Il Barone Frankenstein coadiuvato dal dottor Marshall crea un mostro utilizzando il corpo di un uomo qualunque il cervello e il cuore di un assassino morto per impiccagione. Irriconoscente, il mostro uccide il suo creatore e chiunque gli si ponga davanti.
Tania, la figlia del Barone ucciso dal mostro, chiede ed ottiene che il dott. Marshall, innamorato di lei, faccia trapiantare il proprio cuore ed il proprio cervello nel corpo di Thomas, un giovane mezzadro a servizio nel castello, mentalmente ritardato, ma bello e prestante e che probabilmente possiede una forza sufficiente per fronteggiare la furia omicida della prima creatura. Sapientemente guidato dalla ragazza, Marshall/Thomas sconfigge il rivale ma alla fine uccide, strangolandola, la sua amata che le si era abbandonata tra le braccia.
Produzione
Il film fu una coproduzione italo-statunitense della Condor International Productions.[13] I membri del cast compaiono con pseudonimi anglosassoni.
16 agosto 1973 in Francia (Lady Frankenstein, cette obsédée sexuelle)
Divieti
Nella sua prima distribuzione cinematografica la visione della pellicola è stata vietata ad un pubblico di età inferiore ai 18 anni.[18][19]
Negli Stati Uniti, dove fu distribuita con lo stesso titolo italiano, la pellicola è entrata nel pubblico dominio.[20]
Alcune scene che accentuano violenza ed erotismo sono state tagliate in alcune versioni.[13]
Critica
«Greve rielaborazione della storia di Frankenstein diretta con mano anonima da Mel Welles (autore anche del mediocre La isla de la muerte). Nonostante qualche commentatore abbia tentato una lettura allegorica del personaggio di Tania [...], la sceneggiatura sfiora ripetutamente il ridicolo. A tener desta l'attenzione del pubblico sono alcune situazioni moderatamente violente ed erotiche (tagliate in alcune edizioni) che raggiungono il culmine nella gratuita, breve scena di nudo dell'avvenente Rosalba Neri.
Joseph Cotten, nel ruolo del barone Frankenstein, fa un'impressione penosa, specialmente in chi lo ricorda interprete di grande finezza in opere che sono entrate nella storia del cinema.»
Scott Aaron Stine ha scritto che La figlia di Frankenstein non è così insipido come potrebbe essere una videoregistrazione amatoriale e che se questa pellicola fosse stata ancora più banale sarebbe stata divertente. Il film segue la formula stilistica in voga negli anni ’70, del decennio degli eccessi. In linea con ciò diverse le scene gratuite di sesso e violenza, in ogni caso tagliate nella versione americana dando luogo così a problemi riguardo alle differenti versioni nei vari stati.[21]