In quel periodo, gli interessi privati del casato dei Radziwiłł, impegnato ad aumentare la propria fortuna, andavano sempre più divergendo da quelli della Confederazione polacco-lituana: massimo esempio di questa politica familiare tesa alla conquista di sempre maggiore peso politico nel Granducato fu proprio Janusz Radziwiłł, ricordato dalla storiografiapolacca come uno dei nobili responsabili per la fine dell'"età d'oro polacca".
Janusz Radziwiłł sfruttò infatti la propria influenza contro il re di Polonia e granduca di Lituania Giovanni II Casimiro con l'intento di assicurarsi gli uffici di voivoda e hetman[1]. Nel 1652 paralizzò i lavori del Parlamento polacco e del Sejm invocando il liberum vetum[1].
Janusz non fu comunque l'unico ad abbandonare la parte polacca: molti altri nobili, come il kanclerz (cancelliere) Hieronim Radziejowski e il podskarbi (gran tesoriere) Bogusław Leszczyński, convinti che Giovanni II Casimiro fosse un re troppo debole e manovrato dai gesuiti, invitarono Carlo Gustavo a reclamare la corona polacca. Giovanni II Casimiro aveva pochi sostenitori nella szlachta (nobiltà) polacca, date le sue evidenti simpatie per gli Asburgo e la sua scarsa considerazione per la Confederazione Polacco-Lituana. Il voivoda di PoznańKrzysztof Opaliński cedette la Grande Polonia a Carlo Gustavo, e ben presto altri voivodi fecero altrettanto.
Tuttavia, sebbene gran parte della Confederazione, comprese Varsavia, Cracovia e la parte occidentale del Granducato, fosse sotto il controllo degli svedesi[3], il re Giovanni II Casimiro e i suoi alleati, riuniti nella Confederazione di Tyszowce, riuscirono, dopo alcuni anni di lotte, a riprendere il potere, a partire dalla resistenza dimostrata durante l'assedio di Jasna Góra. La sconfitta e la ritirata dell'esercito svedese misero una brusca fine ai piani di Janusz e Bogusław[1]: Janusz morì a Tykocin, sotto l'assedio delle forze della Confederazione (gli ultimi, disperati difensori svedesi finirono col farsi saltare in aria).
Discendenza e sfortuna postuma
I rami di Janusz e di Bogusław si estinsero con la successiva generazione, la sua discendenza[4] però proseguì nei successivi sovrani di Baviera e in altre dinastie reali e principesche[5], come la famiglia Bernadotte di Svezia, le attuali case reali di Norvegia e Danimarca, i principi del Liechtenstein, ecc.