nel Libro di Lichfield, chiamato Surrexit Memorandum, si pensa che sia stato scritto nel tardo VIII secolo o nel IX secolo, ma potrebbe essere la copia di un testo del VI-VII secolo. A parte questi due testi, l'antico gallese sopravvive nelle glosse e nei marginalia delle opere in latino, come ad es. il Manoscritto Juvencus scritto intorno all'anno 900.

L'antico gallese potrebbe probabilmente essere intelligibile, per un moderno locutore di gallese, solo con l'aiuto di abbondanti note. Però i testi che ci sono rimasti sono scarsi e non ci permettono di ottenere una conferma.

Testi

La Pietra di Cadfan

La "Pietra di S. Cadfan", che riporta la più antica iscrizione sopravvissuta in lingua gallese (Chiesa di S. Cadfan, Tywyn, Gwynedd, VIII secolo)

La chiesa di S. Cadfan, nel paese di Tywyn e nella provincia di Gwynedd, custodisce una croce di pietra detta Pietra di Cadfan o pietra di Tywyn; sulla quale è incisa la più antica iscrizione conosciuta in lingua gallese.

Gli studi più recenti datano l'iscrizione al IX secolo. Un tempo si riteneva più antica. Ifor Williams la datava all'VIII secolo, e Kenneth H. Jackson tra la fine del VII secolo e l'inizio dell'VIII. Il "Coflein", ovvero il sito web della "Royal Commission on the Ancient and Historical Monuments of Wales" (Commissione reale per i monumenti antichi e storici del Galles), indica una data compresa tra il VII e il IX secolo.

In origine la pietra era alta più di 2,30 metri, ma oggi misura 2,18 mt. di altezza per 0,25 e 0,20 metri.

Si riporta l'interpretazione data dagli ultimi studi, eseguita sui 4 lati della pietra, fornita da Nancy Edwards:

1. Lati A/D:

«Tengr(um)ui cimalted gu(reic)/Adgan//anterunc du But Marciau»

"Tengrumui mogli sposata di Adgan (giace) molto vicina a Bud (e) Marciau (o: Bud Marciau)" 2. Lato A:

«m(ortci)c ar tr(i)»

"I resti mortali dei tre" 3. Lati B/C:

«Cun ben Celen//tricet nitanam»

"Cun donna (o: moglie di Celyn), una ferita mortale resta" 4. Lato C:

«mort/cic pe/tuar»

"I resti mortali di quattro"

Nonostante la sua indubbia importanza, la "Pietra di Cadfan" ha ricevuto poco interesse da parte degli autori e poeti gallesi. Due eccezioni sono le poesie Cofebion Tywyn (I memoriali di Tywyn) di Owain Owain e Y Boen (Il dolore) di Myrddin ap Dafydd.

Il Surrexit Memorandum

Ritratto di S. Luca, dal Libro di Lichfield che contiene il Surrexit Memorandum, la seconda testimonianza conosciuta della lingua gallese

Le parole in corsivo sono in latino, quelle in stampatello sono in antico gallese.

«surexit tutbulc filius liuit hagener tutri dierchi tir telih haioid ilau elcu filius gelhig haluidt iuguret amgucant pel amtanndi ho diued diprotant gener tutri o guir imguodant ir degion guragon tagc rodesit elcu guetig equs tres uache nouidligi namin ir ni be cas igridu dimedichat guetig hit did braut grefiat guetig nis minn tutbulc hai cenetl in ois oisau»

Traduzione

Tudfwlch figlio di Llywyd e genero di Tudri sorse per rivendicare la terra di Telych, che era nelle mani di Elgu figlio di Gelli e della tribù di Idwared. Ne discussero per lungo tempo; alla fine esclusero il cognato di Tudri per legge. I buoni uomini dissero gli uni con gli altri "Facciamo la pace". Elgu diede in seguito un cavallo, tre mucche, tre mucche appena nate, affinché non ci potesse essere odio tra di loro dal successivo governo al Giorno del Giudizio. Tudfwlch e il suo consanguineo non lo vorranno mai più.

Caratteristiche

  • Il testo mostra molte delle prime convenzioni ortografiche del gallese, quando s'impiegava l'alfabeto latino fondamentale per rappresentare la fonologia dell'antico gallese. In questa fase, l'uso di ll per rappresentare la fricativa laterale /ɫ/ (liuit>Llywyd) e di dd per rappresentare /ð/ (did>dydd) non si era ancora stabilito. La lettera latina u veniva impiegata per rappresentare i tre diversi suoni /ʉ/, /ʊ/ e /v/; che diventarono rispettivamente u, w e f nel basso Medioevo.
  • Le mutazioni iniziali, tra le caratteristiche più importanti di tutte le lingue celtiche insulari, come anche i cambiamenti consonantici interni, non sono rappresentati dall'ortografia di questo periodo. Non possiamo sapere se e in quale misura fossero presenti nella lingua parlata dell'epoca.
  • Se in genere la lingua del Memorandum risulta antiquata, alcune parole sono poco cambiate nel gallese moderno:
Antico gallese Gallese moderno Italiano
tir tir terra
lau llaw mano
diued diwedd fine
ir yr, y il, lo, la, i, gli, le (art. det.)
nouid newydd nuovo
guetig wedi dopo
cas cas odio
hit hyd finché
did dydd giorno
braut brawd giudizio
in ois oisou yn oes oesoedd per tutti i secoli dei secoli
  • La pagina 141 del testo originale sembra riportare una maggiore quantità di frasi in antico gallese sotto il testo latino, ed una parte misteriosa dove il testo sembra sia stato cancellato. Non è ancora stata pubblicata una traduzione o trascrizione di tale testo.

Inoltre non sappiamo perché quella particolare pagina fosse stata usata per scrivere delle glosse, dato che non è stato aggiunto nessun altro scritto agli altri "Vangeli di Lichfield". È possibile che quella pagina fosse stata scelta per nascondere informazioni aggiunte in seguito.

Note

  1. ^ Price.
  2. ^ Palagiano, p. 65ss.
  3. ^ Benozzo.

Bibliografia

  • Kenneth Hurlstone Jackson, Language and History in Early britain: A Chronological Survey of the Brittonic Languages, 1st to 12th Century A.D., Edimburgo, Edinburgh University Press, 1953.
  • Kenneth Hurlstone Jackson, The Gododdin: The Oldest Scottish Poem, Edimburgo, Edinburgh University Press, 1969.
  • Glanville Price, Cap. 8: Welsh, in The Languages of Britain, London, Edward Arnold, 1985, pp. 94-133, ISBN 0-7131-6452-2.
  • (EN) Janet Davies, Cap. 7: Welsh, in Glanville Price (a cura di), Languages in Britain & Ireland, Oxford, Blackwell, 2000, pp. 78-108, ISBN 0-631-21580-8.
  • John T. Koch, Celtic Culture: A Historical Encyclopedia, ABC-CLIO, 2006.
  • Alexander Falileyev, Etymological Glossary of Old Welsh, in Buchreihe der Zeitschrift für celtische Philologie, vol. 18, De Gruyter, 2000, ISBN 3-484-42918-6.
  • (EN) Paul Russell (edited by), Yr Hen Iaith. Studies in Early Welsh, Celtic Studies Publications VII, Aberystwyth, Centre for Advanced Welsh and Celtic Studies, National Library of Wales, 2003, ISBN 1-891271-10-5
  • Francesco Benozzo, Il Gododdin: Poema eroico antico-gallese, in Biblioteca Medievale, vol. 81, Luni Editrice, 2000, ISBN 978-88-7984-266-2.
  • Cosimo Palagiano, La geografia delle lingue in Europa, ScriptaWeb, 2006, ISBN 978-88-89543-53-5.

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