Le Tuamotu o Arcipelago delle Isole Tuamotu (Francese : Îles Tuamotu, ufficialmente Archipel des Tuamotu) sono un gruppo di isole e atolli della Polinesia Francese. Formano la più grande catena di atolli nel mondo, occupando un'area dell'Oceano Pacifico pari all'Europa occidentale. Le Isole Tuamotu erano inizialmente abitate da Polinesiani con cui condividono cultura e lingua.
I comuni delle Tuamotu sono parte di due differenti distretti elettorali (circonscriptions électorales) rappresentati nell'Assemblea della Polinesia Francese. Il Distretto Îles Gambier et Tuamotu Est comprende il comune di Gambier e undici comuni nelle Tuamotu orientali: Anaa; Fangatau; Hao; Hikueru; Makemo; Napuka; Nukutavake; Pukapuka; Reao; Tatakoto; and Tureia. Gli altri cinque comuni nelle Tuamotu occidentali (Arutua; Fakarava; Manihi; Rangiroa; and Takaroa) formano il distretto elettorale Îles Tuamotu Ouest.
Società
Evoluzione demografica
In base al censimento del 2012[1], le Tuamotu (insieme alle Isole Gambier) hanno una popolazione di 16.831 abitanti (15.862 nel 2002, 8.100 nel 1983). Tra questi, 769 abitanti vivono in raggio di 400 miglia nautiche intorno a Moruroa e a Fangataufa, i siti dei test nucleari francesi.
La lingua comune parlata nelle Tuamotu è il Tuamotuano, tranne a Puka-Puka dove viene usato il Marchesano. Le Isole Gambier usano il Mangarevano.
Economia
L'economia dell'isola è prevalentemente basata sull'agricoltura di sussistenza. Le fonti alternative più importanti di guadagni sono la coltivazione delle perle nere e la produzione di copra. I guadagni portati dal turismo sono scarsi, specialmente se comparati all'industria del turismo proveniente dalle Isole della Società. Una modesta industria turistica è presente sugli atolli di Rangiroa e di Manihi, destinazioni di chi ama lo scuba diving e lo snorkeling.
Geografia
Contrariamente alla vasta area coperta dall'arcipelago, copre una superficie terrestre di soli 885 km². Il clima è tropicale caldo, senza grandi variazioni termiche tra le stagioni. La temperatura media annuale è intorno ai 26 °C. Le fonti d'acqua come laghi e fiumi sono assenti, lasciando nei bacini di pioggia l'unica fonte di acqua dolce. La caduta media annuale di pioggia è di 1400 mm. La caduta di pioggia non presenta grandi differenze durante l'anno, anche se è minore durante i mesi di settembre e novembre.
La stabilità geologica dell'arcipelago è alta, ed è stato creato dalla debolmente attiva Zona di frattura dell'Isola di Pasqua. Non c'è mai stata traccia di alcuna eruzione vulcanica.
Nel Nord-Ovest dell'arcipelago, Taiaro, una atollo a forma di anello, possiede un raro esempio di barriera corallina dentro una laguna completamente chiusa. L'atollo diventò Patrimonio Mondiale dell'Umanità dell'UNESCO come Riserva della biosfera nel 1977.[2]
Storia
La storia primitiva delle isole è per gran parte avvolta nel mistero. Le spedizioni archeologiche sulle isole hanno portato alla conclusione che gli abitanti del Tuamotu arrivarono dalle Isole della Società nel 700 circa. Sulle isole di Rangiroa, Manihi e Mataiva, ci sono piattaforme galleggianti cerimoniali (chiamate marae) fatte con blocchi di coralli, anche se la loro età è sconosciuta.
L'imperatore Tupac Inca Yupanqui dell'Impero Inca avvistò le isole durante una spedizione di 10 mesi nel Pacifico intorno al 1480.[3]
Nessuna di queste visite ebbe conseguenze politiche, in quanto le isole facevano parte dei domini della dinastia Pomare di Tahiti.
La prima missionecristiana arrivò all'inizio del XIX secolo. I mercanti portarono le perle dell'isola ai mercati europei nel tardo XIX secolo, facendone una preda ambita. La Francia forzò all'abdicazione il re Pomare V di Tahiti e reclamò le isole senza prenderne ufficialmente possesso.
Robert Louis Stevenson e Fanny Vandegrift Stevenson viaggiarono tra le Paumotu sullo yacht Casco nel 1888; un racconto del loro viaggio fu pubblicato con il nome di Nei mari del Sud.[4]Jack London scrisse una storia, "Il seme di McCoy", basata su un incidente del 1900 quando una nave in fiamme, la Pyrenees, si spiaggiò tranquillamente su Mangareva. Nella storia di London, la nave salpò da Mangareva e attraversò le Tuamotu prima di arrivare su Fakarava.[5]