Era figlio dell'archeologo Joseph Anselm Feuerbach e nipote del celebre filosofo Ludwig Feuerbach. La famiglia ispirò in lui il gusto degli studi classici. All'età di sedici anni già si faceva notare per ritratti e paesaggi e poco dopo divenne allievo di Schadow e Schirmer.
Presso l'Accademia di belle arti di Düsseldorf sviluppò un suo stile, ondeggiante fra la libertà di Rubens e la linea neoclassica. Da questo momento iniziò a peregrinare, dapprima a Monaco di Baviera, per un biennio, poi ad Anversa, dove studiò i pittori fiamminghi, ed infine dal 1851 a Parigi, dove espresse alcune delle sue opere più riuscite, quali Hafis nel granaio e il Consigliere Umbreit.
Nel 1855 il pittore scese in Italia, a Venezia, a Firenze e a Roma, dove restò fino al 1873. Questo fu il periodo più florido per Feuerbach e si concretizzò con la sua produzione più nota: ritratti, opere a soggetto allegorico, storico e mitologico che resero famose le sue uniche due modelle romane, Anna Risi e Lucia Brunacci.
Seguì un breve e sfortunato soggiorno a Vienna.[1]
L'irruzione del corteo comastico di Alcibiade nel convito
Curiosità
Dopo la sua scomparsa, Johannes Brahms, che l'aveva conosciuto a Vienna e che era stato in corrispondenza epistolare con la madre Henriette, dedicò alla sua memoria una delle sue opere corali, la Nänie, per coro e orchestra, op. 82, su testo di Friedrich Schiller (Auch das Schöne muß sterben), che fu pubblicata nel 1881: composizione di struggente malinconia, ma anche permeata di una grande nobiltà e compostezza classica che si ispirava all'opera del pittore.
Note
^"Le Muse", De Agostini, Novara, 1965, Vol. 4, pag. 509-510.