Nacque nel 1622 in Doué-la-Fontaine, nella provincia di Angiò, da una nobile famiglia dedita al commercio fin dal XV secolo[2]. Studiò diritto a Parigi e diventò Procuratore presso il Parlamento. Dopo di che si dedicò al commercio in svariate tipologie di merci ed entrò nella potente corporazione parigina dei merciers.
Nel 1670 Jacques Savary presentò a Colbert un rapporto sugli abusi e le frodi commessi correntemente nel commercio francese, proponendo alcune contromisure[4]. Jacques Savary guadagnò la fiducia del ministro Colbert e del cancellierePierre Séguier e venne chiesto il suo parere nell'elaborazione di leggi in materie economiche e una ordinanza del 1673 prese il nome di "Codice Savary "[5].
Nel 1683 il ministro Pelletier, successore di Jean-Baptiste Colbert, gli affidò il compito di condurre un'indagine sullo stato delle finanze delle colonie occidentali della Corona di Francia[1].
Jacques Savary si sposò con una figlia di un collega appartenente alla corporazione dei merciers ed ebbe 17 figli[6], 11 dei quali gli sopravvissero. Fra questi, si ricordano Jacques Savary des Brûlons (1657–1716), ispettore generale della dogana e scrittore di economia noto per aver scritto il Dictionnaire universel de commerce e Louis-Philémon Savary (1654-1727), canonico nell'abazia di Saint-Maur-des-Fossés, si occupò di completare l'edizione del Dictionnaire dopo la morte del fratello[1].
Opere
Le Parfait Négociant
Il primo e più importante scritto di Jacques Savary fu Le Parfait Négociant : ou Instruction générale pour ce qui regarde le commerce des marchandises de France, & des pays étrangers.
Questo trattato di economia venne pubblicato a Parigi nel 1675 con l'intento di formare le nuove generazioni di mercanti francesi. Tradotto in italiano il titolo significa: "Il Perfetto Mercante: ovvero Istruzione generale per quanto riguarda il commercio mercantile in Francia e nei paesi stranieri". Questa opera venne ristampata varie volte nel giro di breve tempo e ben presto venne tradotta in diverse lingue straniere, prima delle quali fu l'olandese, con l'edizione di Amsterdam del 1683[7]. La diffusione di quest'opera nel pensiero dell'epoca fu tale che influì anche sulla redazione del codice napoleonico[8].
Quest'opera segnò la distinzione fra due termini (il termine "marchand" e quello "négociant") che nel lessicofrancese si stava diffondendo da diverso tempo e che era indicativa della differenziazione sociale che si ebbe nella Francia del XVII secolo: "marchand" era il bottegaio, venditore al dettaglio, relegato nella più infima delle classi sociali, il terzo stato; "négociant" era il mercante all'ingrosso, borghese che poteva raggiungere grandi ricchezze e il prestigio nella società francese dell'Ancien Régime[9].
Les Parères
L'altra opera di rilievo fu Les Parères, ou Avis et Conseils sur les plus importantes Matières de Commerce.
In italiano il titolo significa: "I Pareri. Ovvero avvisi e consigli sulle più importanti materie del commercio".
Seguito del precedente scritto, venne edito nel 1688[5].
Note
^abc Charles George Herbermann, Jacques Savary des Bruslons, in The Catholic encyclopedia: an international work of reference on the constitution, doctrine, discipline, and history of the Catholic Church, vol. 13, Encyclopedia Press, 1913, p. 489.
^ab Michael Chatfield, "Savary, Jacques (1622-1690).", in History of Accounting: an International Encyclopedia, New York, Garland Publishing, 1996, p. 514.
Charles George Herbermann, Jacques Savary des Bruslons, in The Catholic encyclopedia: an international work of reference on the constitution, doctrine, discipline, and history of the Catholic Church, vol. 13, Encyclopedia Press, 1913, p. 489.
Michael Chatfield, "Savary, Jacques (1622-1690).", in History of Accounting: an International Encyclopedia, New York, Garland Publishing, 1996, p. 514.
Treccani.it, Savary, Jacques, su treccani.it. URL consultato il 13 agosto 2012.
Fondazione Mansutti, Quaderni di sicurtà. Documenti di storia dell'assicurazione, a cura di M. Bonomelli, schede bibliografiche di C. Di Battista, note critiche di F. Mansutti, Milano, Electa, 2011, pp. 285-286.
P. Arabeyre, J.L. Halpérin, J. Krynen (a cura di), Dictionnaire historique des juristes français, XIIe-XXe siècle. Paris, PUF, 2007, pp. 701-702.