Il suo lavoro principale si basava sullo studio archeologico di Apollo del Belvedere, dal quale pubblicò anche un'opera intitolata Der vaticanische Apollo. Eine reihe archäologisch-ästhetischer Betrachtungen (1833, seconda edizione 1855). Dopo la sua morte, una raccolta dei suoi scritti furono pubblicati con il titolo Nachgelassene schriften (1853, 4 volumi, a cura di Henriette Feuerbach e Hermann Hettner).[2]