La letteratura americana e altri saggi è un'antologia dello scrittore Cesare Pavese, che raccoglie tutti i saggi e gli articoli scritti tra il 1930 e il 1950. Il volume, preparato dallo stesso Pavese, venne pubblicato postumo nel 1951 da Einaudi con la prefazione di Italo Calvino.
Contenuto
Il libro è suddiviso in tre parti con una Appendice tra la prima e la seconda.
I parte: Scoperta dell'America
«Verso il 1930, quando il fascismo cominciava a essere "la speranza del mondo", accadde ad alcuni giovani italiani di scoprire nei suoi libri l'America... Per molta gente l'incontro con Caldwell, Steinbeck, Saroyan, e perfino col vecchio Sinclair Lewis, aperse il primo spiraglio di libertà, il primo sospetto che non tutto nella cultura del mondo finisse coi fasci.[1]»
L'idea dell'America «barbarica e innocente», primordiale e selvaggia, anti-accademica e nata dal nulla, che si era fatto Pavese - come anche i coevi Elio Vittorini ed Emilio Cecchi - fu un abbaglio: all'epoca non esistevano gli studi di americanistica, ma i miti e le leggende americane, a parte il piccolo cabottaggio del folklore locale, erano tutte di derivazione europea, in mancanza di un Medioevo. Le prime colonie del Nuovo mondo - Massachusetts, Connecticut, Rhode Island - erano la gemmazione coltissima del progetto intrapreso in Inghilterra nel XVI secolo dai grandi dottori dell'anima dell'Università di Cambridge; da questo terreno in soli 5 anni - dal 1850 al 1855 - ebbe luogo la fioritura dei capolavori di Hawthorne, Melville, Emerson, Thoreau, Whitman, che va sotto il nome di American Renaissance. Essi furono il punto di arrivo, e non di partenza, di una tradizione ininterrotta[2].
«Ascoltare e accettare se stessi vuol dire non dibattersi in chiacchiere, ma attendere al proprio mestiere sapendolo un mestiere, umiliandosi in esso, producendo dei valori. Il calzolaio fa le scarpe e il capomastro fa le case - meno parlano del modo di farle e meglio lavorano: - possibile che il narratore debba invece impunemente chiacchierare soltanto di sé?[3]»
La seconda parte, dal titolo "Letteratura e Società" è composta da quindici saggi di carattere generale: Ritorno all'uomo, Leggere, Il fascismo e gli intellettuali, Di una nuova letteratura, L'influsso degli eventi, Dialogo col compagno (I. Il compagno, II. Le parole, III. Pieretto, IV. Paesi tuoi), Dove batte la storia, "Guerriglia nei Castelli romani","Il sentiero dei nidi di ragno",Hanno ragione i letterati, L'umanesimo non è una poltrona, Cultura democrazia e cultura americana, Non ci sono generazioni perdute e Intervista alla radio.
III parte: Il mito
«Mitico chiamiamo perciò questo stato aurorale; e miti le varie immagini che balenano, sempre le stesse per ciascuno di noi, in fondo la coscienza.[4]»
La terza parte tratta del mito e contiene tredici saggi: Del mito, Del simbolo e d'altro, Stato di Grazia, L'adolescenza, Mal di mestiere, La selva, Raccontare è come ballare, Poesia è libertà, Raccontare è monotono, La poetica del destino, Il mito, Discussioni etnologiche, Due poetiche, L'arte di maturare.
Edizioni
La letteratura americana e altri saggi, Prefazione di Italo Calvino, Collana Saggi n.148, Torino, Einaudi, 1951.
in Saggi letterari, Collana Opere di Cesare Pavese vol.12, Torino, Einaudi, 1968.
La letteratura americana e altri saggi, Collezione i gabbiani n.90, Milano, Il Saggiatore, 1971.
La letteratura americana e altri saggi, Collana Gli struzzi n.391, Torino, Einaudi, 1990, p. 350, ISBN978-88-06-11860-0.
Note
^da Ieri e oggi, Cesare Pavese, in La letteratura americana e altri saggi, Einaudi, Torino, 1990, pag. 173
^Luigi Sampietro, «Crepuscolo degli idoli. Gli abbagli dei nostri americanisti: da Pavese alla Pivano sui «beat» », Il Sole 24 Ore Domenica, 13 settembre 2009, p.37