Identificazione (psicologia)

L'identificazione, in psicologia, rappresenta quel processo mediante il quale un individuo costituisce la propria personalità assimilando uno o più tratti di un altro individuo e modellandosi su di essi.

In ambito psicoanalitico si distinguono:

  • identificazione primaria o cannibalica, «modalità primitiva e infantile di costituzione della persona, forma originaria di legame affettivo di un soggetto indistinto nelle sue identità di sé e altro»,[1] in cui nella fase orale dello sviluppo ci si immedesima con le figure primarie per "incorporazione" e senza ancora una chiara idea delle rispettive identità;[2]
  • identificazione secondaria, «processo di relazione e modellamento con un oggetto esterno di cui si riconosce l'identità distinta da sé.»[1][2]

L'identificazione è anche un meccanismo di difesa fra i più comunemente utilizzati, come nell'identificazione con l'aggressore[2] (sindrome di Stoccolma) o come nell'identificazione proiettiva,[2] «processo per cui il soggetto immagina di introdurre la propria persona in un oggetto esterno a sé».[1]

Note

  1. ^ a b c Identificazione, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 29 dicembre 2022.
  2. ^ a b c d Identificazione, su Dizionario di Scienze Psicologiche, simone.it (archiviato dall'url originale il 30 marzo 2016).

Voci correlate

Collegamenti esterni

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