L'opera è stata scritta ai tempi del Giansenismo, che criticavano la devozione mariana per cui ne nacque una polemica che favorì la diffusione del libro.[2]
La prima parte dell'opera mariana si concentra sulla Salve Regina, la preghiera, e spiega come Dio ha dato Maria all'umanità come la "Porta del Cielo". Su questo argomento, S. Alfonso cita San Bonaventura, e cioè:
«San Bonaventura aggiunge che Maria è detta porta del cielo perché nessuno può entrare in cielo se non passa per Maria, che ne è la porta.»
( Parte I Capitolo 5, in Le glorie di Maria =Alfonso Maria de'Liguori, Shalom, 2009, p.160.)
La seconda parte dell'opera affronta, nel primo capitolo, le principali feste mariane: Immacolata Concezione, Nascita, Presentazione, Annunciazione, Visitazione, Purificazione, Assunzione, Dolori di Maria; nel secondo capitolo si concentra sui Sette Dolori di Maria, spiegando come il suo "martirio prolungato" è stato maggiore di quello di tutti gli altri martiri; nel terzo capitolo discute dieci diverse virtù di Maria Santissima; mentre nel quarto capitolo fornisce una raccolta di devozioni mariane, meditazioni e preghiere.
Un'appendice è dedicata a difendere il ruolo di Maria come mediatrice di tutte le grazie.
Edizioni
Alfonso de' Liguori, Le glorie di Maria, Presso Pietro Aureli Tipografo e Libraio, 1839.