Il Lacryma Christi (o Lacryma Christi del Vesuvio) è un vino campano rientrante nella zona di produzione DOC Vesuvio.
Storia
I vini del Vesuvio erano già famosi ai tempi dei romani per corpo e bontà: "Haec iuga quam Nysae colles plus Bacchus amavit - Bacco amò queste colline più delle native colline di Nisa" (Marziale). Esistono vari miti e leggende sul nome del vino: Dio riconoscendo nel Golfo di Napoli un lembo di cielo strappato da Lucifero durante la caduta verso gl'inferi, pianse e laddove caddero le lacrime divine sorse la vite del Lacrima Christi.[1][2][3]
Un'altra versione narra invece di Cristo in visita ad un eremita redento che prima del commiato gli trasforma la sua bevanda poco potabile in vino eccellente. Versioni cristiane ereditate dalla mitologia pagana ben radicata sin dai primi insediamenti umani come dimostrano l'affresco di Bacco sul Vesuvio conservato nella Casa del Centenario a Pompei e le sue infinite presenze nei resti romani scampati all'eruzione del 79 d.C., la più antica di cui si abbia testimonianza scritta. Sulla leggenda ritornò Curzio Malaparte che ne "La pelle", invita a bere "questo sacro, antico vino".
Il Lacryma Christi veniva prodotto negli antichi tempi da certi monaci, il cui convento sorgeva sulle pendici del Vesuvio. Sembra che più tardi i Padri Gesuiti, padroni di vaste terre in quelle località, fossero quasi esclusivi produttori e detentori di questo prezioso vino.
Per quanto siano radicate le tradizioni del Lacryma Christi, l'istituzione della DOC è piuttosto recente e risale al 1983.
Nomenclatura
Il Lacryma Christi rientra nella Denominazione di Origine Controllata (DOC) Vesuvio (D.P.R. 13.01.1983 - D.M. 31.11.1991) con una produzione annua di 12.986 Hl. L'appellativo Lacryma Christi è la sottodenominazione di cui il vino può fregiarsi quando la resa è contenuta al 65% dell'uva e quando il titolo alcolometrico raggiunge almeno il 12%[4]. Oltre il 90% del prodotto in circolazione rientra nella sottodenominazione, mentre il restante 10%, circa 2000 ettolitri di vino, viene imbottigliato col solo nome Vesuvio.
Le uve sono coltivate solo in 15 comuni del napoletano, ad alta vocazione vitivinicola e localizzati su tutta la fascia pedemontana del Vesuvio dove i vigneti ospitano varietà autoctone, da sempre coltivate in questa zona:
le varietà Piedirosso (o "Per' e Palummo") localmente chiamato Palombina (o Palummina), Sciascinoso (localmente chiamato Olivella) ed Aglianico concorrono per la realizzazione del Lacryma Christi Rosso.
Caratteristiche organolettiche
Lacryma Christi Bianco
Colore: giallo paglierino più o meno carico, con riflessi dorati; Profumo: gradevolmente vinoso, di un profumo intenso che ricorda le ginestre vesuviane con un trionfo di tonalità fruttate che vanno dalla mela cotogna, molto matura, a note di ananas, banana e pesca gialla; Sapore: secco e leggermente acidulo, ben strutturato, con un aroma fruttato-floreale di notevole persistenza aromatica; Vitigni: Coda di Volpe bianca e/o Verdeca (min 80%), Falanghina e/o Greco (max 20%); Gradazione alcolica: minimo 12%; Produzione: massimo 100 qli/Ha, con una resa alla vinificazione non superiore al 65%; Degustazione: il Lacryma Christi del Vesuvio va servito a 10-12 °C in calici di moderata ampiezza; Accostamenti: a dispetto della sua elevata alcolicità il gusto morbido lo rende piacevole, in particolar modo se accostato a sauté di vongole, crostacei, zuppa di pesce, risotto con spigola e asparagi, verdure con formaggi freschi, impepata di cozze, tortini di ricotta profumati alle erbe.
Il Lacryma Christi Bianco viene utilizzato anche per produrre uno spumante e un vino liquoroso.
Lacryma Christi Rosso
Colore: rosso rubino; Profumo: gradevole, profuma di frutta rossa e talvolta di spezie; Sapore: secco e con un aroma armonico, complesso e corposo; Vitigni: Piedirosso e/o Sciascinoso (min 80%), Aglianico (max 20%); Gradazione alcolica: minimo 12%; Produzione: massimo 100 qli/Ha, con una resa alla vinificazione non superiore al 65%; Accostamenti: è un vino di corpo per cui va accostato a paste o polente con sughi di carne, arrosti di carni rosse, pollame nobile, selvaggina, formaggi piccanti, senza escludere la possibilità di farlo sposare con il ragù napoletano.
I vini di corpo devono la loro particolarità anche al fatto che sono su piede "franco" (ovvero sono ancora le viti che ivi vi si acclimatarono millenni or sono).
Lacryma Christi Rosato
Colore: rosato più o meno intenso, di colore rosa cerasuolo che lo rende piacevole oltre che al palato anche alla vista; Profumo: gradevole, conserva l'aroma fruttato del rosso; Sapore: asciutto e armonico, conserva la corposità del rosso; Vitigni: Piedirosso e/o Sciascinoso (min 80%), Aglianico (max 20%); Gradazione alcolica: minimo 12%; Produzione: massimo 100 qli/Ha, con una resa alla vinificazione non superiore al 65%; Accostamenti: è un vino versatile che accompagna degnamente arrosti di carne bianca, torte di verdura, risotti, pesci all'acqua pazza nonché i polipetti affogati nel sugo dei pomodorini vesuviani.
Qualora i vini dovessero raggiungere gradazioni alcooliche inferiori (11% per il bianco, e 10,50% per il rosso e il rosato), essi dovranno essere denominati Vesuvio e non potranno riportare in etichetta la dicitura Lacryma Christi.