Qui di seguito vengono riportati tutti gli incidenti mortali di Formula 1. Sono citati i piloti deceduti a seguito di incidenti occorsi mentre erano alla guida di una vettura di Formula 1 e gli addetti di percorso rimasti vittime di episodi accaduti nelle gare o nei test di Formula 1 in cui stavano prestando servizio.
Piloti
Considerazioni storico-statistiche
Dei quarantaquattro piloti di Formula 1 morti, trentadue hanno perso la vita in conseguenza di incidenti capitati nei fine settimana di campionato, quattro in quelli delle gare non titolate e otto nello svolgimento di test privati. Alla fine della stagione 2024 l'indice di mortalità dei Gran Premi validi per il titolo mondiale, 1 125 in totale (comprese le undici edizioni della 500 Miglia di Indianapolis disputate dal 1950 al 1960 che da sole furono teatro di ben otto decessi), è dello 0,0284.
Il decesso dell'astro nascente francese François Cevert nelle prove del Gran Premio degli Stati Uniti d'America 1973 a Watkins Glen, in un'epoca in cui queste tragedie erano più frequenti, portò a un primo ripensamento sulla sicurezza dei piloti di Formula 1: scosso da quanto accaduto all'amico e compagno di squadra, Jackie Stewart fu uno dei primi a impegnarsi attivamente contribuendo, dagli anni 1970 in poi, a rendere più sicura la categoria.[2]
Nel corso degli anni sei addetti di percorso sono morti in pista durante quattro gare e un warm up. È ricordato per la straziante dinamica e fatalità l'incidente accaduto al Gran Premio del Sudafrica 1977 dove Frederik Jansen van Vuuren, un diciannovenne addetto di gara come pompiere, mentre stava attraversando il tracciato di Kyalami con un estintore per prestare soccorso a Renzo Zorzi, fu investito da Tom Pryce a 270 km/h: il giovane morì sul colpo e l'estintore colpì al capo Pryce uccidendolo a sua volta all'istante.[20]
^Carl Scarborough morì poco dopo la gara a causa di un'ipertermia.
^Peter Collins morì in ospedale poche ore dopo l'incidente per le conseguenze dell'urto della testa contro un albero.
^Stuart Lewis-Evans morì il 25 ottobre 1958 a causa delle ustioni riportate.
^Assieme a Wolfgang von Trips, nell'incidente morirono anche quattordici spettatori.
^John Taylor morì l'8 settembre 1966 a Koblenz, in Germania, per le ustioni riportate.
^Lorenzo Bandini morì in ospedale tre giorni dopo la gara in seguito alle ustioni riportate.
^Mark Donohue morì il giorno seguente a Graz, in Austria, a causa dell'emorragia cerebrale riportata. Nell'incidente, perse la vita anche un commissario di percorso.
^Un giovane commissario, Frederik Jansen Van Vuuren, stava attraversando la pista con un estintore quando venne investito, morendo sul colpo, da Tom Pryce. Il suo estintore colpì a sua volta il pilota alla testa, uccidendolo all'istante.
^Ronnie Peterson morì all'ospedale Niguarda di Milano il giorno seguente.
^Gilles Villeneuve morì in ospedale poche ore dopo l'incidente.
^Ayrton Senna morì all'ospedale Maggiore di Bologna alle ore 18:40 UTC+2 dello stesso giorno.
^Jules Bianchi rimase in coma per più di nove mesi dopo l'incidente e morì il 17 luglio 2015 a Nizza.
^Fu un'edizione non titolata del Gran Premio del Messico in vista del suo ingresso, per la stagione successiva, nel calendario ufficiale del campionato del mondo.
^Elio De Angelis morì il giorno dopo l'incidente all'ospedale di Marsiglia.
^ Gian Guido Vecchi, Giancarlo Falletti e Toni Visentini, Carambola maledetta, muore un volontario, in Corriere della Sera, 11 settembre 2000, p. 36 (archiviato dall'url originale il 18 febbraio 2013).