La serie, composta da 6 episodi, viene trasmessa in prima visione e in prima serata su Rai 1 il 29, 30 e 31 gennaio 2024. In contemporanea con la messa in onda del primo episodio il 29 gennaio, l'intera serie è stata caricata sulla piattaforma streaming RaiPlay.
Produzione
Riprese
Le riprese iniziarono a novembre 2022 e durarono 15 settimane.[2]
«[...] La lunga notte ci riporta indietro nel tempo, non quello storico ma quello drammaturgico. Sembra uno sceneggiato degli anni 70, tipo Io e il duce di Nicola Badalucco e Alberto Negrin: stesso tipo di recitazione, ancorata ai modelli della fiction Rai del passato. A parte Boni che regge bene l'intero impianto e restituisce sfumature e spigolature di Grandi, il Mussolini interpretato da Duccio Camerini rimane piatto, in superficie. Stesso impianto narrativo, scolastico, didattico, senza quel guizzo inventivo capace di spiazzare le attese. Stesso affresco storiografico con quelle ricostruzioni che sembrano più fondali teatrali che set cinematografici. Il racconto risulta monodimensionale, tanto essenziale nella ricostruzione storica quanto ridondante ed eccessivo nella forma dialogica, nella dimensione caricaturale dei personaggi e nella loro rappresentazione fascistica. La figlia Edda perde soldi al poker e il padre le ricorda: «Edda tu sei una Mussolini, e i Mussolini non perdono» (il tono assertivo non porta bene). Anche la casa reale non scherza in quanto a frasi celebri: «I Savoia regnano uno alla volta» (motto poi fatto proprio dagli Agnelli). Poteva essere un period drama (la fiction storica in costume) o un political drama (la fiction che svela i meccanismi e gli intrighi del potere) e invece rimane solo un melodramma, un provinciale gioco di coppie: i Mussolini (più Petacci), i Grandi, i Savoia (principi), i Ciano, con le figure femminili relegate sullo sfondo.»
«[...] Lasciamo perdere regia (Giacomo Campiotti), attori, ambientazione, l'automobile che nel 1943 non esisteva, eccetera eccetera... La questione è un'altra. È lecito domandarsi di chi sia stata, se c'è stata, la consulenza storica per la stesura della sceneggiatura. Perché sui fatti del 25 luglio si è tanto scritto e detto, nel corso dei decenni. E nessuno, dico nessuno storico di valore, ha potuto rivendicare di aver scoperto la vera verità. Non per cattiva volontà o incompetenza. Semplicemente perché la ricostruzione esatta di quei giorni è stata impedita, finora, dalla mancanza di documenti e testimonianze attendibili. Certi sono il voto del Gran Consiglio, l'arresto di Mussolini, la mancata reazione della Milizia, la nomina di Badoglio, la delusione dei gerarchi, la guerra che continua. Il resto è nebbia. [...] Un Re che, peraltro, nella fiction, sembra fino all'ultimo un imbecille smidollato, che si arrabbia con il principe Umberto per l'attivismo di Maria José. Insomma, un Re contrario alla svolta, pauroso, che il giorno dopo fa però arrestare Mussolini, spinto dal ministro della Real Casa Acquarone. [...] Si dirà: ma tanto è solo una fiction, non un documentario, o docu-film, come si chiamano oggi. Vero. Ma i telespettatori possono legittimamente pensare che il suo contenuto corrisponda alla verità. Il che fattualmente non è. Sarebbe stato necessario, almeno, non commettere errori madornali, sia nel singolo episodio, sia nel tratteggiare la personalità e le speranze dei protagonisti. Per dirne una, di Galeazzo Ciano si può pensare tutto il male possibile, per un verso o per l'altro, ma non farlo passare come un gagà cretino. Non lo era. Sarebbe stato necessario per onestà e per rispetto di chi guarda, fiducioso di imparare qualcosa. [...] Per evitarli, gli errori, per evitare l'effetto fumettone, compresi i ruoli della Petacci e di Umberto, con un Mussolini in grado di ricattarlo grazie ai rapporti segreti sulle sue presunte inclinazioni sessuali, bastava farsi aiutare da uno storico competente in materia. Ce ne sono. E non pochi. O almeno leggere un libro. E capirlo. Resta il fumettone. Resta l'occasione mancata. [...].»
La colonna sonora della fiction è stata interamente composta, orchestrata e diretta da Carmine Padula. Le parti orchestrali sono state incise presso i Forum Studios di Roma con l'Orchestra Italiana del Cinema mentre le parti corali sono state eseguite dal Coro Filarmonico Campano in collaborazione con i Cori Uniti del Cilento e incise presso il Teatro Leo De Berardinis a Vallo della Lucania.
L'album dell'intera colonna sonora è stato pubblicato in versione digitale dall'editore Rai Com.[6]