Il 4 ottobre 2007, un Antonov An-26 operante per la Malift Air, appartenente al vettore aereo congolese Africa One, si schiantò ed esplose in fiamme poco dopo il decollo dall'aeroporto N'djili a Kinshasa, nella Repubblica Democratica del Congo.[1] Il volo era partito da N'djili alle 10:43 ora locale diretto a Tshikapa, a 650 chilometri di distanza verso est.[2]
Contesto
Il volo era operato da El Sam Airlines o Malila Airlift, con l'aereo noleggiato da Africa One. Entrambi i vettori sono nell'elenco dei vettori aerei vietati nell'UE, così come tutte le compagnie congolesi tranne una. L'aereo era un Antonov An-26, registrato 9Q-COS.[3]
Il volo trasportava 22 persone, compresi i cinque membri dell'equipaggio. Il piano di volo indicava che i passeggeri a bordo erano 16, ma poco prima del decollo ne erano saliti altri.[1]
L'incidente
Poco dopo il decollo, il motore numero due si guastò. Secondo alcuni rapporti, le pale dell'elica si separarono dal motore. L'aereo perse quota, toccò gli alberi e si schiantò su Rue Mayulu, nel quartiere di Kingasani, colpendo tre case.[1]
Il ministero degli Esteri russo riferì che il velivolo aveva perso un'elica poi un'ala aveva urtato un ostacolo, tranciandola di netto, prima di precipitare colpendo un mercato prima di fermarsi in una residenza al 77 di Mayulu Av, nel distretto di Kingasani del comune di Kimbanseke.[3] Almeno 30 persone a terra rimasero uccise.[4]
Il meccanico di bordo, M. Dédé Ngamba, era l'unico passeggero sopravvissuto. Raccontò[5]:
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FR)
«Nous avons décollé après trois minutes de taxi. Aussitôt, j’ai constaté que l’avion s’est mis à tanguer. L’effort du pilote de faire monter l’avion est demeuré vain. C’est alors que l’hôtesse m’a dit de mettre la ceinture de sécurité. En ce moment, l’avion a commencé à voler plus bas et il a percuté un palmier et perdu une aile. Ensuite, il a commencé à percuter des maisons. Tous les colis des marchandises qui étaient à bord ont fait mouvement vers l’avant de l’avion. J’ai aperçu à côté de moi un trou par lequel je suis sorti sans savoir comment, et je suis tombé sur une flaque d’eau sablonneuse. J’ai pu alors contempler les flammes de l’avion qui consumait. Il ne s’agissait pas d’un poids exagéré. C’est une simple défaillance mécanique.»
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IT)
«Siamo decollati dopo tre minuti di rullaggio. Immediatamente notai che l'aereo iniziò a beccheggiare. Gli sforzi del pilota per rimettere l'aereo in posizione furono vani. A quel punto, la hostess mi disse di allacciare la cintura di sicurezza. A questo punto, l'aereo ha iniziato a volare più basso e ha colpito una palma, perdendo un'ala. Poi ha iniziato a colpire le case. Tutto il carico a bordo si è spostato verso la parte anteriore dell'aereo. Ho visto un buco accanto a me, dal quale mi sono arrampicato senza sapere come, e sono caduto in una pozza d'acqua sabbiosa. A quel punto ho potuto contemplare le fiamme dell'aereo. Non era un peso esagerato. Era un semplice guasto meccanico.»
Conseguenze
L'incidente è stato simile a quello di Air Africa del 1996, che aveva coinvolto un Antonov An-32 uscito di pista (anche se nell'altro aeroporto di Kinshasa, N'Dolo) con un gran numero di vittime a terra. Il Ministro dei Trasporti Rémy Henri Kuseyo Gatanga venne licenziato dal Presidente per negligenza, colpevole nel non aver applicato standard e procedure adeguate per la gestione della sicurezza aerea.[6][7] Una fonte indicava che la revoca del divieto del Ministro dei Trasporti ai voli degli Antonov sul territorio della RDC non era stata ordinata da lui, ma dal Ministro di Stato presso il Capo dello Stato.
Il 19 ottobre 2007 venne convocata una commissione parlamentare d'inchiesta formale, con Jean-Lucien Bussa come presidente e Lessendjina come vicepresidente. La Procura di N'Djili venne interrogata della questione.[8]
Nonostante il divieto, un altro Antonov (un An-12 immatricolato come ER-AXI) venne segnalato da Radio Okapi aver subito un incendio all'aeroporto Internazionale Bangoka di Kisangani nel primo pomeriggio del 1º novembre 2007. Non erano però stati riportati feriti.
Tre mesi dopo l'incidente, Mosca offrì 200000 dollari di aiuti economici alle parti lese.[9]
Note
- ^ a b c (EN) ASN Aircraft accident Antonov An-26 9Q-COS Kinshasa-N'Djili Airport (FIH), su aviation-safety.net. URL consultato il 23 marzo 2024.
- ^ (EN) AFP: DRC minister sacked as plane crash victims rise to 50, su web.archive.org, 17 marzo 2008. URL consultato il 23 marzo 2024 (archiviato dall'url originale il 17 marzo 2008).
- ^ a b (EN) Congo crash toll over 50, but survivor found, su alertnet.org. URL consultato il 23 marzo 2024 (archiviato dall'url originale il 13 ottobre 2008).
- ^ (EN) 9Q-COS ACCIDENT DETAILS, su planecrashinfo.com. URL consultato il 23 marzo 2024 (archiviato dall'url originale l'11 dicembre 2015).
- ^ (FR) Digital Congo coverage (in French), su digitalcongo.net. URL consultato il 23 marzo 2024 (archiviato dall'url originale il 18 ottobre 2007).
- ^ (FR) Révocation du ministre des Transports en retombées de la catastrophe du crash d’Antonov survenu à Kinshasa, su web.archive.org, 11 ottobre 2007. URL consultato il 23 marzo 2024 (archiviato dall'url originale l'11 ottobre 2007).
- ^ (EN) AFP: Old DR Congo aircraft 'still flying' after crash, su web.archive.org, 28 novembre 2007. URL consultato il 23 marzo 2024 (archiviato dall'url originale il 28 novembre 2007).
- ^ (FR) La Commission d’enquête de l’Assemblée nationale sur le crash d’Antonov à Kingasani à pied d’œuvre, su La Commission d’enquête de l’Assemblée nationale sur le crash d’Antonov à Kingasani à pied d’œuvre, 28 ottobre 2007. URL consultato il 23 marzo 2024 (archiviato dall'url originale il 28 ottobre 2007).
- ^ (FR) Crash de Kingasani : Moscou offre 200 000 Usd aux sinistrés, su web.archive.org, 26 febbraio 2008. URL consultato il 23 marzo 2024 (archiviato dall'url originale il 26 febbraio 2008).
Voci correlate